mercoledì 19 febbraio 2014
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Ma è il Festival di Fabio Fazio o di Pippo Baudo? L’effetto déja vu dei disoccupati che minacciano di gettarsi da un’impalcatura dell’Ariston come ai tempi di Cavallo Pazzo, dà (involontariamente) l’imprinting alla prima serata di un Festival che gioca con l’effetto nostalgia. Anche se con la disperazione c’è poco da scherzare e l’irruzione della realtà fra i velluti dell’Ariston inceppa il meccanismo del Festival al pari della scenografia che non si alza, gelandolo con un improvviso imbarazzo. Imbarazzo superato con sangue freddo da Fabio Fazio, che fra la commovente “Creuza de ma” di De André nella versione Ligabue-Pagani e l’accorata lettera dei lavoratori di Napoli e Caserta, dà scacco matto al temuto intervento di Grillo, relegato a disturbatore fuori dal teatro. Se fosse una sceneggiatura, sarebbe geniale. Che l’abbia suggerita Pippo? Il doppio salto mortale nel varietà tocca alla Littizzetto rosapiumata in mezzo alle Bluebelles. L’effetto dapprima è straniante, ma poi il carrozzone del Festival ingrana a tutto varietà. Sottotraccia (ma neanche tanto) il riferimento è la “bella tv” dei tempi che furono ad uso e consumo della grande platea nazionalpopolare: Lucianina e Fabio in versione Sandra (un po’ più sboccata) e Raimondo, Fazio che si trasforma in chansonnier mentre la bella Laetitia Casta dimentica il suo aplomb sgambettando su un non elegantissimo “Andò vai” stile Monica Vitti. Ormai Sanremo è diventato “Polvere di stelle”, poi si torna agli anni 70 e, irresistibile, arriva la Raffa nazionale: canta, balla si diverte e in mezzo lancia anche un appello “de core” a favore dei nostri marò. Momenti che divertono, ma che allungano il brodo della gara dei Big, che scompare fra un via vai di presenters vip, attrici, giornalisti, sportivi. Eppure la musica c’è e talora graffia come l’amarezza di Cristiano De André o vola su note altissime come quelle della Ruggiero.  Sbuca in coda la leggenda della musica Yussuf Cat Stevens, piazzato intorno a mezzanotte, in un orario che garantisce percentuali di share bulgare. La sua “Father and son” strappa la lacrimuccia a Fazio e la standing ovation in sala. “La religione ci dovrebbe insegnare pace e amore” dice lui, convertito all’Islam criticando chi usa la religione come “scusa per scatenare conflitti. Dobbiamo imparare a vivere insieme”. Sarebbe la chiusura perfetta. Ah già, c’è ancora Giusi Ferreri in gara, ce n’eravamo dimenticati…
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