lunedì 30 ottobre 2023
Lo showman, il 6 novembre torna con il programma di infotainment alle 7 del mattino e si confessa con Avvenire: «Facendo satira sulla Chiesa prendo in giro me stesso. Sogno papa Francesco in diretta»
Fiorello

Fiorello - Adolfo Franzò

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Da lunedì 6 novembre ogni mattina, alle 7, sarà l’ora del Rosario a Viva Rai2! Ovviamente parliamo dell’augusteo Rosario Fiorello, 63 anni, da Augusta. L’ultimo one man show di cui dispone mamma Rai. Un fuoriclasse dell’intrattenimento, pardon “infotainment”, per il quale però vale un po’ quello che disse Gianni Mura in faccia al re degli imitatori, Maurizio Crozza: «tu segni a porta vuota». Nel deserto dei barbari che è diventata la tv generalista, uno show come Viva Rai2! passa per un fenomeno, un format radiotelevisivamente parlando originalissimo (Arbore e Boncompagni, ma anche Costanzo e Vaime, chi se li ricorda più?) e ormai di tradizione consolidata. Una chicca, rara, come fosse il Cirque du Soleil. Il merito è suo, del midaRosario o mediaFiorello, ovviamente, e anche un po’ di una squadra di autori di peso che lo segue da anni in tutti i suoi traslochi o “esili danteschi” come gli piace definire, in uno dei suoi spottini, il civile esproprio popolare che l’ha portato ad abbandonare via Asiago per stanziarsi al Foro Italico. Cambia il tempio, anzi lo stadio, ma il rito resta sempre lo stesso.

Il profeta Fiore che officia affiancato dall’ex “solito idiota”, l’esilarante spalla fiorentina Biggio e dall’ex Iena bonaria e francescana, il perugino Casciari. Se usiamo il tono canonico e il linguaggio ecclesiastico è perché in questi giorni di lancio del programma Fiorello ha insistito ancora dal suo pulpito con affondi sulla Chiesa. Dal “glass” mobile e temporaneo di via di Vigna Stelluti, via Instagram ha mischiato sacro e profano, riferendosi ai dati di ascolto della sua azienda: «La Rai sta andando malissimo, solo 550mila persone hanno visto Liberi Tutti, che poi sono cinque stadi messi insieme che guardano il programma della Guaccero, mica poche. L’ad Sergio ha pensato comunque di fare un pulmino con tutti i conduttori della tv pubblica e di portarli alla benedizione dal Papa. Se non dovesse funzionare in Vaticano, a fine ottobre tutti a Medjugorje».

E ancora, decontestualizzando fedelmente una frase di papa Francesco: «Il nostro Papa dice “no” alle donne prete, il celibato è obbligatorio. Si può abolire ma non sono io a farlo”. Scusi Santità, ma se non se ne occupa lei chi? Maria De Filippi? Don Matteo...?». Per poi buttarla in caciara finale: «Secondo me dobbiamo finirla con questa cosa qua. Io credo in Dalla, che aveva detto “i preti potranno sposarsi, ma solo a una certa età”. Poi è anche vero che gli uomini possono fare le suore: un suoro, un clarisso... insomma, le chiese cominciano ad essere vuote e bisogna andare avanti. Bisogna cambiare il format». Per i cambiamenti epocali, anche dei format, rivolgersi al popolo della Rete.

E lo scaltro showman infatti ha ingaggiato l’Harry Potter italiano di Youtube, il garbato Gabriele Vagnato: con 1,198,660 followers è il n. 349 del ranking di Instagram. Oh, mica pizza e fichi d’India di Sicilia. Dicevamo che quello della satira in salsa sacramentale è un tormentone che Don Fiore ha inaugurato a Sanremo quando si presentò in clergyman annunciando ai fedelissimi dell’Ariston: «Buonasera fratelli e buonasera sorelle! In questo mondo c’è bisogno di pace! Scambiatevi il segno di pace. Datevi la mano un con l’altro. Fatelo sul serio...».

Una gag ideata e motivata dicendo: «Questo è il festival delle polemiche e bisogna iniziare con qualcosa di veramente forte. Questo non è un abito blasfemo, ma un abito di scena. Dovevamo iniziare con qualcosa di potente. Questo è l’abito originale di Don Matteo». Don Matteo non manca mai nei pensieri di Fiorello che chiudeva lo sketch cantando “Amadeus” sulle note dell’Alleluia.

Fiorello, ma lo sa che i cattolici più sensibili si chiedono: come mai non fa mai ironia sui musulmani, sugli ebrei o sui sufi? Anzi no, su quelli si era spinto una volta per accostarli al grande Franco Battiato. So che risponderà che è figlio di famiglia cattolica, apostolica siciliana e che i suoi genitori l’hanno cresciuta a pane e catechismo, e allora come nasce questa voglia continua di satireggiare sulla Chiesa?

Perché parlano della mia religione, e sottolineo la mia religione. Perché sono un credente, quindi è un po’ come se facessi ironia su me stesso. Non mi permetto mai di insultare e non credo di essere mai stato cattivo nemmeno con la nostra religione o sbertucciando notizie che arrivano da Paesi cattolici, perché so che c’è una sensibilità che tocca quelli che credono e pregano tutti i giorni per chiedere aiuto dall’Alto… La nostra su, è satira bonaria. E se non la faccio su altre religioni il motivo è semplice: ci sono ancora quelle che puniscono pesantemente per una frase, si arriva ancora ad uccidere una donna per un velo non messo. Il bello della nostra religione è anche quello che grazie al libero arbitrio ci permette di esprimerci e viva Dio anche di sorridere…

Sia sincero, con il senno di poi rifarebbe la performance sanremese con la corona di spine in testa nel “quadro punk” di Achille Lauro?

Sì certo. Molti non sanno che in quel “quadro” avevo un abito già indossato a una sfilata di Pitti Uomo a Firenze. La nostra costumista mi disse: «Fiore, stasera indosserai un abito che arriva direttamente dall’Accademia della Moda». Lo aveva indossato un modello sconosciuto e non era successo niente, lo mettiamo io e Achille Lauro e boom, apriti cielo. Appunto apriti cielo! - sorride – . Ma volete sapere con cosa era fatta quella corona di spine? Con gli shanghai, le spine erano gli stecchini del gioco. Perciò tutto volevamo tranne che passare per blasfemi, e questo ve lo giuro su mio padre che non c’è più… e ho detto tutto.

Mamma Rosaria che è la sua maggiore “critica radiotelevisiva” e che non perde una puntata di Viva Rai2! cosa ne pensa?

Mia madre a me e ai miei fratelli fin da piccoli ci ripeteva «scherza con i fanti e non con i santi», e lo fa ancora, ed è ovvio che non vorrebbe mai che toccassi certi temi… Infatti, quando a Viva Radio2 facevo la parodia di padre Georg (Gänswein, allora segretario di papa Ratzinger) mia madre mi chiama e mi dice: «Rosario - imita la mamma in siciliano - ma che stai diventando un diavolo?» - sorride divertito -. Invece poi un giorno in un ristorante mi sento toccare la spalla, mi giro ed era padre Georg che mi fa: «Mi ricordo sai “quanto” tu mi “prentevi” in giro alla radio… Molto divertente!» (tutto con accento tedesco).

Fabio Fazio, nell’ultima stagione su Rai3 è riuscito a portare papa Francesco a Che tempo che fa: ha mai pensato di invitare il Santo Padre a una diretta di Viva Rai2?

Magari, sarebbe fantastico avere il Papa in trasmissione. L’ho conosciuto personalmente da poco e confesso che mi piacerebbe tantissimo se una mattina presto, urbe et orbi, papa Francesco si collegasse con Viva Rai2! per dare la benedizione e augurare buona giornata alla gente che va a lavorare o agli studenti che stanno per entrare a scuola. Sarebbe un bell’inizio per tutti. Noi ci proviamo a chiamare papa Francesco, c’abbiamo già provato e continueremo a provarci.

Fiorello, da icona pop qual è, ha mai pensato che questa grande presa che ha sulla gente potrebbe declinarla anche oltre uno schermo televisivo o la radio per canalizzarla su dei progetti solidali?

Per ora mi aggrappo ai progetti degli altri e non amo pubblicizzarli in prima persona. Posso dire che in Sicilia sono molto vicino a due ospedali e che faccio e farò sempre più cose se posso per essere d’aiuto a chi soffre. A un progetto personale non c’ho ancora pensato, ma Avvenire mi dà lo spunto per farlo e per ricordarvi che dal 6 novembre sarete sempre in cima alla mazzetta dei nostri giornali e nella rassegna riprenderò il mio tormentone: “Lo dice l’Avvenire!”.

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