mercoledì 12 luglio 2023
Missione archeologica dell'Università "La Sapienza" di Roma porta alla luce nuovi manufatti e tratti di muratura mai visti prima
La basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme

La basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme - WikiCommons

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I lavori di scavo nell'area immediatamente antistante l'Edicola nel complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove si ritiene sia stato sepolto Gesù, hanno portato alla luce tracciati paleocristiani, nuovi manufatti e tratti di muratura mai visti prima. Le ricerche sono state condotte sotto la guida della professoressa Francesca Romana Stasolla del Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università "La Sapienza" di Roma nell'ambito del programma di restauro del pavimento della basilica.

Lo scavo, spiega un comunicato della Custodia di Terra Santa, ha consentito di rivenire l'articolazione paleocristiana della sistemazione dell'Edicola, alla quale si accedeva tramite due gradini in marmo bianco. Davanti ad essa, si estendeva una pavimentazione in lastre litiche, della quale si sono rinvenute le tracce nella malta di preparazione; di esse è ora possibile ricostruire le misure e l'andamento.

La pavimentazione proseguiva per circa 6 metri verso est, fino a congiungersi con un piano di grandi blocchi litici bianchi, ben lisciati, disposti con andamento nord-sud. Questa sistemazione rappresenta l'aspetto finale della Rotonda alla fine del IV secolo, come viene datato dal ripostiglio monetale rivenuto al di sotto della preparazione pavimentale in lastre litiche e che ha come ultime emissioni le monete dell'imperatore Valente (364-378).

Il rinvenimento di tratti di muratura anteriori la fine del IV secolo conferma la presenza di forme di organizzazione della Rotonda nel corso del secolo, ancora da ricostruire nella loro interezza. Sono inoltre emersi i resti della base della balaustra della recinzione liturgica cinquecentesca, rimasta in uso fino ai rifacimenti ottocenteschi.

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