giovedì 13 marzo 2025
I 160 autori italiani dell'Acmf votano per il divieto. Il presidente Pivio: «A favore della tecnologia, ma non di quella che mette a rischio la creatività e il copyright». Esce doc con lui e De Scalzi
I compositori di colonne sonore Pivio e Aldo de Scalzi nel loro studio. Protagonisti del nuovo doc "Musicanti con la pianola"

I compositori di colonne sonore Pivio e Aldo de Scalzi nel loro studio. Protagonisti del nuovo doc "Musicanti con la pianola"

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Intelligenza artificiale generativa per comporre le colonne sonore dei film e tv? No grazie. L'assemblea dei soci Acmf - l'Associazione Compositori Musica per Film fondata nel 2017 con la presidenza onoraria di Ennio Morricone - ha approvato venerdì scorso a stragrande maggioranza l'inserimento nel nuovo statuto di un articolo che mette al bando l'uso dell'IA generativa nella produzione musicale degli iscritti. Non, quindi, il divieto di usare l’intelligenza artificiale di per sé, ma quella generativa, cioè la capacità di una macchina di generare un’informazione nuova e originale partendo da una serie di input che le vengono forniti. Si basa su reti neurali addestrate su grandi quantità di dati che consentono di riconoscere e generare nuovi contenuti simili a quelli appresi.

«Al fine di tutelare il diritto d’autore, il valore creativo e professionale dei compositori di colonne sonore - recita la nuova clausola - l’utilizzo diretto o indiretto di strumenti di Intelligenza Artificiale non umana generativa per la composizione o il ruolo di “prestanome” di opere destinate al deposito presso la Siae o enti equivalenti comporterà la perdita della qualifica di socio. Tale provvedimento è esteso al deposito di opere che non riportino un elenco chiaro e verificabile degli artisti interpreti ed esecutori coinvolti nella realizzazione dell’opera. ...Questo al fine di evitare il riconoscimento di qualsivoglia diritto connesso ad algoritmi o software di composizione assistita». Acmf è la prima associazione di spettacolo a inserire nel suo statuto questa condizione.

L'associazione compositori musica per film - che con la presidenza di Pivio e la vicepresidenza di Alessandro Molinari rappresenta i compositori di colonne sonore per film, tv e videogiochi italiani - ha attualmente circa 160 iscritti. Tra i suoi soci onorari, insieme a Pino Donaggio, Nicola Piovani e monsignor Frisina, artisti come Michael Nyman, Roger Waters, Hans Zimmer e Charles Bernstein. A spiegare ad Avvenire cosa ha spinto alla rivolta i compositori italiani è Pivio, al secolo Roberto Pischiutta, presidente dell’Associazone. Una decisione presa proprio nei giorni in cui esce nelle sale Musicanti con la pianola, un affascinante viaggio musicale attraverso gli ultimi 25 anni del cinema italiano dal punto di vista dei compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori di oltre 200 colonne sonore per il cinema (Il bagno turco, Ammore e malavita, Diabolik, Il silenzio grande), per la tv (Distretto di polizia, Il commissario Coliandro) e per il teatro. Suoni e visioni che, partendo dallo scenario di una Genova inaspettata, ci raccontano la loro lunga avventura nel mondo delle colonne sonore, fatto di passione e creatività artigiana. Ad accompagnarli, il regista Matteo Malatesta e un cast d’eccezione, da Ferzan Ozpetek a Enzo Monteleone, da Alessandro Gassmann ai Manetti Bros. Senza dimenticare gli scomparsi Claudio Caligari, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Vittorio De Scalzi e Alessandro D'Alatri. Una storia che svela il backstage di un’arte capace di emozionare, ma che l’arrivo dell’intelligenza artificiale potrebbe mettere a rischio. Prossime proiezioni del doc, acquistato da Rai Cinema, a Padova domani al cinema Lux e a Roma dal 17 al 19 marzo al Cinema Farnese e il 28 al Bif&st di Bari.

«Questo è un documentario che mostra due esseri umani veri dietro alla musica – racconta Pivio -. Il nostro rapporto con l’arte e con il mondo è sincero. Aldo ed io siamo profondi amici, ci conosciamo da 40 anni, nella musica collaboriamo dall’80, nel mondo delle colonne sonore da 28 anni. La nostra prima colonna sonora per un film, Il bagno turco di Ozpetek, l’abbiamo fatta ancora in un mondo quasi totalmente analogico. Il montaggio delle musiche avveniva sulla pellicola alla moviola. E fu un successo mondiale inaspettato». Oggi siamo immersi in una rivoluzione tecnologica totale, aggiunge il compositore che si fa portavoce delle inquietudini dei colleghi. «Dobbiamo intenderci sull’Intelligenza artificiale: ci sono dei passi avanti tecnologici molto interessanti e creativi, ma altre cose molto pericolose come l’IA generativa – aggiunge -. Ci sono programmi che, avendo avuto accesso a tutto il catalogo sulla rete, a milioni di brani di qualsiasi tipo, sono in grado di “creare” un brano musicale partendo da dei comandi dati sulla tastiera. Sono in grado realizzare qualcosa di ipoteticamente piacevole e funzionale. Però non fanno altro che rielaborare meccanismi di altri, quasi un “furto” del diritto di autore di altre persone per ottenere delle elaborazioni dove l’aspetto creativo è totalmente demandato alle macchine».

Pivio, che viene dall’elettronica, è uno che se ne intende avendo creato lui stesso 40 anni fa dei programmi innovativi, ed è a favore della tecnologia. «Ci sono dei programmi di intelligenza artificiale molto utili che noi autori usiamo, che sono in grado di pulire alcune tracce sonore dai rumori esterni o di gestire in maniera creativa un suono sulle frequenze – aggiunge -. Il problema è l’IA generativa e come compositori italiani abbiamo preso una posizione votando un articolo che la mette al bando nei nostri lavori. Anche perché nel mondo delle colonne sonore ci sono molte organizzazioni che gradirebbero l’utilizzo dell’IA che porterebbe a un prodotto dignitoso a costi zero». Che cosa temono maggiornente i compositori? «Il rischio fortissimo è che venga a mancare l’aspetto puramente creativo – spiega il presidente dell’associazione -. Il compositore è ancora uno degli autori dell’opera filmica: l’autore dovrebbe fare l’autore, non il tecnico del prompt. Il compositore nell’ambito della filiera cinematografica è una figura anomala, non perfettamente inserita nel processo produttivo. Ci si dimentica che andrebbe tutelata. Quasi sempre in Italia non veniamo coinvolti nella fase promozionale del film, dalle conferenze stampa al red carpet, è un problema. Anche perché noi siamo i produttori dell’aspetto musicale e facciamo lavorare molte persone».

Sarebbero tempi duri anche per uno come Morricone, oggi? «Una volta il compositore veniva coinvolto da un regista o produttore, iniziava a lavorare al film, realizzava la partitura su carta e si andava a registrare. Adesso c’è un fase di pre-produzione molto complicata, che richiede fortissime competenze, che poi porta alla realizzazione coi musicisti». Intanto la premiata ditta Pivio e Aldo De Scalzi ha in uscita tre film di cui ha composto le colonne sonore: il 30 marzo U.S. Palmese dei Manetti Bros, a metà aprile Ho visto un re di Giorgia Farina e più avanti Nottefonda di Giuseppe Miale Dimauro. Mentre si sta pensando anche a un live, un tour acustico del duo Pivio e De Scalzi con le loro musiche d film accompagnati da un quartetto d’archi.

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