giovedì 20 luglio 2023
Arrivata in esposizione al Museo della Memoria della città umbra la bicicletta del campione concessa da un collezionista grazie alla nipote del grande ciclista, Gioia
Gioia Bartali con la bici del nonno campione concessa da un collezionista

Gioia Bartali con la bici del nonno campione concessa da un collezionista

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Mentre sulle strade di Francia in pieno Tour aleggiano in questi giorni, ancora e per sempre, le leggendarie sgroppate dei grandi campioni delle due ruote in quell'impolverato dopoguerra ebbro di sudore e di rinascita, da una curva del passato e dalla generosità di un collezionista è spuntato all'improvviso "quel naso triste da italiano allegro" del Ginettaccio a fare capolino nel “Museo della Memoria, Assisi 1943 -1944” che, con uno scatto d'altri tempi, si è ora arricchito di un nuovo importante e prezioso oggetto. Per qualche mese l'esposizione allestita nei locali del Vescovado-Santuario della Spogliazione ospiterà infatti la bicicletta con cui Gino Bartali, nel 1949, arrivò secondo al Tour de France. La due ruote, concessa temporaneamente dal collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, è stata appena svelata durante la cerimonia di consegna che si è svolta martedì nei locali del Museo (In piazza Vescovado n. 3 ad Assisi).

Per l'occasione erano presenti, con il sindaco della Città di Assisi, Stefania Proietti, e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria, il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino Coppi, figlio di Fausto che vinse il Tour del 1949 e che con Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli italiani nel dopoguerra.

Le sale dell’esposizione già ospitano la cappellina di Gino Bartali, grande campione e uomo di fede, e ora arriva anche una bicicletta che è di poco successiva a quelle usate per le staffette della salvezza che videro il campione trasportare, all’interno della canna della bici su cui si allenava, i documenti falsi stampati in Assisi e destinati agli ebrei di Firenze.

“Con piacere - ha detto Gioia Bartali - abbiamo accolto l’invito del Museo della Memoria di valorizzare una delle bici del nonno: ringrazio il collezionista che l’ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al Museo”.

“Il Museo - aggiunge Marina Rosati - sta crescendo nell'apprezzamento dei visitatori, nelle iniziative nelle scuole, nella promozione di accoglienza di Assisi. Ci mancava la bicicletta di Bartali ed ora grazie a questo collezionista e all'intercessione della nipote Gioia sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia. Tante persone vengono e chiedono di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase storica: 'Il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca', che è un grande insegnamento per tutti noi".

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