venerdì 28 marzo 2014
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A Hollywood è diventata una parola d’ordine: young adult. Ovvero adolescenti, o poco più. Sono il pubblico più corteggiato, coccolato e desiderato del momento. Una gallina dalle uova d’oro capace di decretare per anni il successo di un brand, un fenomeno, una tendenza, purché sia quella giusta. Quando si è scoperto, grazie a Harry Potter, che con i ragazzi le saghe cinematografiche funzionavano, eccone arrivare una caterva, l’una pronta a prendere il posto di quella precedente appena terminata o ancora in corso, tanto per tenere “caldo” il pubblico. E tutte rigorosamente tratte da romanzi seriali che avevano già conquistato il cuore dei giovani lettori. Così, tanto per ricordare solo quelle di successo, c’è stato Twilight e c’è Hunger Games, ma si potrebbero citare anche le meno fortunate Beautiful Creatures e Shadowhunters, in attesa di Fallen e di un’altra decina di novità. Tutte scritte da donne, queste saghe (Stephenie Meyer, Suzanne Collins, Kumi Garcia e Margaret Stohl, Cassandra Clare, Lauren Kate), con una donna per eroe e moltissime donne tra il pubblico. Sarà un caso? Forse no.C’è una donna, l’appena venticinquenne Veronica Roth, anche dietro il successo di Divergent, primo capitolo di una nuova trilogia futuristica appena diventato un film diretto da Neil Burger e interpretato da due giovani astri nascenti di Hollywood, Shailene Woodley e Theo James. Ai botteghini Usa, dove è approdato il 21 marzo, ha già incassato nel primo weekend 56 milioni di dollari e dal 3 aprile arriverà anche nelle sale italiane distribuito da Eagle. Come Hunger Games e Matrix, anche Divergent, (il libro è uscito negli Usa nel 2011 e in Italia è edito da De Agostini), è ambientato in una società distopica prossima ventura che, per mantenere la pace dopo una guerra disastrosa, si è strutturata in cinque fazioni, ognuna delle quali caratterizzata dal valore che meglio contraddistingue la personalità dei suoi membri: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l’amicizia per i Pacifici, l’altruismo per gli Abneganti, l’onestà per i Candidi. Allo scoccare dei sedici anni tutti gli adolescenti devono decidere se restare nella fazione di famiglia o sceglierne un’altra. In ogni caso dovranno sottoporsi a un test infallibile nel segnalare quale sia il posto giusto per loro. Beatrice Prior, detta Tris, vorrebbe lasciare gli Abneganti per unirsi agli Intrepidi, ma dal suo test risulta che la ragazza è una “divergente”, ovvero possiede caratteristiche che appartengono a fazioni diverse. Non può essere ridotta a una sola categoria e rappresenta quindi una minaccia per la società, tanto che c’è già chi pensa di sterminare gli “inclassificabili” esseri umani. A questo punto preparatevi a vedere per la prima volta Kate Winslet nei panni della “cattiva”. Tris sceglierà comunque gli Intrepidi tentando di nascondere la sua vera natura, ma il giovane mentore Quattro scoprirà il suo segreto.«Un adulto potrà dare una lettura politica di questa storia – ci racconta la Roth – ma quando ho cominciato a scrivere Divergent ero al primo anno di università, avevo diciotto anni, e mi sono basata esclusivamente sulle mie esperienze di adolescente, sulle domande che mi assillavano, sulle paure che avevo di fare passi falsi nella mia vita. Direi che il liceo è il mondo più distopico che si possa immaginare, da li arrivano le ansie, le insicurezze, il senso di inadeguatezza che poi ti accompagnano anche in seguito. Poi ho capito che il bisogno di non essere ridotti in rigide categorie è un sentimento comune a qualunque età. Gli esseri umani sono assai più complessi e misteriosi di quello che sembrano a una prima occhiata, bisogna imparare a conoscerli e a smettere di etichettarli in maniera superficiale».Le avventure di Tris e Quattro ci accompagneranno fino al 2016 con i due capitoli successivi, Insurgent e Allegiant, affidati entrambi alla regia di Robert Schwentke. In attesa che nuovi eroi si affaccino in libreria.
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