giovedì 5 ottobre 2023
Fino al 29 ottobre torna la rassegna fotografia venti mostre per quasi cento fotografi da 40 paesi diversi di tutti i continenti, per un totale di 700 immagini esposte
Alpaqueros

Alpaqueros - ©Alessandro Cinque

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Diventato ormai un appuntamento fondamentale dell’autunno culturale, è tornato a Lodi il Festival della Fotografia Etica. La quattordicesima edizione, in programma nei weekend fino al 29 ottobre, vede venti mostre per quasi cento fotografi da 40 paesi diversi di tutti i continenti, per un totale di 700 immagini esposte. “Storie uniche, emozionanti ma necessarie”, come dichiara Alberto Prina, direttore del Festival.
Il “motore” della rassegna è il World Report Award – Documenting Humanity, attestatosi come uno dei premi più importante a livello internazionale, a Palazzo Barni. La categoria Master è stata vinta da Evgeniy Maloletka con il reportage “L’assedio di Mariupol”, straziante racconto dei giorni del marzo 2022 in cui l’esercito russo ha bombardato l’ospedale della città. Immagini che hanno fatto il giro del mondo ma che raccolte insieme colpiscono per linguaggio asciutto e senza retorica capace di restituire in presa diretta il dramma, la paura e il dolore.

L'assedio di Mariupol

L'assedio di Mariupol - @ Evgeniy Malotetka

La categoria Spotlight, pensata come osservatorio sui talenti e che negli anni ha effettivamente saputo anticipare i premi più noti e importanti, vede come vincitore Bob Miller con “The Last Generation: Zoey’s Dream”, racconto in un bianco nero forse più tradizionale ma comunque potente che attraverso il filtro del rapporto tra una adolescente con suo nonno si racconta il tramonto dell’America rurale. La categoria Short Story è stata vinta da Alessandro Cinque con il reportage Alpaqueros, che racconta la questione della crisi climatica attraverso la situazione che stanno vivendo gli allevatori di alpaca in Perù.

The last generation

The last generation - © Bob Miller 2021


Mondi che cambiano e mondi bloccati sono al centro delle quattro mostre raccolte nel focus “Le vite degli altri”, in Palazzo Modignani. Se Lukas Kreibig racconta il cambiamento climatico in Groenlandia e il suo impatto sulla vita delle comunità Inuit e Paul Ratje racconta le nuove generazioni nelle province del Sichuan e del Qinghai, al confine tra Cina e Tibet, tra costumi del passato, modernizzazione forzata e nuove professioni, le due proposte più efficaci sembrano essere quelle di Toby Binber e Laura Morton. Il primo documenta in bianco e nero l’adolescenza in una West Belfast che sembra essere condannata in un limbo temporale impossibile da sciogliere, tra tensioni identitarie, disagio e violenza di strada. La seconda invece ci catapulta nella Silicon Valley dentro le stanze e attorno ai tavoli dove si progetta un mondo digitale, già presente più che futuro, tra junk food, disordine strutturale e un ammasso di solitudini.

Silicon Valley

Silicon Valley - © Laura Morton


Anche quest’anno Lodi, in collaborazione con Bipielle Arte, accoglierà l’unica tappa lombarda della mostra internazionale itinerante del World Press Photo, quasi 150 immagini che arrivano dai 5 continenti realizzate per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, The New York Times, Le Monde, El Pais. “Uno Sguardo sul Mondo”, visitabile presso il Palazzo della Provincia, propone un percorso realizzato in collaborazione con Agence France-Press sulla crisi climatica mentre lo Spazio Approfondimento quest’anno proporrà due nuovi progetti dell’organizzazione no profit Vital Impacts alla cui guida vede Ami Vitale, nota fotografa del National Geographic.
Da segnalare infine, sia per la qualità sia perché esce dalla proposta più consueta del festival, “Elegia Lodigiana” di Gabriele Cecconi, nella sede della Cavallerizza. Frutto di un progetto curato dal Festival della Fotografia Etica finanziato dal bando Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Provincia di Lodi. Gabriele Cecconi, reportagista di fama internazionale con esperienza su tematiche ambientali, ha raccontato il Lodigiano, un’area economica tra le più produttive e fertili d’Europa, durante l’intero 2022, l’anno della grande siccità. Attraverso il filo dell’acqua Cecconi ha raccolto, in virtù di uno sguardo esterno, partecipe e a tratti impietoso, le trasformazioni e le resistenze del paesaggio, del lavoro agricolo, degli abitanti. Un mondo immerso in un tempo la cui densità è pari a quella dell’aria.

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