martedì 29 marzo 2016
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«Sono rimasto inorridito nell’apprendere che il criminale nazista, Wilhelm Ernest Kusterer, fra i responsabili dell’eccidio di Marzabotto, è stato premiato dalla città di Engelsbrand, in Germania, come 'cittadino modello'. Stupisce che il sindaco non conoscesse, o fingesse di non conoscere, i precedenti del suo concittadino, che dal 2005 al 2007 è stato processato presso il tribunale militare di La Spezia». Così ha dichiarato ad Avvenire Rolando Balugani, magistrato onorario della Procura di Modena, storico e direttore di ' Resistenza e antifascismo oggi', che per i suoi lavori sull’argomento ha ricevuto nel 2013 dei proiettili di minaccia davanti alla sua casa di campagna. Balugani, figlio di una delle vittime della rappresaglia dei Boschi di Ciano di Zocca, perpetrata dai nazi-fascisti il 18 luglio del 1944, ha studiato il fascicolo processuale di Kusterer per Reder, l’ultimo criminale nazista (liberato dall’Italia), edito da Sigem. «Nel corso del processo – spiega Balugani – la stampa diede ampio spazio alla posizione del criminale nazista poiché il suo difensore, Nicola Canestrini, esordì con un’infelice affermazione: «Se basta essere appartenuti alla Gioventù Hitleriana per essere corresponsabili della strage allora dobbiamo processare anche papa Ratzinger». Durante le varie fasi del processo, sebbene formalmente convocato, Kusterer si è sempre rifiutato di venire in Italia. Inoltre, la Germania, che non ha mai aderito alle richieste di estradizione di Kusterer e dei complici, si è anche rifiutata di pagare i danni causati dalle Ss ai familiari delle vittime. Balugani da anni segue le vicende degli ufficiali nazisti responsabili delle stragi italiane. Le vicende di Walter Reder, in particolare, le studia dal 24 gennaio 1985, quando 'il boia di Marzabotto' fu liberato dal carcere militare di Gaeta, su ordine dell’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi. Reder si era detto pentito: «In me non c’ è più nulla dell’ideologia che nella mia lontana gioventù avvelenava il mondo». Tranne poi, arrivato in Austria, ritrattare tutto: «Non devo giustificarmi di niente. È stata solo una mossa dell’avvocato». La liberazione di Reder e le sue arroganti dichiarazioni crearono numerose reazioni di sdegno, soprattutto a Marzabotto e Vinca dove lui e i suoi lupi avevano ucciso centinaia tra vecchi, donne e bambini. 'Il monco', così era stato soprannominato Reder a causa dell’arto sinistro perso in Russia, durante l’operazione Barbarossa, in Italia, dopo aver partecipato all’occupazione di Cecoslovacchia e Francia, comandava il 16° battaglione esplorante della 16esima divisione comandata dal generale Max Simon, scelta da Kesserling per annientare le formazioni partigiane. Balugani oltre a ripercorrere le vicende di Reder e a dedicare un’ampia parte a quella che lui definisce 'Norimberga italiana' (le inchieste della procura militare di La Spezia guidata da Marco De Paolis, in seguito al rinvenimento dell’armadio della Vergogna) approfondisce anche la storia della formazione partigiana 'Stella Rossa' che tanto filo da torcere diede ai nazisti comandati da Reder che la sterminarono completamente. Toccante il ricordo dei vari sacerdoti che aderirono alla formazione partigiana fornendo aiuto materiale e morale. Come don Giovanni Fornasini, che fu ucciso il 13 ottobre 1944 a 26 anni, don Ubaldo Marchioni, che si rifiutò di sfollare, ucciso al termine della messa sull’altare assieme alla madre e alla sorella (anche lui a 26 anni); e don Ferdinando Casagrande, 30 anni, che pagò cara la sua scelta di rimanere assieme ai suoi parrocchiani (in gran parte partigiani). Anche lui ucciso a tradimento, lo trovarono in fondo a un precipizio abbracciato alla sorella. Per tutti e tre i 'martiri di Monte Sole', il 18 ottobre 1998, l’allora cardinale di Bologna Giacomo Biffi, ha aperto il processo di beatificazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Un libro dell’ex magistrato e storico Balugani ripercorre la vicenda processuale, militare e penitenziaria dei due Ss responsabili della strage di Marzabotto che non hanno mai mostrato reale pentimento La strage di Marzabotto
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