lunedì 20 aprile 2015
​Tre vittorie su quattro gare, per Lewis Hamilton la marcia trionfale non si ferma, ma dopo il GP del Bahrain, quarta prova del mondiale, con una Ferrari sempre vicina e minacciosa, anche se non vincente, si può già fare un primo bilancio della situazione. (Paolo Ciccarone)
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Tre vittorie su quattro gare, per Lewis Hamilton la marcia trionfale non si ferma, ma dopo il GP del Bahrain, quarta prova del mondiale, con una Ferrari sempre vicina e minacciosa, anche se non vincente, si può già fare un primo bilancio della situazione. Dal punto di vista tecnico la Mercedes è ancora davanti, rispetto all’anno scorso ha migliorato la velocità in rettilineo mentre in curva è rimasta praticamente identica. Quindi lo sviluppo sembra essere arrivato al massimo, anche se il vantaggio è ancora molto: “Abbiamo novità da portare in pista in Spagna – dice Niki Lauda – quello che stupisce è il recupero della Ferrari, per cui dobbiamo darci una scossa”. E parlando di Ferrari, l’ex campione del mondo austriaco dice che il maggior progresso a Maranello lo hanno fatto col motore: “Rispetto all’anno scorso hanno 46 cavalli in più, questo ci risulta dai dati in nostro possesso, ma hanno migliorato anche in rettilineo e con la potenza in più vanno meglio anche in curva. Il rischio? Che possano migliorare ancora e arrivare al nostro livello”. Quindi una Ferrari in crescita nel duello per il mondiale? No, forse in qualche gara, come in Bahrain, dove i due piloti Vettel e Raikkonen (quinto e secondo al traguardo) hanno segnato i giri più veloci in gara. Vettel con le gomme medie, Kimi con le morbide. Ovvero, come essere i più veloci in pista e perdere lo stesso la gara? Per il semplice motivo che le Mercedes avevano una velocità media migliore delle Ferrari che, fra un giro veloce e il ritmo di gara, sono state più incostanti. Per quanto riguarda le squadre, la rossa ha mostrato di essere più reattiva nelle strategie, lo ha fatto in Malesia, vincendo con Vettel, e lo ha fatto in Bahrain, mettendo in crisi la Mercedes. La fantasia e l’aggressività stanno dando dei risultati, infatti in gara per due volte Vettel è finito davanti a Rosberg dopo i pit stop, salvo poi cedere la posizione in pista alla Mercedes del rivale che, sfruttando il pulsante dell’overboost, un sistema che dà più potenza per pochi secondi, si sono riprese la posizione: “La Ferrari è sempre pericolosa – dice Toto Wolff – dobbiamo serrare i ranghi e sviluppare meglio tutti i vari aspetti di una corsa”. Quindi anche se meno veloce, il distacco di 5 decimi al giro in qualifica, quando c’è la gara potrebbe essere neutralizzato da scelte strategiche e in questo la Ferrari ha mostrato di essere superiore. Infine il capitolo piloti: Hamilton è imbattibile perché è in uno stato di grazia: “quando ti riesce di fare tutto al massimo senza sforzo, allora vuol dire che sei sereno – dice Lauda – Rosberg ora non è sereno, commette errori, in qualifica e in gara, ha bisogno di ritrovarsi perché fa le stesse cose di prima ma non riesce più a stare davanti a Lewis”. Invece in Ferrari si è ripartiti da zero. Vettel sembra uno studentello alle prese col sogno della vita, tutto diverso rispetto al pilota Red Bull arrogante e spocchioso. Ora scherza e ride con tutti e ha promesso di parlare in italiano: “Ci proverò nelle prossime gare anche in conferenza stampa, spero mi perdoniate gli errori, ma ci proverò”. Raikkonen sembra essere il fratello allegro di quello cupo che bazzicava i box. Ora ride spesso, si fa vedere in giro con la moglie e dopo la nascita del piccolo Robin scherza ed è più rilassato rispetto a prima. Magari fra poco farà giocare il suo bimbo con la figlia di Vettel, Emily, che ha solo qualche mese in più. L’allegro quadretto familiare che circola nei box ha un nome e cognome: Maurizio Arrivabene. Lui vuole le cose semplici e nel gestire la Ferrari ha messo questa parola d’ordine al primo posto. Si mangia insieme, si scherza insieme e si lavora insieme. Senza prime donne. Sembra funzionare. Era la ricetta della Mercedes ma qualcosa lì si è rotto. Anche se vincono ancora.
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