venerdì 23 giugno 2017
L’ex campione di rugby argentino sarà il coordinatore del camp sportivo organizzato da Mediobanca e dedicato ai minori detenuti nella struttura milanese
Dominguez, al Beccaria il rugby oltre le sbarre
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Una ruspa all’ingresso. È iniziata così l’avventura di Diego Dominguez con i ragazzi del carcere minorile Beccaria di Milano. L’ex campione di rugby argentino sarà il coordinatore del camp sportivo organizzato da Mediobanca e dedicato ai minori detenuti nella struttura milanese. «Diego e i suoi collaboratori ci stanno già sconvolgendo la vita», scherza Olimpia Monda, direttrice del Beccaria. Dopo aver incontrato i ragazzi, Dominguez, insieme al suo staff, è subito passato alla fase operativa. Con una ruspa sono iniziati i lavori per ammodernare le dotazioni sportive del carcere: nuovi pali da rugby, prato del campo rifatto e palestra ridipinta. Tutte migliorie che resteranno al Beccaria anche dopo il camp. «Tutto deve essere in ordine – racconta l’ex rugbista sudamericano – i ragazzi hanno subito recepito. Dopo due minuti, uno di loro era già sul prato a raccogliere i rifiuti. Un altro è salito su un trattorino per tagliare l’erba». Lunedì prossimo inizierà il camp condotto. Non ci sarà solo la palla ovale, ma anche calcio, basket e nuoto. Testimonial di eccezione anche per gli altri sport: Beppe Bergomi, Antonello Riva, Dino Meneghin e il campione paraolimpico Federico Morlacchi. «Dovrà essere la settimana più bella della loro vita. E noi dovremo essere capaci di entrare subito nel loro cuore. Dovremo dare loro una luce nuova che servirà per tutta la vita, quando usciranno dal carcere», continua Dominguez.

Saranno una quarantina i ragazzi coinvolti, divisi in squadre che si misureranno nelle varie discipline con punteggi come in una piccola Olimpiade. Si tratta della prima volta in Italia di questa metodologia già applicata su vasta scala in Argentina seguendo un’idea di un avvocato penalista, Eduardo Oberigo, che sarà a Milano nei prossimi giorni. Nel Paese sudamericano negli ultimi otto anni hanno seguito questo protocollo sportivo 70 carceri, 24 di queste minorili. Il tasso di recidiva in questi penitenziari per giovani detenuti è stato appena del 2%, un tasso decisamente più basso rispetto alla media. Mediobanca sta pensando di estendere l’attività dei camp ad altre prigioni minorili e alle comunità che ospitano migranti e rifugiati. Tutte realtà che hanno bisogno di nuove opportunità e integrazione. I colloqui sono già stati avviati. Il riferimento geografico resterà sempre quello di Milano e dintorni: «Questo è il nostro ambito più prossimo. Riteniamo che il supporto che il nostro gruppo deve dare alla comunità possa passare da progetti che promuovono lo sport come veicolo di inclusione sociale», dice Giovanna Giusti Del Giardino, group sustainability manager di Mediobanca. Per adesso si parte dalla “garra” argentina di Diego Dominguez e dalla sua ruspa all’ingresso del Beccaria.

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