giovedì 8 settembre 2022
Premio Speciale per il 75° della Fondazione Ente dello Spettacolo insieme alle Giornate degli autori. L'artista: «Un onore che si celebri il mio percorso»
Il regista Edgar Reitz premiato al Lido dall'Ente dello Spettacolo

Il regista Edgar Reitz premiato al Lido dall'Ente dello Spettacolo

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È stato uno dei momenti più importanti per la Fondazione Ente dello Spettacolo alla Mostra di Venezia: il Premio Speciale per il 75° della Fondazione Ente dello Spettacolo a Edgar Reitz, assegnato ieri insieme alle Giornate degli Autori per celebrare il magistero di un grande autore europeo. Un riconoscimento nato per festeggiare il settantacinquesimo anniversario dell’Ente dello Spettacolo.

«Per noi è un dovere celebrare la nostra memoria in un modo non effimero – ha spiegato monsignor Davide Milani, presidente della FEdS – ma rendendo omaggio a chi ha portato il proprio contributo alla storia del cinema. E il premio a Edgar Reitz non è casuale: è un maestro che per tutta la sua carriera ha sentito la necessità di scrivere e riscrivere la storia del nostro continente, riflettendo sulla nostra percezione del secolo breve». «Era impensabile che, a trent’anni dal trionfo a Venezia di Heimat 2" e in occasione del suo restauro, Edgar Reitz non tornasse alla Mostra del Cinema» dice Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori ricordando che Heimat arrivò a Venezia nel 1984 , ed Heimat 2 fu presentato nel 1992.

«Per me è un grandissimo onore ricevere questo premio – ha affermato l’89enne Reitz – che celebra un percorso. E mi piace che avvenga a Venezia, dove quasi tutti i film miei sono stati presentati: nel novantesimo anniversario della Biennale ci troviamo a celebrare anche un pezzo di storia del festival. Ho attraversato molte edizioni, conosciuto molti direttori, ho partecipato alla storica edizione del 1968: più che un premio è uno sguardo in campo lungo sulla mia vita e sul mio lavoro».

E la stessa Biennale, nella persona del presidente Roberto Cicutto, omaggia il regista: «È una bellissima sorpresa ritrovare Reitz: nella mia vita precedente di produttore e distributore anni ottenemmo un grande successo in sala con Heimat 2». «Può nascere l’impressione che io abbia fatto un unico, lunghissimo film – spiega Reitz – ma in verità ho semplicemente raggruppato in un solo film ciò che avrei potuto raccontare in quaranta film. Infatti, se si guarda bene, ci sono molte differenze stilistiche tra i vari episodi. Però conta il racconto: i francesi della Nouvelle Vague sostenevano che fare cinema è una forma di scrittura che avviene con la cinepresa. Allora, sì, queste settecento pagine possono essere viste come Heimat 4. E Heimat 2 è pronto a conquistare un nuovo pubblico: a partire dal 15 settembre fino a Natale, alla Casa del Cinema a Roma, torna in sala un’opera che ha cambiato il paradigma del cinema.

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