mercoledì 10 luglio 2024
La commedia ironizza sulle tesi cospirazioniste che negano il successo dell’Apollo 11. L’astronauta Guidoni: «Se fosse stata una montatura i russi ci avrebbero smascherato subito»
Scarlett Johansson e Channing Tatum in “Fly Me to the Moon”

Scarlett Johansson e Channing Tatum in “Fly Me to the Moon” - .

COMMENTA E CONDIVIDI

Tra tutte le teorie cospirative che da sempre ambiscono a riscrivere la storia dell’umanità, ce n’è una particolarmente affascinate che nega lo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna il 20 luglio 1969. Il primo passo dell’uomo sulla Luna non sarebbe stato dunque un grande passo per l’umanità, ma una grande messa in scena voluta dal presidente Richard Nixon per distogliere l’attenzione del Paese dal disastro della guerra in Vietnam e affidata a Stanely Kubrick dopo l’Oscar vinto per gli effetti speciali di 2001 Odissea nello spazio. Una teoria confermata dai tanti riferimenti neanche tanto subliminali, all’Apollo 11 sparsi nel film successivo del regista, Shining. La verità starebbe nel mezzo: Kubrick avrebbe effettivamente realizzato il finto allunaggio negli studi di Londra della Metro Goldwin Mayer, ma quel filmato non venne mai usato perché Neil Armostrong, Buzz Ardin e Michael Collins approdarono realmente sul corpo celeste lasciando le loro impronte nel Mare della Tranquillità e piantando sul suolo lunare la bandiera a stelle e strisce.

Secondo altri questa di Kubrick sarebbe invece solo una leggenda, intrigante e divertente al punto da ispirare film come Capricorn One di Peter Hyams, con Elliott Gould e James Brolin (la missione però era su Marte) o l’esilarante commedia Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet in cui si immagina che a orchestrare l’allunaggio sia stato non il blasonato Kubrick, ma un eccentrico autore sperimentale, con tutte le tragicomiche conseguenze del caso.

Sul tema torna oggi la divertente commedia romantica Fly Me to the Moon Le due facce della Luna, diretto da Greg Berlanti, scritto da Rose Gilroy, interpretato da Scarlett Johansson, Channing Tatum, Woody Harrelson e nelle sale da giovedì con Eagle Pictures. La storia comincia quando Kelly Jones, ragazza prodigio del marketing, cinicamente convinta che per raggiungere un obiettivo ogni mezzo sia lecito, viene assunta dal governo per “vendere la Luna” e rilanciare l’immagine pubblica della Nasa per ottenere fondi. Lo scontro con Cole Davis, direttore del programma di lancio, gran lavoratore e sognatore alle prese con un difficilissimo compito, è inevitabile e lo scompiglio cresce quando la Casa Bianca, ritenendo che la missione sia troppo importante per fallire, incarica Kelly Jones di inscenare un finto sbarco sulla Luna come piano di riserva, senza informare la Nasa, però. Non potendo contare su Kubrick, il candidato migliore, la donna ripiega su un amico, un isterico regista di pubblicità deciso a dare un tocco autoriale a quell’insolito lavoro. A Cape Canaveral intanto il conto alla rovescia inizia davvero e la coscienza comincia a mordere anche Kelly che questa volta, all’insaputa del governo, farà in modo che il mondo possa vedere le reali immagini dell’evento più atteso del secolo.

Il racconto di uno degli eventi più significativi per il genere umano si tinge di rosa senza rinunciare però alla tensione di una missione apparentemente impossibile, all’adrenalina dell’impresa, alla riflessione sull’importanza anche politica della verità, all’approfondimento psicologico di personaggi feriti da un difficile passato e in cerca di riscatto. Da una parte il pragmatico Cole, il più bravo astronauta mai salito su una navicella spaziale a causa di una malattia, dall’altra l’irrefrenabile Kelly, sempre fuori da schemi e regole, reduce da una infanzia infernale e ora faticosamente impegnata a farsi accettare e rispettare in un mondo tutto al maschile nonostante sia il numero uno del settore. Accomunati però dalla medesima passione, i due impareranno a guardare il mondo anche con gli occhi dell’altro. «Il film – ha detto il regista – racconta i due aspetti che hanno fatto dell’America un Paese di grande ispirazione per molti: da una parte la convinzione che ogni traguardo sia raggiungibile, dall’altra l’insolenza di poter commercializzare qualunque sogno. Ci sono voluti due tipi di persone per andare sulla Luna: da una parte quelli che ogni giorno hanno lavorato duramente per rendere questa avventura tecnicamente possibile e dall’altra quelli come Kennedy che l’hanno venduta ancora prima di avere la certezza di poterla realizzare». E aggiunge: «Da secoli la Luna, unica luce nel buio della notte, ha qualcosa di spirituale, magico romantico. E forse, dopo il desiderio di raggiungerla, la cosa più ambiziosa che l’uomo possa concepire è proprio l’amore».

Il film è stato presentato ieri nell’Auditorium della Società spaziale italiana, introdotto dal presidente Teodoro Valente e alla presenza dell’astronauta italiano Umberto Guidoni che da detto: «Se il viaggio non fosse realmente avvenuto i russi ci avrebbero certamente smascherato». E aggiunge: «Con l’intelligenza artificiale c’è il rischio che la tecnologia vada più veloce della fantascienza, lasciando indietro anche il cinema, che ci ha fatto conoscere lo spazio prima che l’uomo ci arrivasse».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: