sabato 25 febbraio 2023
A un anno dall'invasione russa, solidale allarme antiaereo nel capoluogo che si prepara a ospitare alla Pergola un esperimento immersivo ideato da Stefano Massini: "Sarà un atto politico"
"Bunker Kiev" ideato dal drammaturgo Stefano Massini: sarà dal 6 marzo al Teatro della Pergola di Firenze

"Bunker Kiev" ideato dal drammaturgo Stefano Massini: sarà dal 6 marzo al Teatro della Pergola di Firenze

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In Piazza della Signoria a Firenze è suonato l’allarme antiaereo. È un gesto forte di protesta contro la guerra a un anno esatto dall’inizio e di solidarietà con la popolazione ucraina, ma anche l’annuncio di una performance senza precedenti, unica in Europa, ideata da Stefano Massini, che dal 6 marzo alle 18,45 proporrà Bunker Kiev, un’«azione drammatica» rigorosamente riservata a sole trenta persone alla volta, che eccezionalmente verranno condotti negli angusti corridoi e cunicoli sotterranei retrostanti il palco del Teatro della Pergola, fino a raggiungere uno spazio ristretto e semibuio, un luogo assimilabile ai 4 mila 984 bunker di Kiev in cui gli ucraini si rifugiano per sfuggire ai bombardamenti.

Sarà uno spettacolo immersivo, in cui i trenta spettatori vivranno non tanto le emozioni quanto il terrore della guerra. A rendere il tutto e per tutto simile alla realtà ci saranno le parole di Massini recuperate dalle dirette testimonianze di chi ha vissuto e continua a vivere l’esperienza dei bunker nella capitale ucraina, ma anche il boato dei bombardamenti ricreato tramite l’ambiente sonoro a cura di Andrea Baggio. In alcuni momenti andrà via anche la luce. In altri gli spettatori verranno invitati a cantare a squarciagola come fanno gli ucraini per non far sentire ai bambini il sinistro e violento rumore delle bombe. Dopo poco più di quaranta minuti anche lo spettatore, come ogni cittadino ucraino, non vedrà l’ora di uscire, perché, come si legge nel testo di Massini, «il bunker è quel posto in cui non sai dove sei, in tutti i sensi e forse alla fine nemmeno lo vuoi sapere: ti basta uscirne, è come, in una frase, la parentesi… la parantesi in effetti appena la apri devi chiuderla, e basta. Così per i bunker. Appena entri, vuoi solo uscire».

E lo spettatore della Pergola, se non altro, avrà il privilegio di farlo in tempo di pace e sulle note del brano musicale finale composto ed eseguito per l’occasione da Piero Pelù. Bunker Kiev è tra l’altro un progetto speciale del Teatro della Toscana per sostenere gli ospedali pediatrici di Kiev e di Mariupol, il cui Teatro Drama è stato squarciato dai bombardamenti durante la prima grande battaglia della guerra in Ucraina, nonostante nel cortile fosse stata dipinta la scritta «bambini».

Quella di Massini, scrittore e racconta storie fiorentino, unico autore italiano ad aver vinto l’Oscar del teatro (un Tony Award), è un insieme di esistenze rotte, incrinate, messe a rischio da una follia militare che costringe a rinunciare alla luce del sole, rifugiandosi sotto terra come animali in letargo, è una drammaturgia potente e spietata, già richiesta da case editrici e teatri internazionali per poterla pubblicare o rappresentare. Lui la definisce «un atto politico» e al tempo stesso «un modo per far capire, al di là dei tanti discorsi, cosa sia realmente la guerra».

«È un progetto fortissimo, un’idea penetrante — commenta il sindaco di Firenze Dario Nardella che sostiene l’iniziativa —: solo il teatro poteva rendere un’esperienza quasi come fosse reale in un epoca in cui è tutto virtuale». «Un teatro nazionale come la Pergola — aggiunge il direttore Marco Giorgetti — ha proprio la funzione di essere motore della partecipazione critica agli eventi della società divenendo testimone della storia. E questo per la Pergola non è teatro, è storia».Tra l’altro, dopo l’8 settembre 1943, con Firenze occupata dai nazisti, l’edificio teatrale non solo rimase aperto, ma alle sue naturali funzioni aggiunse proprio quelle di rifugio antiaereo per gli abitanti del centro storico.

Durante il passaggio del fronte a Firenze, il cosiddetto «periodo d’emergenza» dell’estate 1944, il Teatro era normalmente chiuso al pubblico, ma non ai suoi »«abitanti», a cui si aggiunsero anche alcune famiglie che vivevano nei pressi dei ponti distrutti dai tedeschi per rallentare il passaggio degli alleati. Dopo le prime performance, in un’ideale staffetta teatrale e testimoniale, Massini consegnerà il testo di Bunker Kiev nelle mani di altri interpreti, anche della società civile, per andare avanti a oltranza finché non finirà la guerra. Anche la sirena di Piazza della Signoria continuerà a suonare prima di ogni rappresentazione.

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