mercoledì 17 luglio 2019
Lo sbarco sulla luna del 20 luglio 1969 raccontato dal regista Todd Douglas Miller grazie filmati e registrazioni della Nasa dimenticati e mai visti sinora. A settembre nelle sale
Una spettacolare immagine del primo uomo sulla luna nel film di Todd Douglas Miller "Apollo 11"

Una spettacolare immagine del primo uomo sulla luna nel film di Todd Douglas Miller "Apollo 11"

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Quando il regista Todd Douglas Miller, già premiato con un Emmy per il documentario Dinosaurs 13 stava raccogliendo le immagini di repertorio per un nuovo documentario sulla missione Apollo 11 che per prima portò l’uomo sulla luna, non immaginava nemmeno lontanamente che 50 anni dopo si sarebbe ritrovato per le mani un tesoro. Deve ringraziare un archivista del Nara, l’Archivio Nazionale statunitense che si occupa di preservare documenti governativi e storici, che durante le ricerche effettuate per il regista e produttore in collaborazione anche con la Nasa, ha scoperto un fondo dimenticato. Ore di immagini di formato 70 millimetri, il più grande che si possa trovare, mai viste prima dal pubblico che contengono spettacolari scene del lancio, dell’interno della navetta spaziale, del rientro e delle attività post missione. Pellicole straordinarie cui si aggiungono 11mila ore di dialoghi inediti riscoperti dalla Nasa sulla missione.

«La collezione di riprese di miglior qualità sulla missione Apollo 11 – ci spiega entusiasta il giovane regista Todd Douglas Miller che ha restaurato e digitalizzato in 4K le immagini attraverso un software creato apposta per l’occasione – . Da quel momento il progetto ha preso un’altra piega. Quello che era un semplice documentario è diventato uno sforzo comune di un team internazionale di esperti per creare un lavoro definitivo su Apollo 11 . Non era più solo un film, ma anche una documentazione storica da preservare. Una grande responsabilità. Un lavoro durato tre anni che, grazie a nuovi dettagli e prospettive e grazie alla definizione delle immagini, fornisce nuove informazioni agli storici». Ed anche grandi emozioni al pubblico. « Apollo 11 è un film evento spettacolare che ha lasciato a bocca aperta il pubblico dell’ultimo Sundance Festival, soprattutto grazie a immagini vivide che sembrano girate oggi e a un montaggio serrato che ci fa vivere l’evento in prima persona. Un’esperienza immersiva che in Italia potremo godere al meglio al cinema solo dal 9 all’11 settembre (distribuito da Nexo Digital). E le cui prevendite saranno aperte proprio dal 20 luglio, 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna.

Insomma sembra un film di fantascienza, solo che è tutto vero. Seguiamo con il fiato sospeso, per 93 minuti, l’avventura di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, in quei giorni straordinari per tutta l’umanità. «Abbiamo avuto il feedback di Aldrin e un grande aiuto dai figli dello scomparso Armstrong. Che il padre fosse stato il primo uomo a mettere il piede sulla luna è stata la gioia della loro vita ». Seguiamo così la missione dal punto di vista dei tre astronauti, delle centinaia di tecnici nella sala di controllo e della gente comune. A partire dal milione di persone che si radunarono sulle spiagge della Florida per assistere al lancio. Sembra una coloratissima scena di La la land: vistose auto d’epoca, famiglie numerose coi panini, ragazze dagli occhiali rosa che filmano in Super8 mentre nella tribuna vip spunta lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov. «La Nasa immortalò la folla per farne un film Moonwalk One che poi non fu mai fatto» aggiunge il regista.

Intanto seguiamo da vicino i preparativi del lancio. L’enorme macchinario che trasporta la navicella, una perdita d’acqua improvvisa a pochi minuti dal lancio, la vestizione dei 3 astronauti mai vista prima, le decine di file di tecnici a governare in sala comando un sistema complesso di computer dalla potenza inferiore a un cellulare di oggi. Una colonna sonora elettronica e propulsiva dà rumore all’assordante motore di fuoco che proietterà il primo uomo verso un altro corpo celeste, mentre una semplice ed utile grafica spiega le varie fasi della missione. Grazie alle registrazioni inedite e restaurate riusciamo a seguire da vicino la missione attraverso i dialoghi fra gli astronauti e il personale a terra fra indicazioni tecniche, ma anche humour e cameratismo. Per la prima volta vengono collegati le voci e i volti di 60 personaggi chiave della sala di controllo, il che rende bene l’idea dell’immenso sforzo collettivo per raggiungere un risultato storico per l’umanità.

Le fasi dell’allunaggio, poi, per noi spettatori italiani, sono ben diverse dal nostalgico bianco e nero sgranato con il concitato commento del mitico Tito Stagno. Qui i colori sono vividi, gli scatti netti e affascinanti e nuova la prospettiva raccontata da Armstrong e Aldrin dall’interno della navicella spaziale. Il primo uomo sulla Luna, poi, si commuove davanti alla bandiera a stelle e strisce quando gli telefona in diretta il presidente degli Stati Uniti Gerard Nixon. Non meno emozionanti sono le fasi del rientro e l’ammaraggio viste per la prima volta dalla nave U.S.S. Horet che recuperò gli astronauti. Infine il trionfo dell’arrivo alla base, con immagini tenere di famiglia quando i tre “eroi” isolati in quarantena parlano attraverso gli oblo e il telefono ai loro bimbi divertiti. Dopo poche missioni l’interesse scemò, dal 1972 l’uomo non mise più piede sulla Luna. Ora stiamo assistendo invece a una nuova corsa internazionale verso la Luna, dalla Cina, alla Russia a Israele, come un luogo da colonizzare. Non è preoccupato il regista Miller? «Anche cinquant’anni fa la politica era divisa, c’erano la Guerra Fredda e la guerra in Vietnam, ma lo sbarco sulla Luna si pose al di sopra. Tutto il mondo cooperò e partecipò a a questo evento come a un passo comune dell’umanità. Lo abbiamo fatto una volta, lo possiamo fare ancora».

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