venerdì 6 novembre 2020
La cantante pubblica il nuovo disco «Padroni di niente» nato durante il lockdown. «Spero nel cambiamento e denuncio anche il fenomeno delle spose bambine»
Fiorella Mannoia esce con il nuovo album Padroni di niente

Fiorella Mannoia esce con il nuovo album Padroni di niente - foto di Francesco Scipioni

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«Questo album è stato concepito durante il primo lockdown. In quel momento i nostri pensieri volavano alti, tutti ci interrogavamo sul senso della nostra via, su dove si stava andando, sulla nascita di un nuovo umanesimo, sulla necessità di rimettere al centro l’uomo al posto del profitto. Invece siamo ritornati come prima, se non peggio». Fiorella Mannoia è un fiume in piena, mentre racconta il suo nuovo lavoro, “Padroni di niente”, il nuovo album di inediti che esce oggi in digitale, cd e vinile. La Mannoia sfida il virus e annuncia che a maggio, inoltre, partirà il tour, undici date nei principali teatri italiani.

L'album è stato anticipato n radio dal singolo Chissà da dove arriva una canzone, brano scritto per Fiorella da Ultimo, mentre la settimana prossima uscirà in radio il brano che dà il titolo all’album, Padroni di niente scritto dalla Mannoia insieme ad Amara (autrice di Che sia benedetta) dove la cantante si ritrova a riflettere su come cambiare in meglio il mondo perché «sbaglia chi non cambia / chi genera paura e chi alimenta rabbia». «Durante il lockdown avevamo risentito questa coesione di popolo, cantavamo dai balconi, sentivamo il bisogno abbracciarci – ha spiegato la Mannoia -. Noi occidentali che ci siamo sempre considerati invincibili, padroni di tutto. E’ bastata una piccola entità cellulare per metterci in ginocchio tutti e farci capire che non siamo padroni di niente». La copertina del’album riassume il senso del lavoro, con la fulva interprete ripresa di schiena in una rivisitazione del celebre quadro Viandante sul mare di nebbia"di Caspar David Friedrich: al posto della nebbia, la protagonista osserva la civiltà, «quello che l'uomo è riuscito a costruire, ma anche a distruggere e a non risolvere, come le baraccopoli sotto ai grattacieli imponenti». L’invito della Mannoia è quello di «tornare all’ essenzialità, perché consumiamo cosi tanto?. Adesso siamo preoccupati del nostro futuro, siamo costretti a scegloere tra salute e lavoro».

Negli otto brani Fiorella Mannoia si circonda di autori a lei affini come sensibilità, al di là dell’età. E così c’è il duetto romantico con Ultimo, «un ragazzo chiuso e sensibile che sa scrivere canzoni», con collaboratori di lunga data come Amara e Bungaro, e di amici come Simone Cristicchi che nella divertente La gente parla critica la società di oggi, specie quella riflessa dai social dove tanto per dire qualcosa di parla ed escono «Le frasi che offendono gratuitamente / dette per noia o disperazione / giusto per attirare l’attenzione». In Sogna Fiorella prosegue il dialogo tra una una madre e una figlia mentre la questione femminile torna forte e urgente nel bel duetto Solo una figlia scritta dalla giovane cantautrice Olivia XX, in cui si denuncia il fenomeno delle spose bambine.

«Ho dato spazio a una giovane autrice – spiega Fiorella Mannoia – E’una canzone che parla di due adolescenti di due diversi continenti, con due destini diversi ma ugualmente drammatici. Una è una bambina che sta per essere data in sposa, una piaga per contrastare la quale mi sto battendo insieme ad altre iniziative con Amref sulle mutilazioni genitali femminili. L’altra è una adolescente italiana che subisce le violenze del padre. Olivia è stata ispirata dall’immagine una immagine che aveva visto durante gli sbarchi: una mamma giovanissima con il suo bimbo, ambedue morti. E anche questo brano non ha un lieto fine, io cerco sempre di lasciare uno spiraglio alla speranza nelle mie canzoni. Ma Olivia mi ha risposto: non sempre nella vita si vince, spesso queste cose vano a finire male, bisogna raccontare la verità fino in fondo». La Mannoia ha confermato che continuerà a battersi su questo fronte. La serata evento al femminile con la Rai (con la Mannoia accanto a Sabrina Ferilli e Maria De Filippi) che doveva tenersi il 25 novembre è slittata ma si farà, mentre il concerto Una, nessuna, centomila che doveva tenersi lo scorso settembre, si terrà il prossimo 26 giugno all’Arena Campovolo di Reggio Emilia».

Parlando del tour, al momento programmato per maggio 2021, l’artista ha aggiunto: «Noi dobbiamo ripartire, perché solo così si aiutano i lavoratori dello spettacolo. Ci sono dei fondi, come Music Innovation Hub, dove chi vuole può contribuire. Ma dobbiamo chiedere a gran voce che i circa 250mila lavoratori dello spettacolo vengano considerati, perché finora dal Governo poco e niente. Qui c'è la percezione, di nuovo che “con la cultura non si mangia”. Questa china non l'abbiamo mai fermata. Ma si perde di vista il fatto che la musica, la cultura, hanno cambiato, segnato generazioni intere. Anche io, con le mie canzoni, ho forse aiutato qualcuno a crescere, a pensare. A me è successo lo stesso con De Andrè, De Gregori... ma stiamo scherzando? Noi siamo stati i primi a chiudere a febbraio. Adesso è diverso, siamo in un momento critico, è giusto chiudere tutto. Ma questa gente va tutelata, noi andiamo tutelati, perché musica, teatro, cinema sono essenziali come il pane che mangiamo».

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