mercoledì 27 luglio 2011
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Il testo inedito che qui pubblichiamo probabilmente è stato scritto nel 1961. Su richiesta di padre Jean Guéguen, Madeleine Delbrêl preparò «qualche cosa sulla missione nella città», in occasione della grande missione che ebbe luogo a Clermont-Ferrand nel corso del 1961. Dedicato alla Vergine Maria e rivolto ad un ateo, che probabilmente rappresenta la Città marxista e atea, riprende con forza alcune delle grandi convinzioni apostoliche di Madeleine.Quella città - e non è un’eccezione - ha un credito nei miei confronti, come le città che le sono simili o gli uomini verso i quali io ho lo stesso debito.Dei cristiani non hanno saputo guardare? Allora io non so guardare, m’impegnerò a fare meglio.Nel momento in cui tu hai fatto di tutto per separarti da Dio, dei cristiani ti hanno lasciato solo. A motivo dell’unità che ci lega, io mi considero responsabile.È di Dio che sei stato privato, è Dio che dovrei restituirti.Ma tu sai che la Fede non posso, non possiamo donarla. Devo cercare di darti Dio in un altro modo. Tu crederai o non crederai, come vuoi. Io terrò Dio accanto a te.Cristo ha detto, ed è il nocciolo di tutta la vita cristiana, di amare Dio con tutto il nostro cuore e più di tutto, e di amare tutti gli uomini come noi stessi. È questo il modo in cui ha voluto che noi fossimo cristiani.È questo amore che prendo con me per tornare accanto a te.Cristo ci ha detto senza sosta come bisognava viverlo; vivendolo ci ha mostrato come fare. Ci ha detto che seguendo la sua parola come un bambino incapace di critica, meriteremo di vivere insieme a lui, che la sua presenza non ci abbandonerà fino alla morte.Cristo, ora invisibile, nostro maestro e nostro Dio: tanto ne ascolterò la parola nel Vangelo, tanto farò parola per parola ciò egli ha detto, che io stesso, ad ogni azione che compirò come vuole lui, lo conoscerò un pò di più.Con lui tutto inizia e tutto finisce con «Amerai» che è un ordine assoluto.Tutto inizia così dal basso, così concreto, e così materiale e corporale, che puoi volerlo: amare è versare un bicchiere d’acqua a chi ha sete, dar da mangiare a chi ha fame, dare un ricovero a chi è senza. È essere in prigione col prigioniero, all’ospedale vicino al malato. È avere il cuore distrutto da ogni preoccupazione, ogni pena, ogni dolore dell’altro. È essere un fratello per ciascuno e un fratello per tutti, è vivere con gioia per loro e per loro morire.
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