venerdì 16 settembre 2022
A 41 anni l’asso svizzero dice basta. Fuoriclasse in campo e fuori, marito e papà felice di 4 figli: «Vedere la mia famiglia fare il tifo per me è una sensazione che porterò con me sempre»
Il campione svizzero, Roger Federer

Il campione svizzero, Roger Federer

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Il re del tennis ha detto basta. Roger Federer ha annunciato al mondo che riporrà la racchetta nel fodero per sempre: «Devo riconoscere che è arrivato il momento di mettere fine alla mia carriera. La Laver Cup della prossima settimana sarà il mio ultimo torneo». Un lungo messaggio social per imprimere il 15 settembre 2022 nella storia dello sport, non solo del tennis. «God save the King» ha titolato l’Équipe venendo meno anche al francese. Lascia una leggenda, un uomo prima che un campione vero, amato dai tifosi e anche dai suoi rivali, un fuoriclasse mai sopra le righe. «Gli ultimi tre anni mi hanno presentato delle sfide sotto forma di infortuni e operazioni – scrive –. Ho lavorato tanto per ritornare ma conosco anche le capacità e i limiti del mio corpo e il suo messaggio è chiaro. Ho 41 anni. Ho giocato più di 1500 partite in 24 anni. Il tennis mi ha trattato più generosamente di quanto io potessi immaginare, ma ora è arrivato il momento di dire basta e terminare la mia carriera da professionista». E che carriera. “King Roger” da Basilea ha debuttato tra i professionisti non ancora 17enne, nel 1998. Da allora ha messo in bacheca venti tornei del grande slam, otto dei quali a Wimbledon, e in tutto 103 tornei del circuito professionistico. Per 310 settimane è stato il numero 1 della classifica Atp. Se è impossibile elencare tutti i suoi trionfi spiccano, tra i tanti, due record: le settimane consecutive in vetta al ranking (237) e quello del tennista più longevo in cima alla graduatoria: 36 anni.

Non è un mistero l’origine di tutti i suoi primati: «Vedere la mia famiglia fare il tifo per me è una sensazione che porterò con me sempre» ha ribadito ancora. Il fuoriclasse svizzero è prima di tutto un marito e un papà felice. Sposato da 13 anni con l’ex tennista Mirka Vavricevic, nel 2009 hanno avuto le loro prime figlie: le gemelle Myla Rose e Charlene Riva. E nel 2014 sono arrivati altri due bimbi, sempre gemelli, Leo e Lennart. Moglie e figli sono da sempre al suo fianco e lui ha orgo-gliosamente confidato: «Vivo con due o tre orologi diversi. C’è il mio programma, poi quello delle ragazze e poi quello dei ragazzi ». Uniti a tal punto che spesso hanno condiviso una stanza anche prima delle partite. Memorabile il ricordo di Parigi-Bercy nel 2011. «Non stavo bene, avevo il raffreddore - spiegò Federer - Entrambi i gemelli erano malati, uno di loro ha finito per vomitare e non c’era modo che potesse addormentarsi ». Il giorno successivo però il papà insonne vinse comunque la finale. Quando gli chiedono come si può rimanere ai vertici così a lungo, lui non si stanca di ripetere: «Mia moglie è stata una delle chiavi della mia longevità. Quando mi sono fidanzato con Mirka, non avevo ancora nessun titolo in bacheca. Lei è una donna forte e intelligente, che ha avuto un grandissimo impatto su di me sia dentro che fuori dal campo. Mi ha dato fiducia e mi ha insegnato a fare sempre del mio meglio». Dai suoi genitori ha ricevuto anche la fede cattolica, per quanto sia poco praticante. «Da bambino andavo in chiesa con mio padre e con i nostri figli abbiamo visitato il Vaticano». Nel 2002 a Repubblica disse: «Sono cattolico, devo ringraziare Dio per i talenti che mi ha dato».

La consapevolezza di aver ricevuto tanto l’ha spinto, già prima di diventare famoso, nel campo della beneficenza. La sua fondazione dal 2003 raccoglie fondi per l’educazione dei bambini soprattutto quelli africani. «Dopo il ritiro - è sempre stata la sua promessa - farò di più per la fondazione. Se fossi riconosciuto con la fondazione almeno tanto quanto per i risultati tennistici, sarei molto felice». Chi lo conosce da vicino è sicuro che riprenderà la racchetta in mano sebbene non più nei tornei professionistici. Di certo alla Laver Cup di Londra ci sarà da preparare i fazzoletti, in molti, c’è da scommettere non riusciranno a trattenere l’emozione, come preannunciano i tanti messaggi di tributo dei suoi colleghi. Lui da par suo ha ammesso: «È stata una decisione agrodolce, perché mi mancherà tutto quello che il circuito mi ha dato in questi anni». Ma mancherà più lui agli appassionati che il tennis a Federer. Il campione elvetico ha spiegato tempo fa che si può essere felici anche senza racchetta: «Non credo di aver bisogno del tennis. Per essere felice mi bastano le piccole cose, le piccole conquiste di mio figlio, i buoni voti di mia figlia...». E ha già puntato il suo prossimo “slam”: «Sosterrò i miei figli in ogni loro scelta. Sarebbe grandioso se facessero sport. Ti insegna a vincere e a perdere, oltre che a stare con gli altri».

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