sabato 10 febbraio 2024
il reattore Jet si congeda con un nuovo record: prodotti 69 megajoule per 5 secondi, utilizzando solo 0,2 milligrammi di combustibile. Ma per le primi centrali bisognerà attendere decenni
Il reattore sperimentale per la fusione nucleare Jet ha conseguito un nuovo record prima della sua dismissione

Il reattore sperimentale per la fusione nucleare Jet ha conseguito un nuovo record prima della sua dismissione - Archivio

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Uscita di scena "col botto" per il reattore sperimentale europeo Jet: una delle più grandi e potenti macchine del mondo costruite per produrre energia dalla fusione nucleare, ossia imitando i processi che avvengono nel cuore delle stelle. Jet conclude la sua carriera con un record assoluto, ovvero con la produzione di energia "pulita" pari a 69 megajoule per 5 secondi, utilizzando soli 0,2 milligrammi di combustibile. "Una pietra miliare nel campo della scienza e dell'ingegneria della fusione", l'hanno definita gli esperti europei che hanno annunciato il nuovo record del Joint European Torus nella conferenza stampa online organizzata dal consorzio europeo Eurofusion.

Anche se ci vorranno ancora diversi decenni prima di vedere centrali a fusione in attività (ad oggi ci sono ancora diverse difficoltà sia tecniche che teoriche da superare, non banali), adesso è comunque un po' più vicina la possibilità di avere una fonte di energia duratura e pulita, a partire da materiali poco costosi. Merito anche del nuovo primato europeo dicono i governi e gli enti coinvolti, risultato della collaborazione di almeno 300 ricercatori, e al quale l'Italia ha contribuito non poco. Il nostro è infatti uno dei 31 Paesi che fanno parte di Eurofusion e partecipa al consorzio con Enea, Consiglio nazionale delle Ricerche, consorzio Rfx di Padova e alcune università.

L'esperimento da record si chiama Dte3 e risale al 3 ottobre 2023: è stata l'ultima grande prova del reattore attivo da 40 anni in Gran Bretagna e andato in pensione a fine dicembre 2023. "Un canto del cigno", come lo ha definito il ministro britannico per il Nucleare e le Reti, Andrew Bowie. L'energia che per 5 secondi è stata generata all'interno del tokamak, il reattore dalla struttura toroidale che ricorda quella di una ciambella, ha battuto il record ottenuto dalla stessa macchina nel febbraio 2022, quando ha generato energia pari a 59 megajoule. All'interno del tokamak un potente campo magnetico ha contenuto in modo stabile il plasma (il quarto stato della materia, ovvero del gas ionizzato neutro, costituito da elettroni e ioni la cui carica elettrica totale è nulla), che si ottiene all'interno del reattore. Infatti il plasma di idrogeno viene riscaldato a più di cento milioni di gradi, a queste temperature la repulsione di tipo elettrico, che generalmente tiene lontane le particelle, svanisce, e i nuclei degli atomi di idrogeno si fondono per formarne uno più pesante, di elio e liberando energia. Nell'esperimento Dte3 è stato utilizzato un mix di atomi di deuterio e trizio, ovvero isotopi dell'idrogeno, e l'Italia, con il Cnr, ha contribuito a misurare l'energia prodotta dalla reazione di fusione.

Il successo di quest'ultimo esperimento lascia un'eredità importante per le future ricerche sulla fusione nucleare. Ha infatti confermato la possibilità di riprodurre gli esperimenti finora condotti, che è possibile migliorarli per ottenere risultati sempre più significativi e che le metodologie finora adottate da Jet funzionano. Al punto che "siamo in grado di creare in modo affidabile plasmi di fusione utilizzando la stessa miscela di combustibile che sarà utilizzata dalle future centrali a fusione", ha detto Fernanda Rimini, senior manager di Jet per lo sfruttamento. Ora si guarda perciò al futuro, con il reattore sperimentale Iter, frutto di una vastissima collaborazione internazionale e in costruzione nel Sud della Francia, e il dimostratore tecnologico Demo, ha detto il presidente del consorzio Eurofusion Ambrogio Fasoli, anche se sulla riuscita di questo progetto ci sono, nella comunità scientifica internazionale, non pochi dubbi, tecnologici appunto ma anche teorici. "Oltre ad avere stabilito un nuovo record, abbiamo ottenuto risultati mai raggiunti prima e approfondito la nostra comprensione della fisica della fusione", ha rilevato. A riconoscere l'eredità importante del reattore Jet è anche il direttore generale di Iter, Pietro Barabaschi: Jet è stato un precursore di Iter a tutti gli effetti, "nella sperimentazione di nuovi materiali, nello sviluppo di nuovi componenti innovativi e, soprattutto, nella generazione di dati scientifici dalla fusione deuterio-trizio".

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