mercoledì 1 aprile 2020
violoncellista star dei 2Cellos presenta il suo primo disco da solista, “Classic": musiche romantiche «per donare luce e serenità In questi momenti difficili»
Il violoncellista Stjepan Hauser, componente dei 2Cellos, in veste di solista

Il violoncellista Stjepan Hauser, componente dei 2Cellos, in veste di solista - Roger Rich

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«Mando vibrazioni positive e preghiere all’Italia in questi momenti difficili. Rimanete forti e tutto andrà bene presto». Con queste parole affettuose rivolte all’amata Italia la rockstar del violoncello Stjepan Hauser, uno dei due componenti dei popolarissimi 2Cellos, ha pubblicato su twitter un video girato lo scorso gennaio in piazza del Duomo a Milano dove aveva improvvisato un mini concerto. Il 33enne musicista di Pula dedica proprio a questo momento drammatico per tutto il mondo il suo primo disco da solista, Classic, in cui torna alle origini interpretando con la London Symphony Orchestra una serie di classiche musiche romantiche «per donare luce e serenità» spiega ad Avvenire il musicista. Nell’attesa di ritrovare l’amico e collega sloveno Luka Sulic l’anno prossimo per festeggiare il decennale del duo di musicisti nati nei conservatori, lanciati 9 anni fa da Elton John e diventati star capaci di riempire le arene di tutto il mondo.

In Classic l’artista propone armonie dal Lago dei cigni di Tchaikovsky al Nocturne di Borodin, dalla reinterpretazione del Piano Concerto n.2 di Rachmaninoff a Lascia c’hio pianga di Handel, dalla Lacrimosa dal Requiem di Mozart a Caruso di Lucio Dalla. Per il lancio dell’album, in attesa di al Teatro Arcimboldi di Milano (è slittata la data del 15 maggio, unica data italiana del tour internazionale), Hauser ha appena pubblicato il video di Nessun dorma, dalla Turandot di Puccini accompagnato, da 30 giovanissimi musicisti di Sod – El Sistema Croazia, che aderiscono al programma educativo e sociale nato in Venezuela. «Quell’ “all’alba vincerò” rappresenta la loro vittoria. Il mio orgoglio più grande è che tanti ragazzi in Croazia hanno iniziato a suonare il violoncello grazie all’esempio dei 2 Cellos» ci racconta Hauser. Anche lui un talento precoce «cresciuto in una famiglia hippie. La musica è sempre stata parte di noi. Sono sempre stato un ragazzino atipico – prosegue –. Gli altri giocavano a calcio, io suonavo il violoncello perché ha una voce che esprime quello che ho dentro». Una sorta di missione, ci racconta appassionato il violoncellista convinto che «la musica abbia a che fare con lo spirito. Quando suono mi sento investito dall’alto».

Nonostante sia considerato un sex symbol, Hauser non è interessato alle apparenze, nonostante i milioni di follower sui social. «La mia missione è fare arrivare la buona musica a tutti. Per me la spontaneità e la verità sono la cosa che conta. La maggiore soddisfazione è trasmettere emozioni positive» aggiunge. Ma perché ha scelto di provare la carriera solista? «Il mio collega Luka è più calmo di me, ha due bambini, vuole stare di più con loro. Lo capisco perché abbiamo avuto ritmi folli, anche 200 concerti in un anno in tutte le parti del mondo. Certo che torneremo insieme nel 2021 per festeggiare il decennale con un album e un tour celebrativo» rassicura il violoncellista. Che spiega di avere voluto esprimere, dopo 5 album a suon di energetiche cover da Michael Jackson agli U2, il lato più romantico di sé: «Ho voluto un disco in cui la gente si possa rilassare e ascoltare buona musica. Perché c’è davvero troppa brutta musica in giro».

Nel disco sono presenti Puccini, Mascagni e Dalla. «Io ho sempre amato la musica italiana, ho sempre guardato sin da bambino il Festival di Sanremo. Mi piace tanto Eros Ramazzotti, Zucchero è bravissimo, mi piace anche Michele Zarrillo – confessa Hauser canticchiando Una rosa blu – Io vorrei fare come Pavarotti che ha portato la grande musica a tutti. Anche se la mia versione preferita di Caruso è quella di Lucio Dalla, la sua voce fa venire i brividi». L’incontro musicale decisivo per Hauser, però, fu quello con il genio del violoncello, il russo Mstislav Rostropovich, con cui suonò. «Non lo dimenticherò mai – ricorda con affetto –. Era matto e geniale e mi ha cambiato la prospettiva con una frase: “Ricorda che quando suoni, stai creando la musica”». Infine Hauser, esprime un suo sogno per quando questo drammatico periodo sarà finito: «Io sogno di suonare per il Papa in piazza San Pietro. E’ una delle mie quattro piazze preferite, insieme a piazza del Duomo a Milano, piazza del Campo a Siena e piazza San Marco a Venezia: vorrei suonare in tutte e quattro e girare un docufilm».

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