mercoledì 28 luglio 2021
Aperta da Michele Placido, la rassegna propone la seconda opera del compositore messa in scena da due donne: la direttrice d'orchestra Gianna Fratta e la regista Giulia Bonghi. Cast di giovani
L'inaugurazione del Festival Mascagni a Livorno con Michele Placido

L'inaugurazione del Festival Mascagni a Livorno con Michele Placido - Festival Mascagni

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Il veliero Palinuro si avvicina alla Terrazza Mascagni. Il mare increspato non permette altro. Nel lungomare di Livorno si attendeva l’ammaina bandiera sulla nave-scuola dell’Accademia navale che compie 140 anni e soprattutto l’Inno di Mameli canto a cappella dall’equipaggio. Invece le onde che superano il metro d’altezza “alterano” il preludio della seconda edizione del Festival Mascagni, la rassegna nata nel 2020 nella città natale del compositore per far riscoprire musica, storia, eredità di un autore che nell'immaginario collettivo resta associato a una sola opera: Cavalleria rusticana. Il veliero si illumina con i colori della bandiera italiana mentre solca il Tirreno e si dirige verso la Fortezza Vecchia. È qui, intorno alla roccaforte affacciata sul porto, ai piedi di uno dei torrioni, che si inaugura la kermesse che dal 25 luglio durerà fino a settembre secondo un programma messo a punto dal direttore artistico Marco Voleri all’insegna del tema “Musica salmastra”.

Il veliero Palinuro che ha fatto da preludio al Festival Mascagni a Livorno

Il veliero Palinuro che ha fatto da preludio al Festival Mascagni a Livorno - Festival Mascagni

Pentagramma e parole per aprire la rassegna. Con Michele Placido che racconta il rapporto (fra il reale e l’immaginario) di Mascagni con il mare. È un monologo scritto dalla drammaturga Chiara Atalanta Ridolfi che parte dal «bambino di piazza Erbe», per indicare l’angolo di Livorno in cui il compositore viene alla luce nel 1863, passa per l’addio alla città natale o per le sue tournée che lo portano ad attraversare l’oceano e si chiude in un ricordo malinconico delle “onde di casa” da quella Roma dove muore nel 1945. Rivela l’attore pugliese a margine dello spettacolo: «Sono nato vicino Cerignola dove Mascagni ha composto le sue prime opere, fra cui Cavalleria rusticana che mio padre mi portava lì a vedere in teatro. Ero un bambino di 9, 10 anni e sentire l’intermezzo di Cavalleria mi ricorda sempre la campagna assolata della mia infanzia».

L'inaugurazione del Festival Mascagni con Michele Placido nella Fortezza Vecchia di Livorno

L'inaugurazione del Festival Mascagni con Michele Placido nella Fortezza Vecchia di Livorno - Festival Mascagni

Il pubblico segue, applaude mentre alle spalle salpano e arrivano i traghetti per la Sardegna. Placido dà voce al genio toscano. Ma a lasciare il segno in chi ama l’eclettico maestro “dimenticato” sono soprattutto le «Variazioni sulle melodie mascagnane» scritte ed eseguite dal pianista Gabriele Baldocci. Partiture interessanti, dal piglio sereno, capaci di catturare l'attenzione e di attualizzare la vasta produzione di un autore che va ritenuto un innovatore e uno sperimentatore. Ad accompagnare alcuni brani anche la danza di Daniela Maccari che ripercorre la vita interiore di Mascagni.

L'inaugurazione del Festival Mascagni a Livorno con Michele Placido

L'inaugurazione del Festival Mascagni a Livorno con Michele Placido - Festival Mascagni

Adesso è tempo della lirica. Infatti sabato 31 luglio e domenica 1 agosto va in scena L'amico Fritz, primo titolo d’opera che entra nel cartellone del festival. Una produzione che celebra i 130 anni della perla mascagnana. Era infatti l’ottobre 1891 quando al Teatro Costanzi di Roma debuttava L’amico Fritz. Un’opera tutta musica e niente trama, come la voleva Pietro Mascagni. Perché il nascente astro della lirica intendeva dimostrare di saper conquistare il pubblico con le sue partiture, indipendentemente dal libretto. Libretto che era una delle ragioni del successo della sua prima opera: quella Cavalleria rusticana che l’anno prima lo aveva consacrato come star. Allora ecco che qui tutto si riduce a una storia «scema», secondo la definizione di Verdi, e a un impenitente ma generoso scapolo, giovane rampollo d’alto rango, che rinnegherà la sua contrarietà al matrimonio non appena incontrerà la contadinella Suzel capace di conquistarlo con un mazzo di fiori e un cesto di ciliegie. Il titolo viene proposto lungo le rive del Lago Alberto, oasi naturale a dieci chilometri da Livorno con l’orchestra del teatro Goldoni di Livorno, la banda del Comune di Collesalvetti e il coro Schola cantorum. Un’«opera che parla di giovani e che sarà nel segno dei giovani», spiega il direttore artistico del Festival, Marco Voleri. Giovane la regista, la parmense Giulia Bonghi. Cast con un’età media di 32 anni che arriva dalla Mascagni Academy, la nuova scuola per voci emergenti che ha visto 23 ragazzi di tutto il mondo vivere e studiare fianco a fianco per tre mesi in Toscana.

Il cast dell''Amico Fritz' nel cartellone del Festival Mascagni a Livorno

Il cast dell'"Amico Fritz" nel cartellone del Festival Mascagni a Livorno - Avvenire

Sul podio salirà Gianna Fratta, anche lei al suo debutto nel titolo mascagnano. «È vero, non l’ho mai diretto prima d’ora», racconta ad Avvenire. E spiega: «Sappiamo tutti che il segreto di Cavalleria sta nell’equilibrio perfetto fra una musica straordinaria e una poetica del coltello. Tuttavia Mascagni sceglie di cambiare strada rispetto a drammi a tinte fosche. E sposa un racconto sul mondo ideale dove l’amore è il motore e c'è anche il lieto fine. Sembra un’opera di buoni sentimenti; in realtà è un inno alla libertà, una storia rivoluzionaria dove la gioventù e la passione cancellano stereotipi e barriere sociali». La partitura è segnata dall'eclettismo. «Qualcuno sostiene che sia frammentaria – afferma la direttrice d’orchestra –. Ma la vita è un insieme di frammenti. Qui siamo di fronte a una significativa ricchezza di melodie, dal leggiadro allo zigano, con poca prevedibilità armonica». Per la bacchetta d’origine lombarda, il maestro toscano è da riscoprire. «Talvolta un cinico destino vuole che un compositore sia associato a un solo titolo. È il caso di Mascagni con Cavalleria. Oppure di Umberto Giordano con Andrea Chénier: chi conosce alcune sue perle come Il re o Marcella? Ecco perché servono festival come questo. Mascagni aveva bisogno di una rassegna che esaltasse tutta la sua produzione: dalle opere alle pagine sinfoniche o di carattere sacro». Nell’Amico Fritz guiderà un cast di giovani, al loro debutto nei ruoli mascagnani. «Respiro freschezza. Senza retaggi è più semplice lavorare». E sarà una produzione in rosa: donna la direttrice d'orchestra; donna la regista. «Non è un’operazione di marketing – conclude Fratta –. La scelta va fatta sulla materia grigia e non sulle quote rosa».

La presentazione dell''Amico Fritz' nel cartellone del Festival Mascagni a Livorno

La presentazione dell'"Amico Fritz" nel cartellone del Festival Mascagni a Livorno - Avvenire

L’impronta femminile della kermesse, che rimanda alla fama di Mascagni come influencer del gentil sesso, emerge anche dalla scelta di affidare alla bacchetta internazionale di Beatrice Venezi il gala “Da Mascagni a Morricone” che si terrà il 3 settembre alla terrazza Mascagni con l’Orchestra della Toscana e il soprano Francesca Maionchi. E ancora dalla serata fra musica e prosa del 5 settembre dedicata alle «prospettive dell’amore dal punto di vista di Mascagni» con Laura Morante che, insieme alla figlia Agnese Caisse, leggerà alcune missive indirizzate dal compositore alle donne più importanti della sua vita. Le giovani promesse della Mascagni Accademy saranno protagoniste di una serie di eventi: dalla «Mascagni Night» (13 agosto) a «Mascagni al castello Sonnino» di Livorno (24 agosto), fino alla serata sotto la casa natale di Mascagni (29 agosto), in piazza Cavallotti, con la pianista Laura Pasqualetti. La conclusione il 16 settembre con il concerto della fanfara della Polizia di Stato alle Terme di Corallo.

I manifesti del Festival Mascagni

I manifesti del Festival Mascagni - Avvenire

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