giovedì 8 gennaio 2015
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L’uomo che surfa sulla neve è un atleta strappato alla carpenteria. Martello, chiodi e tavole di legno sono stati il pane quotidiano di Roland Fischnaller dai 14 ai 20 anni: «Lavoravo dieci ore al giorno in cantiere, solo di sera mettevo la tavola ai piedi. Un bel giorno ho deciso di fare sul serio e sono diventato atleta a tempo pieno...». O, meglio, un fuoriclasse capace di vincere una Coppa del mondo e tre medaglie ai Mondiali di snowboard. Quando per lui la carriera sembrava al capolinea, dopo l’ennesima delusione olimpica, Roland Fischnaller è rinato. Il trentaquattrenne skater altoatesino è stato, infatti, il protagonista indiscusso della prima parte di questa stagione, grazie a tre successi in altrettante gare. L’esperto Roland ha trionfato nel gigante parallelo di Carezza e nello slalom parallelo di Montafon. «Meglio di così la stagione non poteva cominciare. Non mi aspettavo di vincere due volte dopo l’infortunio al tendine del ginocchio che mi aveva bloccato per alcune settimane a settembre. Evidentemente la mente è stata più forte del fisico». Non sazio, Fischnaller si è imposto, insieme a Nadya Ochner, anche nella gara a coppie miste di Montafon, battezzando nel migliore dei modi il nuovo format di gara: «È una formula avvincente che consente alle squadre minori di poter essere competitive». Dopo la débâcle olimpica di Sochi 2014, nella squadra azzurra si respira un’aria diversa. «È arrivato un nuovo preparatore atletico che ci ha trasmesso una carica di energia positiva. Gli allenamenti estivi sono andati bene. In più per fare gruppo siamo stati tutti al mare a Formia e ci siamo divertiti un sacco», spiega Fischnaller. Ma non c’è solo una ritrovata mentalità vincente. A contribuire ai successi dell’atleta altoatesino è stata anche l’innovazione tecnologica: «Sulla tavola abbiamo aggiunto una piccola piastra che mi consente di avere maggiore sicurezza. Adesso scendo in maniera più stabile, sebbene provi ancora dolore al ginocchio». Durate la preparazione, Roland si allena in palestra 15 ore a settimana, mentre in inverno passa quattro giorni su sette sulla neve: «Fino all’età di dieci anni ho praticato lo sci alpino, poi sono passato alla tavola per seguire mia sorella e non sono più sceso. Lo snowboard è più spettacolare dello sci, quando surfo mi diverto un mondo». Divertimento: questa è la parola d’ordine di Roland. «Se non provassi gioia, avrei già smesso, continuo perché mi diverto. L’obiettivo è arrivare alle Olimpiadi 2018: vorrei cancellare la delusione di Sochi». L’ottavo posto colto lo scorso anno sulle montagne vicine al mar Nero è stato un’ombra nella carriera di Fischnaller, che era giunto in Russia con altre ambizioni: «Purtroppo non sono riuscito a concretizzare il duro allenamento. A influire negativamente sulla stagione è stato anche il viaggio in bici verso Sochi fatto nella primavera del 2013...». Già, perché Roland oltre che uno skater è un avventuriero a 360 gradi. Un uomo che ama esplorare nuovi ambienti. «Sono andato in bicicletta, con alcuni amici, dalla Val di Funes fino a Sochi – racconta –. In sedici giorni. Abbiamo attraversato otto Paesi e tre fusi orari, passando dieci ore al giorno in sella, percorrendo circa 200 chilometri a tappa per un totale di 3.200 chilometri. È stata un’avventura stupenda, ma che dal punto di vista fisico mi ha distrutto. Porterò per sempre il ricordo dei paesaggi visti, ma non lo rifarei».A trentaquattro anni, Roland si trova ora a combattere con avversari molto più giovani: «I ventenni stranieri sono diversi rispetto alla mia generazione. La maggior parte ha frequentato il liceo sportivo in Austria o in Germania, io invece dopo le scuole medie sono andato a lavorare e mi allenavo solo la sera dopo una giornata di fatica. L’essermi arruolato nell’Esercito a 20 anni mi ha cambiato la vita. In Italia se vuoi fare sport ad alto livello devi essere per forza un militare».Dopo le feste in famiglia, Roland ha ricominciato ad allenarsi. Domani e venerdì gareggerà in Austria, a Bad Gastein, mentre a fine mese sempre in Austria, a Kreischberg, si assegneranno i titoli iridati. «Dovrò difendere le due medaglie conquistate due anni fa. Sarà difficile perché non so se il ginocchio reggerà».Oltre alla neve, Roland ha sperimentato anche la tavola sull’acqua. «Ho fatto un corso di kitesurf, ma preferisco la montagna e il manto bianco sotto i piedi. Se tornassi indietro sceglierei di nuovo lo snowboard. Non mi interessa essere famoso, ma solo divertirmi. Ai calciatori non invidio nulla, anzi li inviterei a provare le emozioni della tavola». Uno sport di nicchia, dove però lo spettacolo è assicurato.>
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