sabato 25 febbraio 2023
«Se telefonando io volessii dirti addio...». Per salutarlo, prendo a prestito le parole che ha scritto lo stesso Maurizio Costanzo, assieme a Ghigo De Chiara, firmando il testo della hit cantata...
Figlioccio di Flaiano e innovatore assoluto
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«Se telefonando io volessii dirti addio...». Per salutarlo, prendo a prestito le parole che ha scritto lo stesso Maurizio Costanzo, assieme a Ghigo De Chiara, firmando il testo della hit cantata Mina, musicata dal grande Ennio Morricone. Un uomo da Telegatto, ma con ambizioni da Oscar. Questo era Costanzo.

Un acrobata dello spettacolo, capace di passare dal talk salottiero, ideato negli anni ‘70, fino alla musica leggera, passando per il teatro e il grande cinema. Oltre alla grande amicizia con i mostri sacri, Alberto Sordi e Vittorio Gassmann, scrisse con Ettore Scola anche la sceneggiatura di Una giornata particolare. Figlioccio, anche per affinità regionali, le radici abruzzesi, di Ennio Flaiano, Costanzo è stato un po’ un marziano in quella Roma anni ‘60 in cui, come la maggior parte dei fenomeni nazionalpopolari, da Arbore a Fiorello, è partita dalla radio. La scuola satirica di Marcello Marchesi ha plasmato quel vivaio di talenti in cui spiccava, assieme all’amico fraterno Enrico Vaime, altro trapezista senza rete, dello show a tutte le latitudini. Certo, ora per qualcuno che analizza la radiografia artistica del Maurizio nazionale, chioserà con un serafico, piccolo “genio del male”. Vero, ma comunque di un genio.

Un innovatore assoluto che ha creato una scuola giornalistica, quella dell’informazionespettacolo che ha fatto proseliti e si è allargata nel tempo, anche nelle sue degenerazioni. Vedi alla voce “telerissa- sgarbiana”. Nel titolo della sua ultima autobiografia, Le rose e il tritolo, c’è la sintesi dell’osservatore attento all’evoluzione della “specie italiano” degli ultimi cinquant’anni, al quale ha servito quotidianamente bouquet di fiori freschi. E poi c’è il tritolo, il tentativo, per fortuna fallito, da parte della malavita di eliminare fisicamente la voce scomoda del Parioli. Al Maurizio Costanzo Show aveva denunciato le mafie, le stragi e i tanti misteri di Stato.

Quel talk che è stato un po’ la sua cifra ricamata sulle camicie con il collofit debuttò quarant’anni fa, tre giorni dopo l’omicidio del Generale Dalla Chiesa. Alto e basso televisivo, è un metodo che Costanzo aveva sperimentato molto prima della rivoluzionaria Rai 3 di Angelo Guglielmi e la sua consapevolezza era anche nella forza dell’aziendalismo, rimarcato nella nostra ultima intervista: «Se sto a Mediaset faccio fortuna a Mediaset, se sto in Rai faccio fortuna in Rai».

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