domenica 31 luglio 2011
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DA SHANGHAI EUGENIO RAIMONDI Anche Niccolò Carosio, il primo a usare quell’etichetta di “Settebello” (nomignolo originato dalla Rari Nantes Napoli) ai Giochi di Londra 1948, ieri si sarebbe esaltato dinanzi all’impresa degli azzurri della pallanuoto del ct Sandro Campagna che hanno battuto la regina Serbia 8-7. Una gara al cardiopalma, decisa dopo due tempi supplementari (i tempi regolamentari si sono chiusi sul 6-6). Prestazione eroica di Tempesti. Ma anche di Figlioli e Perez, due dei quattro oriundi di questa Nazionale agile e brillante. Gli ultimi nomi e i volti che rinnovano una leggenda dello sport italiano. Eraldo Pizzo e i suoi fratelli, verrebbe da dire. Perché da quell’oro olimpico di Londra, il primo di tre - a oggi la storia si è interrotta a volte, ma non è mai finita - . Con i Cesare Rubini, i Pizzo appunto, Franco e Pino Porzio, Ferretti, Pomilio, e i tecnici come Ratko Rudic, o i giocatori poi ct come lo stesso Campagna. Dopo tre olimpiadi, due mondiali e tre europei, a Shanghai l’Italia della pallanuoto conquista per la prima volta un oro. Il primo, 17 anni dopo l’ultima volta dei Mondiali di Roma ’94, senza schierare nemmeno un giocatore nato in Campania. Un fatto eccezionale se si pensa che “Settebello” è il soprannome dato alla nazionale italiana nel 1948 perché la gran parte dei suoi componenti venivano dalle fila della Rari Nantes Napoli, ribattezzata così dalla carta più pregiata della scopa cui giocavano quei campioni. Oro e primato Mondiale quello strappato in Cina da un Settebello che detronizza la grande Serbia. Il gol decisivo porta la firma del leader azzurro in vasca, Maurizio Felugo. Ma non gli dite che è stato lui a fare la differenza in questo Mondiale. «La differenza l’ha fatta la squadra», ripetono in coro tutti i componenti di questa selezione iridata di “Magnifici Sette”. Di sicuro a Shanghai si è vista una saracinesca, il portiere Tempesti. Anche ieri nei momenti topici della finale (cui hanno assistito quasi tutti i nuotatori azzurri a cominciare dalla Pellegrini e Magnini) si è confermato. È un oro stupendo maturato con un gruppo forte dentro, ben disciplinato, organizzato e sempre vincente nel torneo. Una squadra esemplare per uno sport che si rilancia come immagine e rinnova una grande tradizione. Un’autentica cavalcata quella dell’Italia fino al gradino più alto del podio, superando Sudafrica, Stati Uniti e Germania nel girone preliminare, la Spagna vicecampione del mondo nei quarti, la Croazia campione d’Europa in semifinale e infine la Serbia campione uscente. Insomma, un’impresa che fa venire la pelle d’oca e gonfiare il petto all’ex allievo del mago Rudic, il ct Campagna. Alla vigilia della finale aveva detto che c’era d’arrabbiarsi tantissimo se la medaglia d’oro fosse sfuggita e adesso invece la porta al collo e la mostra con i suoi ragazzi a tutto il mondo. «Siamo stati straordinari. Sono felice - dice Campagna - . È una vittoria epica, voluta da tutta la squadra. Abbiamo strameritato. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, tutta la squadra dal primo all’ultimo componente deve esserlo. Abbiamo dimostrato che quando c’è compattezza e coesione gli italiani non sono da meno a nessuno». Un gruppo perfetto, ma per una volta il ct si lascia andare a una menzione speciale: «Tempesti è stato grandioso. Con quei due rigori parati ha dato fiducia alla squadra. Onore alla Serbia, ma noi con la compattezza, con il cuore, il coraggio e con l’atipicità della squadra, abbiamo sopperito alle loro grandissime individualità». Tutti i componenti del “Settebello” azzurro si tuffano in acqua a festeggiare la vittoria sulla Serbia e la conquista dell’oro mondiale (AP)
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