venerdì 22 gennaio 2016
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C’è il sorriso di Giovanni, che con la sua carrozzella attraversa il mare in nave dalla sua Palermo per arrivare a Milano, e la neo diplomata milanese Carolina che ha deciso di andare a studiare negli Stati Uniti. E poi, Tony, che grazie ai sacrifici della famiglia è diventato campione mondiale di moto cross, e, ancora, il piccolo Daniele, che dimentica di essere celiaco quando balla l’hip hop. Tutti hanno in comune una cosa: la passione per la musica e per Jovanotti. Ed è attraverso i loro occhi che Lorenzo ha deciso di far raccontare il proprio concerto allo stadio di San Siro di Milano per il suo concerto del 26 luglio 2015. È il racconto de “Gli immortali”, il film che prende il titolo da una canzone dell’ultimo album della popstar che sarà in onda in prima tv il 4 dicembre su Sky Uno HD e Sky Arte HD, con la regia di Michele Truglio. A fare da colonna sonora i grandi successi, carichi di energia e poesia di Lorenzo, da “Penso positivo” a “Sabato” e “L’ombelico del mondo”. 
«Gli immortali siamo noi, i mortali, che possono sperimentare l’estasi dello stare al mondo. Volevamo attingere a questo fatto assoluto e tirarne fuori un racconto che emozioni» ha detto Jovanotti a Milano, approfittando dell’incontro con la stampa per parlare di umanità, voglia di positività, desiderio di condividere. 
Gli “immortali”, sottolinea Lorenzo, hanno tutti degli obiettivi ben precisi «perché è proprio negli obiettivi che c’è il senso dell'immortalità. Quando hai degli obiettivi ti dimentichi anche dello scorrere del tempo e fin quando per me ci saranno degli obiettivi io non sarò mai vecchio». Il pensiero di Jovanotti, in questi giorni  in concerto al Forum di Assago (Milano), va ai giovani perché l’Italia è il Paese delle opportunità – dice – concentra frustrazioni ed entusiasmo assieme e forse, in questo momento, ci vuole più forza, più determinazione di quando ero giovane io. In ogni caso non potrei mai rinunciarvi anche perché -aggiunge- è il paese che mi ha dato la possibilità di studiare, di crescere e di fare il mestiere che faccio». Nonostante la paura, dopo gli attentati di Parigi. «Dagli attentati di Parigi è cambiato tutto – ha spiegato Jovanotti – ma non ho mai pensato di fermarmi. Quando il concerto comincia si dimentica tutto e le cose più leggere diventano un’oasi di felicità che dobbiamo difendere»
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