martedì 1 novembre 2022
A mezzo secolo dalla morte, pur ingannandosi sul fascismo, il poeta resta fondamentale per tutto il Novecento. Fin dalle opere degli esordi riporta la lirica alla potenza delle origini
Lo scrittore Ezra Pound (18851972)

Lo scrittore Ezra Pound (18851972) - U.S. National Archives

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Il nome di Ezra Pound, scomparso esattamente cinquant'anni fa il 1 novembre 1972, è giustamente celebre, tra i massimi poeti del tempo moderno, per il poema Cantos in cui, ispirandosi al capolavoro dantesco e attingendo profondamente all’Odissea, scrive un’opera poetica novecentesca in cui la poesia, pur nel suo lampeggiamento visionario e lirico, torna a essere narrazione, calderone, magia, cronaca di secoli e paesi lontani e diversi.

Il poema è grondante, sapienza dell’antica Cina, canti di trovatori, viaggi, una perenne condanna dell’usura come atto disumanante dell’uomo... I Cantos non hanno, a mio parere, la perfezione assoluta dei capolavori poematici di Eliot, La terra desolata, Gli uomini vuoti, i Quattro quartetti, che inscrivono il cosiddetto “modernista” e di fatto geniale Eliot nel Pantheon del classici. Sono un poema diverso, incandescente, a tratti lutulento, spesso lampeggiante, una prova di talento poetico in atto, quanto sperava e pretendeva, sopravvalutandosi, Joyce nel suo Ulisse tutto sommato antimitico e preminimalista.

Ma oggi , in cui si celebra il cinquantenario dalla morte del grande americano autoesiliatosi in Italia, è il momento, a mio parere, di sottolineare come Pound non è solo l’autore dei Cantos, certo l’opera più possente e suggestiva, ma poeta di grandezza assoluta anche prima, colui che rifonda la lirica d’Occidente. l poeta di Personae, di A lume spento non solo non è inferiore all’ epico dei Cantos, ma forse addirittura lo supera.

Quando Borges in L’invenzione della poesia, scrive che la lirica da secoli tende a involuzione e a chiudersi, nonostante grandi autori, avendo perso l’impulso narrativo da cui nasceva in Grecia, e il romanzo, separatosi da epos e poesia tendeva a declinare in minimalismo, anche qui nonostante la presenza di grandi autori, non sottolineava, come intendo fare io, come e quanto Pound avesse ripreso la lirica ai suoi fondamenti. I greci, e i latini Properzio e Catullo, poi dalla sua nuova nascita (Cavalcanti e gli stilnovisti), miscelando come un alchimista questa straordinaria lirica d’Occidente e poi d’Europa con quella dei Cinesi, dal maestro Li-Po ad altri. In A lume spento Pound fa rinascere la lirica nel suo incanto, nella sua tremenda magia..

Aveva tagliato il capolavoro di Eliot, The waste land, e il grande Eliot aveva accettato i tagli, drastici, cosa non comune... Giovane, si era recato in Irlanda a salutare, omaggiare, e anche criticare l’astro già nato e non nascente William Butler Yeats, il quale, colpito dalla spavalderia del suo franco e ipercritico ammiratore, ne aveva accettato consigli riconoscendo in lui un talento prodigioso, lo stesso che lo aveva portato a capire gli elisir ideogrammatici della poesia cinese e quindi del mondo d’Oriente che affascinava Yeats.

Non altrettale intuito mostrò Pound innamorandosi di Mussolini, che vide e descrisse alla radio, in Italia, come un nemico dell’usura, una sorta di padre fondatore simile al’americano Jefferson...Questi abbagli crearono al poeta non pochi problemi, e comprensibilmente: un cittadino statunitense appoggia un dittatore contro cui il suo paese sta combattendo. Certo, ma non fu l’unico a avere tali abbagli, anche Ungaretti, fondamentale poeta italiano, fu sedotto dal fascismo. Nessuno dei due torse un capello a nessuno: io sono nato a Cuneo, medaglia d’Oro della Resistenza, la mia poesia Il cimitero dei partigiani, in cui come Virgilio mi guida il comandante Azzurro, il Partigiano Beppe Fenoglio, ha fatto conoscere Cuneo a gente di Caracas, Belfast, Parigi, Londra, Dublino, Madrid... Ma nonostante io sia nato a Cuneo e Boves, in provincia di Cuneo, rasa al suolo e distrutta dai fascisti, Boves brucia ancora, dobbiamo distinguere tra le azioni e i reati di opinione.

Pound non capì niente del fascismo, ma era un uomo mite e non si umilia, come fece il governo statunitense, non si umilia un poeta e un uomo per un reato di opinione....Bisogna leggere con quale ingenuità non violenta immagini un Mussolini che evidentemente non sapeva essere assassino dei Matteotti, dei Rosselli, e poi di migliaia di ebrei condannati dalle leggi razziali...

Non sapeva e non capì queste cose, ma aveva capito moltissimo del mistero della poesia e dell’uomo, come ora mostrano due libri che meritano recensione a parte, e ampio spazio: Patrizia Valduga traduce benissimo Pound ma anche crea, come sanno a volte fare i poeti, un libro insieme altrui e suo. Ezra Pound, Canti I-VII, (Mondadori, pagine 114, euro 18,00) è libro degno di Pound e della poesia italiana. Altro libro importante e felicemente appena uscito, è I Cantos di Ezra Pound. Una guida (Edizioni Ares, pagine 184, euro 15,00 – lo stesso editore nell’occasione propone anche Massimo Bacigalupo, Ezra Pound. Un mondo di poesia, pagine 408, euro 27,50). Luca Gallesi, l’autore, è uno dei maggiori esperti poundiani, nonché studioso di valore.

«Chiamare persone e cose con i loro nomi. Trovare le giuste denominazioni, perché la terminologia sia esatta» scrive in Guida alla Cultura Ezra Pound. «Si potrebbe arrivare a credere che la cosa che importa , in parte, è una sorta di energia, qualcosa di più o meno simile all’elettricità o alla radioattività, una forza che trasfonde, salda e unifica. Una forza che somiglia piuttosto all’acqua che sgorga attraverso sabbia chiarissima e la mette in veloce movimento».

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