giovedì 1 febbraio 2018
Da lunedì 5 febbraio i due comici siciliani condurranno il tg satirico al posto della Hunziker impegnata al Festival. Il papà del programma sul direttore artistico di Sanremo: «Non lo sopporto»
Ficarra e Picone tornano a condurre "Striscia la notizia"

Ficarra e Picone tornano a condurre "Striscia la notizia"

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«Ogni volta che tocca a noi condurre Striscia si vota per qualcosa, ci siamo abituati, anzi stavolta il presidente Mattarella, siciliano come noi, ci ha telefonato proprio per chiederci quando subentravamo per fissare la data dell’elezione...». Scherzano così Ficarra e Picone presentando oggi a Milano il loro ritorno per la quattordicesima volta, lunedì prossimo, alla conduzione di Striscia la notizia il tg satirico di Antonio Ricci in onda su Canale 5 arrivato alla trentesima edizione. Andranno a sostituire Gerry Scotti e Michelle Hunziker, impegnata dalla prossima settimana a condurre il Festival di Sanremo. I due comici, sono ancora entusiasti per il successo al Teatro Greco di Siracusa quest’estate ne Le rane di Aristofane («un testo di 2600 anni fa che fa ridere sui politici anche oggi» dicono), e per quello del film L’ora legale, in testa alla top ten nell’anno che ha visto il crollo del cinema italiano. «Se stiamo scrivendo un nuovo film? Abbiamo comprato carta e penna».

Nei primi mesi di messa in onda Striscia ha avuto un pubblico medio di 4.900.000 spettatori e uno share medio del 19%, in testa a testa col concorrente I soliti ignoti di Rai 1. Ricci ha parlato anche delle recenti aggressioni ai suoi inviati. «C’è evidentemente un’atmosfera di grande nervosismo nel paese - ha spiegato - Quando facevamo i servizi sullo spaccio di droga in posti davvero pericolosi non accadeva nulla, ora se un inviato protesta con uno che ha parcheggiato al posto degli handicappati scatta la violenza». Scatterà, forse, anche la polemica dopo le pesanti parole che Ricci ha rivolto nei confronti del direttore artistico del Festival Claudio Baglioni. «Non lo reggo da sempre, da quando era ragazzo. Non lo sopporto» ha esordito l'autore ricordando l’effetto che per lui «cresciuto negli anni della protesta, di Tenco e Paoli, di Guccini e De André» fece l’arrivo del «melenso» Baglioni, «il cantante preferito dei fascisti, dei La Russa e Gasparri». Ricci ha poi insistito con toni beffardi e di aperta sfida al divo Claudio: «Non penso sia un disonesto… del resto non è capace: il botulismo gli intoppa i ragionamenti nel cervello». Sorge un sospetto. Ricci sostiene che Striscia non si occuperà di Sanremo, come fece in passato con gli ormai leggendari attacchi a Pippo Baudo, perché è diventato «un semplice show televisivo». Ma è troppo astuto per non tentare il colpo di salire sul carrozzone sanremese, che alla fine della fiera porta ascolti a tutti. In fondo è lui stesso ad ammettere che «la cosa che mi riesce meglio è rompere le scatole» e godere quando le sue vittime abboccano all’esca. Staremo a vedere.

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