giovedì 11 agosto 2016
L'azzurra si arrende in finale contro la russa Deriglazova per 12-11. Poi la foto con la bandiera dell’Ue: «Isis non vincerà».
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Fioretto donne: argento Di Francisca
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​Era la nostra cassaforte, l’oro di casa, la medaglia che non mancava mai. Invece per la prima volta dopo 20 anni, l’Italia del fioretto femminile deve accontentarsi del secondo gradino del podio ai Giochi. Elisa di Francisca si arrende dopo una rimonta bella ma incompiuta alla russa Deriglazova che le toglie l’oro conquistato a Londra 2012, e conservato nel medagliere azzurro da Valentina Vezzali prima di lei per tre edizioni olimpiche. Una beffa doppia per come è maturata, visto che la russa che ha battuto Elisa è allenata proprio da Stefano Cerioni, ex maestro della stessa Di Francisca e al suo fianco quattro anni fa quando a Londra la jesina si affermò definitivamente sulla scena internazionale battendo in una splendida finale tutta italiana Arianna Errigo.
 
E’ d’argento dunque l’undicesima medaglia azzurra di questi Giochi. Prestigiosa certo, ma alla fine abbastanza deludente vista la tradizione che accompagna le nostre fiorettiste, già penalizzate in questa edizione dall’assenza della gara a squadre, altra tradizionale disciplina nella quale difficilmente falliscono. Elisa di Francisca ha pagato in finale l’inspiegabile crisi che ha patito dopo essere andata in vantaggio per 3-0 in avvio, concedendo poi alla russa 7 stoccate vincenti consecutive. Il fioretto di Elisa è tornato poi a “funzionare”, rendendosi protagonista di una grande rimonta. Ma il divario era enorme e la Deriglazova si è imposta alla fine per 12-11.
 
A completare la giornata storta della scherma italiana, prima l’uscita di scena degli uomini della sciabola (con Aldo Montano battuto agli ottavi e Diego Occhiuzzi ancora prima) e l’eliminazione inattesa nella stessa gara che avrebbe dovuto proporre la sfida con la Di Francisca nei primi turni della Errigo ad opera della canadese Harvey, con tanto di accuse al maestro Tomassini, a riprova di un clima non certo disteso all’interno della squadra. Come del resto accadeva in passato, con la regina Vezzali spesso invisa alle compagne. Ma allora i trionfi cancellavano sempre ogni problema di rapporti, e i sorrisi riuscivano a dissimulare il disagio. Ora evidentemente non più.
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