venerdì 2 giugno 2017
Ogni calciatore che indossa la «camiseta blanca» agli ordini di mister Zizou Zidane in caso di successo a Cardiff incasserebbe 1,5 milioni di euro. Per i bianconeri il premio è di «soli» 350mila euro
Il calciatore del Real Madrid, Cristiano Ronaldo

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Non ditelo ai poveri, ai precari di tutto il mondo, agli impiegati, agli operai, alle casalinghe non remunerate o ai pensionati con la minima che i calciatori del Real Madrid, sequesta sera a Cardiff alzeranno al cielo la Champions, si porteranno a casa una fortuna. Ogni singolo che indossa la “camiseta blanca” agli ordini di mister Zizou Zidane in caso di successo sulla Juventus incasserebbe 1,5 milioni di euro. Uno sproposito che sa di gomitata in pieno viso a tutti noi comuni mortali, i dannati della busta paga a fine mese, fatta tutta al più di scatti di anzianità e mai in campo. Una goccia quella cifra, probabilmente,nell’oceano patrimoniale di Cristiano Ronaldo, ragione sociale CR7, e compagni. Anche l’ultimo panchinaro del Real, standosene comodamente seduto in panchina ad osservare la finalissima di Cardiff, calcolatrice alla mano sa che il suo compenso per una serata, speciale, ma pur sempre una serata in Galles, sarà pari a 16.666 (periodico) di euro al minuto. È il tesoro che il presidente dei galattici Florentino Perez aveva promesso in caso di vittoria del “doblete” Liga - già conquistata - e Champions, da conquistare.

E il premio vittoria peri giocatori della Juventus? Beh, un quinto rispetto a quello del Real e un quasi “morigerato” assegno da 350mila euro che il presidente Andrea Agnelli staccherebbe a Gigi Buffon e soci. Il disturbo ai bianconeri li ripagherebbe, sempre in caso di successo sul Real, di 3.888 euro al minuto. Se si va ai tempi supplementari (gara protratta fino al 120’) la quota scende sotto i 3mila euro ogni sessanta secondi sul quale va calcolato anche l’eventuale onere e lo stress da lotteria dei rigori. Vita agra di un “Pipita”Higuaìn. Cose che un appena maggiorenne, come il portiere del Milan Gigio Donnarumma, ha già imparato. Nel suo rifiuto al contratto da 4,5 milioni a stagione proposto dal club rossonero (in cui è nato e cresciuto) c’è la triste conferma: ogni calciatore è un’azienda. E comunque vada questa sera a Cardiff, vince quasi sempre chi paga e chi spende di più.


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