mercoledì 7 aprile 2021
Aveva 84 anni. A lungo docente a Ca' Foscari, è stato una firma prestigiosa di Avvenire e di Luoghi dell'Infinito. Profondamente credente, il suo volto era sempre aperto al sorriso
Il sociologo Ulderico Bernardi

Il sociologo Ulderico Bernardi - Boato

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È morto oggi all’ospedale di Treviso Ulderico Bernardi, 84 anni, sociologo, scrittore, studioso dei flussi migratori che a cavallo tra il XIX e il XX secolo portarono milioni di italiani a cercar fortuna e lavoro Oltralpe e oltre oceano. È stato professore ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato anche Sociologia del turismo. Ha tenuto corsi in diverse università europee e nelle Americhe.

Amava narrare in particolare la geografia e la storia del suo Veneto. Ha indagato il passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale e ha studiato (e valorizzato) le tradizioni e culture rurali, le minoranze etniche e i dialetti. È stato editorialista del nostro quotidiano e fin dalla sua fondazione, nel 1997, membro del comitato scientifico di “Luoghi dell’Infinito”.

Era una persona che sapeva coniugare la sua grande cultura con una straordinaria affabilità, amava promuovere il dialogo tra i diversi campi del sapere e sapeva conciliare mondi apparentemente lontani. Profondamente credente, il suo volto era sempre aperto al sorriso: amava la vita ed era un maestro nel dialogo. Scriveva su “Luoghi dell’Infinito” del gennaio scorso, nel suo ultimo articolo dedicato alla civiltà contadina e illustrato dalle immagini del suo caro amico Pepi Merisio: «Ora che gli anni mi sono precipitati addosso e mi ritrovo un ultraottuagenario in progress lo scorrere del tempo si è fatto sempre più rapido, mi sbucano fuori d’un colpo piccoli moti lapidari che si collocano come cippi memoriali a segnare il senso d’una lunga vita. Il più recente è latino: motus in fine velocior. Un altro viene dal repertorio esistenziale della più remota infanzia e l’ho ereditato da un ragazzo contadino a cui ebbi modo di dare qualche lezione formativa, e lo ricordo ancora vivace, di una intelligenza spontanea. “L’ agricoltura – ebbe a dire – comincia la mattina e non finisce mai, diventa un costume di vita. C’è sempre qualcosa da fare, basta girare l’occhio e guardare per terra…”».

Il contadino la terra la coltiviva e la faceva fiorire con l’aratro, Bernardi l’ha fatto con la sua sapienza e i suoi studi. Nato a Oderzo (Treviso) il 15 gennaio 1937, Bernardi si era laureato in economia e commercio all'Università Cà Foscari di Venezia e poi in sociologia all'Università di Trento. Autore di numerose opere scientifiche e narrative, ha diretto la Collana sulle culture popolari venete della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Era membro del Centro Studi Nazionale dell'Accademia Italiana della Cucina, dell'Accademia della Vite e del Vino e dell'Accademia Alimentare Italiana. Faceva parte della giuria del Premio Internazionale Nonino, del Premio Masi per la Civiltà Veneta e del Premio Gaspare Barbiellini Amidei.

Per l'Editrice Santi Quaranta ha pubblicato, tra gli altri, "Istria d'amore", "Una Terra antica", "Il tesoro dei padri", "La piccola città sul fiume". Tra i suoi saggi ricordiamo "Una cultura in estinzione. Ricerche sulla identità contadina" (Marsilio Editori, 1975), "Le mille culture. Comunità locali e partecipazione politica" (Coines, 1976), "I labirinti della sociologia" (Laterza, 1977, con Gaspare Barbiellini Amidei), "Comunità come bisogno. Identità e sviluppo dell'uomo nelle culture locali" (Jaca Book, 1981).

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