venerdì 20 maggio 2022
Il compleanno dell’editrice bolognese che domani al Salone annuncerà il superamento della crisi: i valori del Concilio ancora guida nella cultura di oggi, fra tradizione e innovazione
Lo stand Edb al Salone del libro 2022

Lo stand Edb al Salone del libro 2022 - Edb

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«Per poter capire il tempo e costruire il futuro occorre una visione del mondo più grande del nostro orizzonte personale » è la riflessione di Luigino Bruni che racchiude la vocazione del catalogo Edb, di cui l’economista e biblista, autore del recente Profezia è storia, è tra i rappresentanti più prolifici. I suoi libri sono esposti tra i titoli recenti al Salone del libro aperto ieri, dove le Edizioni Dehoniane Bologna festeggiano il 60° con l’annuncio di una rinascita dopo la notizia del fallimento del secondo gruppo editoriale cattolico che nell’ultima edizione della fiera aveva fatto scalpore. Al centro dello stand il rosso della tela con titolo in oro della Bibbia di Gerusalemme, icona del cattolicesimo europeo, conferma l’idea di Bruni che «per fare grandi opere serve quella fede della religione che lega ( religo) cielo e terra», ambiti uniti da una cerniera ideale che si chiude e si apre come le pagine degli ottomila libri di questi sei decenni conservati nella biblioteca dell’istituto fondato da Leone Dehon, avvocato mancato, stenografo al Concilio Vaticano I e portavoce delle istanze del socialismo cristiano di Leone XIII. È però al Vaticano II che si ispira l’editrice: dopo pubblicazioni intorno alla rivista “Il Regno”, nell’autunno 1962 ecco il primo libro con la sigla attuale: Il nostro sacerdozio nel sacerdozio di Cristo di Clément Dillenschneider, una brossura di 342 pagine. A scorrere i dorsi storici si nota come le collane dehoniane, “fedeli al pensiero” (è lo slogan del 60°), si sono moltiplicate fino a 150, inglobando nel 2017 il marchio Marietti 1820, con una proliferazione a un certo punto insostenibile. Eppure i contenuti del catalogo (in preparazione quello storico) sono un’isola del tesoro, un patrimonio di tessere bolognesi per il mosaico della Chiesa italiana ancora specchio dell’identità collettiva cattolica e non solo. In piccoli formati sono distillate grandi proposte di autori che hanno lasciato il segno, da Turoldo a Mazzolari, in collane dai nomi “Lampi”, “Lapislazzuli” e “Ispiere”, quest’ultimo intrigante a indicare i raggi di sole passati da una fessura in uno spazio in ombra a illuminare particelle di polvere nascoste, con opere di Philippe, Martini o Ravasi. Del cardinale presidente del Pontificio consiglio della Cultura i tre volumi del Libro dei Salmi e il commento al Cantico dei Cantici sono tra i libri di grande formato e altrettanto valore divenuti best seller, come altri dal Denzinger agli Enchiridion Vaticanum, la raccolta dei documenti del Concilio, fonti «per la costruzione di un mondo più umano». Le firme su queste pagine che continuano ad aprirsi, con tremila titoli vivi e undici riviste, sono di biblisti come Fausti, Gargano, Ska e Wénin, teologi tra cui Theobald, Scanziani, Borsato e Piana, fino a Epicoco, Repole, Benanti e Zuppi, aprendosi alla pastorale, alla catechesi e alla scuola con i primi testi con supporti multimediali, guardando i lettori di un contesto mutato e meno confessionale, aprendosi a politica, economia e scienze umane. Ma in editoria è facile che s’inceppino i meccanismi, tornati però a funzionare bene grazie all’impegno del curatore fallimentare nominato dal tribunale, Riccardo Roveroni, gestore del percorso virtuoso di risanamento e organizzazione del trasferimento della storica azienda a una nuova proprietà. L’innovazione nella tradizione permette di superare una crisi finanziaria diventata un esame di coscienza intellettuale necessario per rifondare un nuovo umanesimo editoriale al passo coi i tempi ma fedele ai valori originari. In quest’ottica è un’iniezione di fiducia la collana “Gold” che sarà inaugurata da Ravasi, per il quale «il rilancio delle Dehoniane ha il sapore di una rinascita», nel segno del “grande codice”, bussola di ogni navigazione passata e futura nel solco della Parola, la vera cerniera tra cielo e terra perché, scrive Bruni, anche grazie ai libri «le religioni e le fedi sono il dono di grandi orizzonti nel cielo di tutti».

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