lunedì 7 settembre 2015
Vittoria incolore contro la Bulgaria: 180 minuti di noia all'italiana. E il ct Conte si sente solo... (Massimiliano Castellani)
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Visto che la Serie A era ferma e la Nazionale quasi Immobile, come il Ciro di Siviglia, all’Hostaria Sparafucile, con i soliti quattro amici del bar sport, ci siamo esclusivamente concentrati sul calcio estero, con un occhio ovviamente anche agli azzurri tenebrosi di Antonio Conte.Islanda, l’Isola del calcio feliceE allora con il Nazza occhi puntati all’estremo Nord, all’Islanda. I ragazzi di Reykjavik hanno già il pass per i prossimi Europei. Sarà la loro prima volta nella competizione continentale. Chiamatelo miracolo, chiamatela favola, ma questa è realtà. E' la realtà di un paese di 320mila abitanti.Gli ultimi due atti del filmone islandese: venerdì scorso  mandano al manicomio l’Olanda sbancando l’Amsterdam Arena con uno storicissimo 0-1 firmato - su rigore - da Sigurdsson e domenica è bastato lo 0-0 con il Kazakistan per accedere a France 2016. E noi all’Hostaria abbiamo brindato di Montefalco rosso, con il prelibatissimo vino di Ciro Trabalza. Salute a Sigurdsson, il quale non è uno degli autori delle saghe islandesi che da noi pubblica - che Dio che la conservi - la raffinata casa editrice Iperborea, ma è uno dei tanti talenti che dall’Isola dei geyser si è trasferito nell’Europa del pallone che conta (gioca in Premier nello Swansea). Una generazione di piccoli fenomeni (età media 25 anni, tranne il vecchio Gudjonsen 37 anni e il 31 enne Halfreddsson che gioca da noi, nell’Hellas Verona) cresciuti nei nuovi “palloni” sparsi per l’Islanda: campi e palestre coperte riscaldate dove alla pallamano - sport nazionale - si è frapposto e con successo il calcio. «Fino a ieri trovare un islandese forte nel football era come vedere un pinguino all’equatore», ha glissato il nostro esperto dell’Hostaria, e tutti hanno confermato.A Conte non tornano i conti, tranne in classificaConfermiamo anche lo stato di abbandono che sta vivendo il ct della Nazionale Antonio Conte. Si sente orfano, «questa Nazionale è figlia di nessuno», ha tuonato dopo la vittoria manesca (Pellè ha segnato con il braccino) su Malta, gara che secondo Zdenek Zeman «è una di quelle partite da non fare vedere ai bambini». Il boemo intendeva i bambini delle scuole calcio, in quanto diseducativa dal punto di vista tecnico e della spettacolarità. E come non essere d’accordo, specie dopo la seconda prova incolore con la Bulgaria. Sono stati 180 minuti di noia all'italiana che non sarebbe riuscita a digerire - e tanto meno a cantare - neppure Franco Califano. Il Conte, triste e solitario, può solo consolarsi con i sei punti (in classifica i conti tornano) conquistati e il primato solitario del girone, davanti alla Norvegia, che è un’altra di quelle squadre polari che all’Hostaria piace e già stiamo cominciando a seguire.
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