venerdì 17 giugno 2022
Da Pioli a Ronaldo, è ormai un rito festeggiare un trionfo partendo con la bicicletta verso un santuario Ma è un’esperienza che può cambiare la vita di tutti, come dimostra una guida spirituale
L’ex attaccante brasiliano, Ronaldo, presidente del Valladolid: per festeggiare la promozione nella Liga ha fatto in bici elettrica il Cammino di Santiago

L’ex attaccante brasiliano, Ronaldo, presidente del Valladolid: per festeggiare la promozione nella Liga ha fatto in bici elettrica il Cammino di Santiago - Epa

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È la rivincita del “fioretto”. Una pratica tacciata sempre di bigottismo che invece spopola come non mai tra gli sportivi dopo una vittoria. Spesso si tratta di promesse ai limiti della follia, a volte invece di un banale quanto appariscente cambio di look, taglio di barba o capelli. È sempre però molto gettonato il pellegrinaggio in bici. Una “fuga per la vittoria” che non sempre scaturisce da motivazioni religiose ma spesso è indice di una certa ricerca spirituale. Tra i “praticanti” più numerosi ci sono gli allenatori. Come il mister dei campioni d’Italia del Milan, Stefano Pioli, che dopo aver vinto lo scudetto ha rispettato il fioretto di scalare il Passo della Cisa a Berceto: la chiesa che si trova in cima, il santuario della Madonna della Guardia, è un luogo molto caro all’allenatore rossonero perché qui si sposarono i suoi genitori. È un rito senza distinzioni di categoria tant’è che quest’anno anche l’allenatore del Cosenza, Pierpaolo Bisoli, dopo aver salvato i calabresi in Serie B ha raggiunto in bici il santuario di san Francesco di Paola. Per non parlare dei tecnici che hanno già dei precedenti come Davide Nicola che nella fede ha trovato la forza per andare avanti dopo la tragedia del figlio investito a 14 anni. Nel 2017 dopo aver salvato il Crotone pedalò fino a Torino, ora deve esaudire l’ultimo voto: a piedi dal Papa, per aver ottenuto la salvezza con la Salernitana.

E che dire di Ronaldo il Fenomeno? L’ex attaccante brasiliano, oggi 45enne, ha mantenuto la promessa: per festeggiare la promozione nella Liga del Valladolid (il club di cui è presidente) ha percorso in bici (elettrica) il Cammino di Santiago il percorso del tradizionale pellegrinaggio che si conclude alla tomba dell’apostolo Giacomo, nella Cattedrale di Santiago de Compostela, in Spagna. «Che esperienza straordinaria ha detto all’arrivo Ronaldo - Il Cammino è durissimo, ma sono stati quattro giorni incredibili, ho tanti dolori e fastidi […], ma ne è valsa la pena. La Cattedrale e il Cammino sono bellissimi. Ho pensato a mille cose durante il Cammino, ma sono grato per tante cose», ha aggiunto l’ex calciatore, considerato uno dei migliori centravanti della storia del calcio. E tuttavia non bisogna certo essere sportivi affermati e nemmeno ciclisti professionisti per intraprendere una pedalata in grado di lasciare il segno. È un’esperienza alla portata di tutti, l’unico “fioretto” è quello di ascoltare fino in fondo il proprio cuore. Provare per credere.

È anche l’invito forte di un libretto curioso Ciclisti di Dio. Il pellegrinaggio in bici: una guida pratica e spirituale (Ultra, pagine 112, euro 11,50). L’autore, Francesco Cavallaro, ha fatto della sua passione per la bicicletta lo strumento per rispondere alle domande più importanti che ci portiamo dentro: qual è il senso dell’esistenza? Perché siamo venuti al mondo? Quale destino ci attende? Sono queste le coordinate per saltare in sella alla ricerca di qualcosa che vale di più, perché in ballo c’è il desiderio di felicità dell’uomo di ogni tempo. Come nel Medioevo i pellegrini partivano alla volta dei luoghi sacri andando incontro a imprevisti e pericoli di ogni genere, anche oggi si parte per un viaggio che ci metterà a dura prova nel fisico ma anche nello spirito. Un viaggio dell’anima che si può compiere con qualsiasi mezzo, perché ciò che conta è lo scopo finale. Ma la bici ha l’indubbio vantaggio di farti sentire sulla pelle la meraviglia dei paesaggi che si attraversano. E le salite poi hanno un valore pedagogico perché ti insegnano che nulla si ottiene senza sacrifici. Non c’è di meglio insomma per interiorizzare un altro stile di vita, quello della gratitudine per tutto ciò che ci circonda e che ci è dato. Così nel silenzio della fatica o sulle vette che lambiscono il cielo, si può scoprire o temprare una fede che è relazione con Qualcuno che dall’alto guida i nostri passi. E la soddisfazione infine di avercela fatta è linfa per il “pellegrinaggio” di tutti i giorni, la vita, con le sue salite e le sue discese. Con la speranza certa che non vaghiamo a caso in questo mondo, ma siamo diretti verso una meta più alta per una gioia che non finirà.

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