martedì 7 febbraio 2012
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Star hollywoodiane e volti tutti da scoprire. Film attesissimi e pic­cole opere pronte a rivelare nuo­vi talenti. Il Festival di Berlino, al via giovedì 9 e in programma fino al do­menica 19 con 400 film in cartellone, conferma la propria vocazione cine­fila. E con oltre 300mila biglietti stac­cati tra i berlinesi che affollano i tan­ti spazi dedicati all’evento, vanta il pri­mato di festival metropolitano più so­lido. A dare il via alla 62esima kermesse te­desca sarà il francese Benoit Jacquot con Les adieux a la reine in cui Diane Kruger veste i panni di Maria Anto­nietta, fotografata nelle ultime 48 ore di vita. Lontana dagli eccessi della re­gina pop e capricciosa di Sofia Cop­pola, la sovrana di Jacquot promette riflessioni sul tramonto di un’epoca e il dramma umano di una donna che attende la morte. Tra i diciotto film in competizione spiccano Captive di Brillante Mendo­za con Isabelle Hupert operatrice u­manitaria rapita dagli estremisti isla- mici, Jayne Mansfield’s Car di Billy Bob Thornton che sullo sfondo della guer­ra in Vietnam recita al fianco di Robert Duvall, John Hurt, Kevin Bacon, il ci­nese White Deer Plain di Wang Quan’an, che rilegge provocatoria­mente la storia cinese e Cesare deve morire dei fratelli Paolo e Vittorio Ta­viani, girato con i detenuti della se­zione di massima sicurezza del car­cere di Rebibbia. Ma alla Berlinale farà sicuramente discutere Diaz - Don’t Clean Up this Blood di Daniele Vicari (nella sezione Panorama), con Elio Germano e Claudio Santamaria, che ricostruisce le violenze durante il G8 di Genova che vide tra le vittime an­che dei giovani tedeschi. Fatti ai qua­li si rifà pure il documentario The Summit di Franco Fracassi e Massimo Lauria che a partire da interviste e re­gistrazioni proporrà scene la cui vio­lenza ha messo in imbarazzo lo stes­so direttore del festival Dieter Kosslick. Ma un po’ di Italia c’è anche nel nuo­vo film della tedesca Doris Dörrie che ha voluto come protagonista di Glück la nostra Alba Rohrwacher. Il grande pubblico attende invece An­gelina Jolie e il suo primo film da re­gista, In the Land of Blood and Honey, sulla guerra in Bosnia; Michael Fas­sbender e Antonio Banderas prota­gonisti del nuovo film di Steven So­derbergh, Knockout - Resa dei conti; Tom Hanks e Sandra Bullock prota­gonisti di Molto forte incredibilmente vicino di Stephen Daldry (dal com­movente romanzo di Jonathan Safran Foer), che racconta le conseguenze dell’11 settembre sulla vita di un bam­bino, Zhang Yimou e il suo The Flowers of War con Christian Bale che si finge sacerdote per aiutare un grup­po di collegiali e di prostitute a so­pravvivere alla furia nipponica du­rante la presa di Nanchino, Robert Pattinson (ex vampiro di Twilight), U-Una ma Thurman e Kristin Scott Thomas in Bel Ami, dal romanzo di Guy de Maupassant. E ancora: Young Adult di Jason Reitman con Charlize The­ron, Flyng Swords of Dragon Gate di Tsui Hark, regista asiatico di culto, Shadow Dancer con Clive Owen, Cherry di Stephen Elliott con James Franco, Indignados di Tony Gatlif sul­l’Europa in rivolta e The Virgin, the Copts and Me dell’egiziano Namir Ab­del Messeeh sulla primavera araba. E poi naturalmente lei, la divina Meryl Streep, che riceverà l’Orso d’Oro alla carriera prima di stringere forse tra qualche giorno anche l’Oscar per la sua lady di ferro.
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