
Il regista Luca Ronconi scomparso il 21 febbraio 2015
“La vita, la morte, il destino. È il teatro che mi ha fatto incontrare questi temi. Ed ho avuto fortuna nella mia esistenza di mettere in scena la vita e le grandi riflessioni su di essa in opere potenti, e anche legate alla fede, come La vita è sogno di Calderòn de la Barca”. Così raccontava ad Avvenire in un'intervista nel giorno del suo ottantesimo compleanno, l’8 marzo 2013 il grande regista Luca Ronconi, due anni prima della sua scomparsa avvenuta esattamente 10 anni fa, il 21 febbraio 2015. Quindi anche Ronconi oggi alza lo sguardo verso l’alto? Gli chiedemmo “Una qualche forma di religiosità ce l’ho, l’avrò assorbita da bambino. Ma preferisco tenermi lontano da qualunque ipotesi di trascendenza. Anche se rispetto le molte persone per cui la fede è un aiuto e un sostegno”.
A dieci anni di distanza il suo sguardo lucido e profondo, manca in modo lancinante, come pure i suoi spettacoli immaginifici, fatti di imponenti macchine sceniche e attori di primordine. Maestro che con i suoi 100 e più spettacoli, sempre all'insegna dell'innovazione, ha scritto la storia del teatro italiano, diventando lui stesso emblema della figura del regista. Anche se amava dire “ne ho fatte davvero di ogni, per cui non so dare una definizione di cosa sia un regista". Anima del Piccolo di Milano per quindici anni (e prima agli Stabili di Roma e Torino), "creatore" di una generazione di attori e interpreti "ronconiani" (da Fabrizio Gifuni a Massimo Popolizio, Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Fausto Russo Alesi, Galatea Ranzi oltre alla collaborazione col fuoriclasse Franco Branciaroli e la “divina” Mariangela Melato), se n'è andato dieci anni fa quasi in palcoscenico, lavorando fino all'ultimo al debutto della sua ultima regia, quella Lehman Trilogy dedicata ai mali dell’economia contemporanea che avrebbe portato il suo autore, Stefano Massini, fino al Tony Award.
Nato in Tunisia nel 1933, dopo Roma e Torino Ronconi arrivò a Milano, nel '99, alla guida artistica del Piccolo, da due anni orfano di Strehler, dove continuò la sua ricerca. Fino alla fine diresse la Scuola per gli attori del Teatro milanese, che oggi porta il suo nome.
Ma il grande pubblico lo aveva scoperto con la versione televisiva del suo memorabile Orlando Furioso nato nel 1969 e girata a Palazzo Tè a Mantova nel 1975 con Mariangela Melato, Ottavia Piccolo e Massimo Foschi. Inventore dello spazio, si diceva: ma anche creatore di uno stile interpretativo unico, lo stile “ronconiano” veniva applicato anche alle innumerevoli regie liriche per i principali teatri d’oopera italiani ed europei.
Gli omaggi al suo talento per il decennale partono proprio da Milano. "Come fare memoria di una persona che non voleva essere ricordata? come fare senza tradirla?": parte da questa riflessione del direttore del Piccolo Claudio Longhi il programma di iniziative promosse dal teatro, presentato oggi nel retropalco dello Strehler. “Prospettiva Ronconi' prenderà il via l'8 marzo, data di nascita di Ronconi, con una mostra/installazione dedicata al suo lavoro allestita nei foyer dei tre teatri. La stessa sera, sarà dedicata al regista la prima rappresentazione di Ho paura torero diretta da Claudio Longhi, che fu suo assistente e collaboratore nelle stagioni iniziali della sua permanenza a Milano.
Culmine della prospettiva, il 17 marzo al Teatro Studio, non era così. Un ritratto di Luca Ronconi , serata in cui i più celebri attori legati al maestro - tra cui Franco Branciaroli, Galatea Ranzi - faranno rivivere in lettura scene degli ultimi 20 anni di creazioni, dal 1995 al 2015. Uscirà poi ad aprile il volume Luca Ronconi. Gli anni del Piccolo: 1998-2015. Interviste, edito da Il saggiatore, che verrà presentato ufficialmente il 14 maggio per i 78 anni del Piccolo. E' dedicato al maestro anche il triennio della scuola che porta il suo nome, così come l'agenda 2025 del Piccolo, in un mosaico destinato ad arricchirsi di nuovi tasselli
Per il decennale, Rai Cultura in collaborazione con il Centro Teatrale Santa Cristina (da lui fondato nel 2002), gli rende omaggio con Luca Ronconi, 10 anni senza, rassegna curata da Felice Cappa iniziata lunedì 3 febbraio ce si concluderà venerdì 28 febbraio, i onda alle 16.15 su Rai 5 (e disponibile su Raiplay), e che riproporrà spettacoli, interviste, partecipazioni a programmi e documentari, per restituire la complessità di un percorso unico che ha segnato un'epoca, dalla prosa alla lirica fino allo sceneggiato.
Vero inedito, il 22 febbraio alle 21.15, la ripresa de Il silenzio dei comunisti. In occasione delle Olimpiadi della Cultura 2006 di Torino, Luca Ronconi e Walter Le Moli idearono il Progetto Domani composto da cinque spettacoli (come gli anelli olimpici) su altrettanti temi universali: Storia, Guerra, Etica, Tecnologia e Finanza. Uno dei cinque, presentato anche al Fabbricone di Prato, era tratto dall'epistolario del 2002 in cui Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin ricordavano il loro passato, soprattutto politico, e si interrogavano sul futuro.