lunedì 8 giugno 2020
Il frate francescano entrò nella basilica di Santa Croce invasa dall'acqua e con i suoi confratelli mise in salvo il capolavoro divenuto simbolo della città colpita dall'alluvione
Il Crocifisso di Cimabue della basilica di Santa Croce a Firenze

Il Crocifisso di Cimabue della basilica di Santa Croce a Firenze - WikiCommons

COMMENTA E CONDIVIDI

È scomparso all'età di 92 anni il padre francescano Massimiliano Rosito. Nato a Ferrandina, in provincia di Matera, nel 1928, ha trascorso a Firenze, nella basilica di Santa Croce, larga parte della sua esistenza. Padre Rosito è stato uno dei simboli della Firenze travolta dall'alluvione del 1966 quando nella basilica invasa dalla piena salvò il Crocifisso di Cimabue. Insieme ai suoi confratelli mise in sicurezza quello che era rimasto dell’opera che sarebbe poi diventata il simbolo dell’alluvione della città, travolta da acqua e fango. Nei mesi successivi il frate si impegnò moltissimo nel restauro, lungo e faticoso, del capolavoro di Cimabue: dal legno medievale si era staccato infatti il 70% della pittura.

Nel dicembre 2008 padre Rosito era stato insignito dal Comune di Firenze del Fiorino d'oro, la massima onorificenza della città, "per la sua preziosa attività nella direzione della rivista 'Città di Vita', divenuta riferimento costante – si leggeva nella motivazione - della comunità cittadina, animandone e interpretandone i valori, i personaggi e le opere, attraverso un confronto interculturale coraggioso e anticipatore". Domani i funerali.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: