giovedì 6 luglio 2023
Nelle sale del Met, a New York, il “Ritratto di Manuel Osorio Manrique de Zuñiga” suscita in Orhan Pamuk grandi emozioni tra forza cromatica e senso del destino: il piccolo sarebbe morto a otto anni
Orhan Pamuk

Orhan Pamuk - Epa / Marta Perez

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Anticipiamo una parte della seconda puntata di Il signor PA va al museo, del premio Nobel Orhan Pamuk, che sul numero 6 della rivista "FMR" prosegue il suo racconto con un capolavoro di Goya dopo avere osservato due dipinti di Panini al Metropolitan Museum di New York. Tra gli articoli della rivista troviamo un contributo di Giorgio Villani che conduce il lettore nell’abitazione romana dell’artista Luigi Serafini, il visionario autore del Codex Seraphinianus; i saggi di Nick Foulkes e Fernando Mazzocca sul Grand Tour, il viaggio iniziatico attraverso l’Europa centro-meridionale – per raggiungere l’Italia e Roma – pratica assai diffusa presso la gioventù aristocratica fra XVII e XIX secolo; l’elogio di Giorgio Antei all’opera della colombiana Olga de Amaral, che rinnova l’antica arte dell’arazzo; Giuseppe Maino racconta la figura di Giuseppe Castiglione, nato a Milano nel 1688 e morto a Pechino nel 1766, mandarino di seconda classe e pittore di corte.

Ci sono dei giorni in cui il signor PA non si stanca di osservare i quadri al museo e riflettere sulla propria vita e sulle complessità e le particolarità dell’universo. E allora, invece di tornare subito a casa trova un’altra opera d’arte da ammirare. Il più delle volte, è un dipinto che lo ha affascinato in precedenza, che ha già analizzato nel suo studio, del quale magari non ricorda bene un dettaglio. Il Ritratto di Manuel Osorio Manrique de Zuñiga di Goya, esposto al Metropolitan Museum, è uno di questi dipinti.

Francisco Goya, “Ritratto di Manuel Osorio Manrique de Zúñiga”, 1788

Francisco Goya, “Ritratto di Manuel Osorio Manrique de Zúñiga”, 1788 - New York, Metropolitan Museum

È una tela di medie dimensioni (127 x 101,6 cm). Durante le sue visite al Metropolitan Museum il signor PA è così felicemente intento a pensare alle tante cose che affollano la sua mente che a volte i suoi piedi lo portano davanti a questo ritratto senza che se ne renda conto. E ogni volta che lo rivede il signor PA si sente felice di essere vivo. Il signor PA non ricorda nemmeno quando ha visto per la prima volta questa famosa opera d’arte. Deve esser stato molto tempo fa, forse una riproduzione in bianco e nero. Questo ritratto di un piccolo aristocratico di quattro anni grazioso e pensieroso (tristezza e malinconia sono percepibili agli angoli della bocca) ha un’aura magica, una forza sorprendente e un qualcosa di singolare che il signor PA raramente ha osservato in altri dipinti. Quando il signor PA va al museo, non perde mai occasione di dare un’occhiata a questo ritratto – anche solo per poco – e puntualmente, ritrovandosi faccia a faccia con Manuel Osorio, si domanda se a dargli gioia e felicità siano la magia e la singolarità del quadro o la tenerezza e l’affetto che egli prova per il bambino vestito di rosso.

Pervaso da questi sentimenti, ogni volta che alza lo sguardo su questo magnifico ritratto, il signor PA viene sopraffatto dalla forza travolgente del colore rosso. L’elegante abito del piccolo Don Manuel Osorio è di un rosso strepitoso! Avvezzo ad ascoltare le conversazioni dei visitatori e appassionato lettore sull’argomento, il signor PA sa che chiunque apprezzi questo dipinto indimenticabile (e sono in tanti) tende a ricordarlo innanzitutto per quel rosso. Il signor PA è talmente affascinato dal rosso da aver scritto un intero libro su di esso, un romanzo incentrato pagina dopo pagina sull’uso potente di questo colore in varie opere d’arte iraniane e ottomane e, addirittura, su cosa si provi ad essere il colore rosso – intere pagine sono scritte in prima persona, dal punto di vista di questo colore. Il signor PA sa che le emozioni suscitate dal colore diventano un tutt’uno nella mente del visitatore con le sensazioni enigmatiche e drammatiche destate dalla logica interna al dipinto e dall’interazione tra le varie figure rappresentate. Sì, questo è quel che si dice usare bene il colore!

Eppure chi sostiene che sia proprio questo uso del colore rosso a rendere il dipinto così indimenticabile ha ragione solo in parte. Non tutti i quadri dominati dal rosso sono capaci di imprimersi in modo indelebile nella nostra mente. Anzi, al contrario, il signor PA trova mediocri i pittori che abusano del rosso per rendere più sgargianti le loro opere. Se è fondamentale notare che in questo dipinto il colore rosso raggiunge pienamente l’obiettivo che si propone, è altrettanto importante sottolineare che chi ha vestito il piccolo Manuel Osorio prima che posasse per Goya – la madre, forse? – ha scelto un abbigliamento molto appropriato. Del resto, è proprio grazie al suo abito che il bambino è diventato immortale, se così si può dire. Ma quando il signor PA cerca di immaginare il giorno in cui il piccolo Don Manuel ha posato per Goya (che all’epoca aveva 40 anni), si rattrista puntualmente perché sa che l’adorabile Don Manuel è morto appena quattro anni dopo che questo dipinto è stato ultimato.

Ecco perché prova tanto affetto per il bambino, ogni volta che si accosta al dipinto. Osservare il ritratto di un re o di un generale deceduto non è lo stesso che guardare il ritratto di un bambino morto all’età di otto anni (1784-1792). Un dipinto di questo tipo porta con sé il dolore per una vita mai vissuta. I ritratti di re o generali, invece, di solito raffigurano un momento trionfale, glorioso, un’immagine autorevole. Quando osserva i dipinti che i grandi del passato hanno commissionato per dimostrare quanto fossero importanti, il signor PA non si addolora per la loro dipartita. Ma, ogni volta che ricorda che il piccolo Don Manuel Osorio è morto bambino, si sente in colpa per essere ancora vivo a settant’anni mentre vaga per le sale del museo intento a cercare di dare un senso alla sua vita. […] Qualcosa nel bambino gli ricorda un nobile ignaro delle sanguinose ribellioni, delle guerre, delle rivoluzioni che lo attendono all’orizzonte. Il signor PA apprezza l’innocenza e l’indifferenza del bambino in abito rosso.

Alcuni storici dell’arte affermano che questo ritratto è stato commissionato a Goya dopo la morte del giovane Manuel Osorio, il che significa che avrebbe dovuto dipingerlo a memoria e usando l’immaginazione, piuttosto che guardando il bambino dal vivo. Il signor PA non condivide questa teoria. Non ci crede. Il pensiero che Goya guardasse il piccolo Manuel mentre dipingeva il suo ritratto fa sì che il signor PA immagini che il bambino ora lo stia guardando, o che forse si siano incontrati nelle sale di qualche palazzo spagnolo.

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