sabato 11 aprile 2009
La tecnica della guerra nell’Antico Testamento faceva largo uso di spie. La studiosa Usa Mary Sheldon ne racconta imprese e tattiche.
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Quello della storia militare è un campo generalmente frequentato da specialisti ed appassionati, con il risultato che le loro ricerche spesso rimangono confinate nel settore degli addetti ai lavori. Le pubblicazioni di Rose Mary Sheldon, docente di storia al Virginia Military Institute, rappresentano una felice eccezione: già nota al pubblico italiano per l’eccellente Guerra nell’antica Roma (Libreria Editrice Goriziana 2008), la studiosa nordamericana torna nelle nostre librerie con Spie nella Bibbia, che potremmo definire una storia militare dell’Antico Testamento. L’idea, nuova e originale, nasce dall’abbondanza di conflitti narrati nell’unica fonte che abbiamo a disposizione per le vicende relative al periodo più antico, ovvero la Bibbia, i cui contenuti sono stati messi a confronto con i dati ottenuti dalle più recenti spedizioni archeologiche, e i più autorevoli e aggiornati studi biblici. Terra di confine, esposta inevitabilmente all’incontro di civiltà e allo scontro di popoli, la Palestina è sin dall’inizio dei tempi dilaniata da guerre e soprattutto da guerriglie, vista la frequente sproporzione di forze delle potenze in campo. Affinché un’operazione di guerriglia sia efficace, deve basarsi sulla corretta valutazione della potenza nemica e quindi sulla raccolta di informazioni più dettagliata possibile, raccolta affidata appunto – come ci racconta la Sheldon – a una vasta ed efficiente rete di agenti segreti, infiltrati e soprattutto affascinanti spie, come ci confermano, ad esempio, le vicende di Rahab, Giuditta e Dalila. Le operazioni di intellligence accompagnano Israele sin da quando gli Ebrei sono tribù nomadi del deserto alla conquista della città di Canaan, e proseguono fino alla rivolta di Bar Kokeba, lungo i secoli che vedono l’unificazione delle dodici tribù di Israele, il Regno di Davide, la guerriglia contro i Maccabei e soprattutto le guerre di liberazione contro i Romani. Per una sorta di crudele contrappasso, come fa notare l’autrice, negli ultimi sessant’anni la situazione si è invertita, e ora tocca al popolo d’Israele subire la reazione violenta di una popolazione in lotta per la propria terra, e che opera, vista la sproporzione di forze, affidandosi a tecniche di guerriglia e di guerra non convenzionale. Anche per la loro straordinaria attualità, le operazioni militari dell’antico Israele sono qui studiate e discusse, alla luce però della consapevolezza che, cambiato il quadro generale, cambiano anche le scelte e le conclusioni: «La storia ci insegna a pensare e decidere – sintetizza Mary Sheldon – sulla base di dati appartenenti a contesti culturali e temporali diversi». E proprio su questo assunto si basa la tesi esposta e ribadita dall’autrice, volta a dimostrare che gli eventi bellici narrati nell’Antico Testamento non avvennero nei modi e soprattutto nei tempi descritti. Senza sposare le tesi di storici «revisionisti» – come quelli, ad esempio, appartenenti alla cosiddetta scuola di Copenhagen – secondo i quali la storia di Israele è stata «inventata» per motivi politici dai sionisti moderni, Mary Sheldon non abbraccia neppure l’ipotesi contraria, ovvero che la Bibbia sia un libro dal contenuto storico preciso e dettagliato. Gli autori della Bibbia sono ovviamente interessati molto più al contenuto teologico della loro opera piuttosto che all’accuratezza storica, preoccupazione tutta moderna, e spesso impossibile. Unendo dati e fonti, viene infatti evidenziato anche il problema della datazione degli eventi narrati, che risulterebbero più plausibili se collocati in un contesto molto più recente e vicino all’epoca della stesura effettiva. Ma anche quello della datazione è un idolo tutto moderno, e spesso falso come ammoniva Marc Bloch: «Allo studioso piace la datazione precisa. Trova che essa sia tanto tranquillizzante per il suo istintivo horror vacui, quanto rassicurante per la coscienza». Comunque, anche per i problemi che solleva e soprattutto per le conclusioni che porta, Spie nella Bibbia è tanto un eccellente saggio sull’arte della guerra nel mondo antico quanto un originale contributo agli studi biblici.
Rose Mary SheldonSpie nella BibbiaLibreria Editrice GorizianaPagine 380. Euro 24,00.
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