giovedì 17 dicembre 2020
Iniziativa di FEdS in collaborazione con "Avvenire": verrà chiesto alle persone di spiegare il motivo per cui vogliono tornare a vedere film in sala e verranno donati biglietti per tutti i cinema.
Le sale cinematografiche ora sono chiuse. L'iniziativa di FEdS e Avvenire "Cineripresa" intende favorire in futuro il ritorno del pubblico nelle sale

Le sale cinematografiche ora sono chiuse. L'iniziativa di FEdS e Avvenire "Cineripresa" intende favorire in futuro il ritorno del pubblico nelle sale

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«La cultura è un’esperienza da vivere. Noi vogliamo che si agisca sul pubblico per stimolarlo a vivere la cultura in presenza, ora possiamo farlo con la coltivazione del desiderio di tornare in sala». Monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, promossa dalla Conferenza episcopale italiana per la promozione e valorizzazione della cultura cinematografica in Italia e all’estero, ne è fermamente convinto. È fondamentale il valore sociale e culturale del cinema vissuto in sala, ma le sale oggi purtroppo sono chiuse e rischiano di morire. Le sale, che hanno investito moltissimo in sicurezza, hanno brevemente riaperto quest’estate «ma è andata pochissima gente, le persone hanno perso la motivazione ad andare al cinema – spiega Milani –, c’è come la svalutazione dell’esperienza comunitaria in sala. L’invito nostro è ad agire sul pubblico e questo sta dentro la tradizione della formazione culturale che caratterizza Ente dello spettacolo».

Da qui l’iniziativa della Fondazione, in media partnership con Avvenire, per riportare il pubblico in sala, quando riapriranno i cinema, coinvolgendo non solo le sale della comunità, storico presidio culturale sul territorio, ma tutti i cinema italiani, dando voce al tempo stesso agli spettatori. La Fondazione Ente dello spettacolo quindi lancia Cineripresa, un’iniziativa per stare accanto alle sale cinematografiche in questo momento di difficoltà e incertezza. «L’esperienza della visione collettiva in sala è occasione insostituibile di comprensione del reale, di crescita, dialogo e riconoscimento. Spazio culturale e sociale che è anche sinonimo di impresa, dove si attivano economie, trovano lavoro diverse figure e si completa una filiera ampia che parte dalla scrittura del film e arriva alla sua fruizione» aggiunge monsignor Milani.

«Fondazione Ente dello spettacolo, in collaborazione con Avvenire, vuole contribuire a ricreare la comunità del pubblico in sala», dichiara il presidente di FEdS. Che prosegue: «La cultura non è solo una filiera da sostenere con aiuti economici come accade in qualsiasi ambito produttivo. La cultura ha come destinazione la comunità perché è in grado di offrire una visione del mondo e senso all’esistere. Senza comunità non c’è cultura, nemmeno nel cinema. E senza cultura non ci sarà ripresa del Paese». «Abbiamo immediatamente garantito il nostro convinto sostegno a Cineripresa – spiega Marco Tarquinio, direttore di Avvenire – perché l’iniziativa di Fondazione Ente dello spettacolo non si limita a voler riportare tutti, spettatori ed esercenti, alla “casella di partenza”, ma intende proporre un salto di qualità, valorizzando la relazione forte tra persone che può e deve realizzarsi attorno a un’impresa culturale come quella cinematografica. E ci piace molto che sia una proposta coinvolgente e aperta a tutti i protagonisti e i curiosi della filiera del grande schermo che accetteranno di partecipare ».

Muovendo da queste riflessioni, Cineripresa vuole essere un aiuto concreto agli esercenti duramente colpiti dall’attuale situazione e allo stesso tempo si pone accanto a tutti gli spettatori che vogliono tornare a vivere l’esperienza del cinema in sala non appena le condizioni epidemiologiche e le conseguenti disposizioni del governo lo consentiranno. Tutto ruota intorno al legame che unisce il pubblico alla sala, avviando un nuovo dialogo con gli spettatori attraverso una “call to action social” dalle pagine della Fondazione (siti web FEdS e Cinematografo.it) che verrà lanciata a gennaio. Qui verrà chiesto alle persone di spiegare il motivo per cui vogliono tornare a vedere film in sala, di descrivere quella molla, quel desiderio per cui non vedono l’ora di andare al cinema. Tutti i commenti saranno raccolti in una gallery digitale, componendo un coro di voci di attese, desideri, aspettative. A chi lascerà i commenti più interessanti e originali, l’Ente dello spettacolo regalerà un biglietto da utilizzare, alla riapertura, in una delle sale aderenti all’iniziativa. L’elenco dei cinema disponibili sarà pubblicato sul sito della Fondazione nel mese di gennaio. Intanto, proprio a partire da oggi sino al 15 gennaio, le sale cinematografiche di tutta Italia, indipendentemente da localizzazione, dimensione e tipologia (monosala o multischermo), possono manifestare il proprio interesse mettendo a disposizione della FEdS dei biglietti ad un costo agevolato, come spiegato al link entespettacolo.org/cineripresa.

Cineripresa è un progetto ideato da un team giovane e fatto per crescere nel tempo, aperto alle adesioni di istituzioni, organizzazioni culturali, sponsor: la FEdS infatti invita aziende, organizzazioni e privati cittadini a dare il proprio contributo con donazioni che possano implementare il fondo dedicato al progetto. Il numero di biglietti a disposizione potrà così aumentare, attivando un percorso virtuoso di crescita volto a donare nuova dignità e rilevanza ad un settore fondamentale non solo per gli addetti ai lavori ma anche per l’intera società aperta fino ad esaurimento fondi, basata sul coinvolgimento e l’ascolto del pubblico, per poter dare, in questo tempo di crisi, possibilità anche alle persone in difficoltà ad andare al cinema. Interessante è che l’appello dell’Ente dello spettacolo sia aperto a tutta la filiera del cinema italiano. «C’è una miriade di sale che fanno cinema come missione culturale, come le parrocchie e i circoli culturali e le sale d’essai che vedono la sala come luogo dove fare cultura, ma l’iniziativa è aperta a tutti i cinema – aggiunge monsignor Davide Milani –. Chi ci crede va controcorrente, se l’esercizio viene considerato solo come filiera economica si chiude. Rischiano in molti, anche le multisale. Vedo però tante sale resilienti, dobbiamo insieme ora lavorare sul pubblico».

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