mercoledì 7 aprile 2021
L’incontro online con la comunità buddhista italiana: «Intensificare il dialogo anche con la scienza, specie per lo studio della mente. Lo scopo dell’esistenza? La compassione universale»
Dalai Lama: «Le religioni vivano in armonia»
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Appuntamento alle 5,30 del mattino, corrispondenti alle 9 di Dharamsala, la località dell’India settentrionale nella quale risiede il Dalai Lama. Dalla sua “Piccola Lhasa” la massima autorità del buddhismo tibetano si è collegata oggi in diretta streaming con il nostro Paese per un incontro organizzato dall’Ubi (Unione buddhista italiana).

Una duplice prima volta, si potrebbe dire: assente dall’Italia dal 2017, finora Tenzin Gyatso non si era mai rivolto direttamente all’organismo che nel 2012 ha siglato un’intesa ufficiale con lo Stato italiano. «All’Ubi fanno capo sessanta centri, attorno ai quali ruotano circa duecentomila persone», spiega ad Avvenire il presidente Filippo Scianna, che ha aperto l’incontro con il Dalai Lama.

L’argomento scelto era uno dei capisaldi della dottrina buddhista, ovvero l’insegnamento sulle cosiddette Quattro Nobili Verità: la sofferenza, la sua origine, la sua accettazione, il sentiero da percorrere per giungere alla consapevolezza. Il vero obiettivo consiste nel generare la «mente dell’illuminazione», in virtù della quale si compone il dissidio tra altre due verità, quella mondana, che si arresta alla constatazione dei fenomeni, e quella assoluta, che trascende quegli stessi fenomeni riconoscendone la vacuità. «Non esistono in sé – ha ripetuto il Dalai Lama –, ma solo come relazioni reciproche, che danno luogo alle apparenze».

Il linguaggio può richiamare quello della ricerca neuroscientifica, e non è un caso. Anche oggi, rispondendo alle numerose domande provenienti dalle persone in collegamento, il Dalai Lama è tornato a ribadire la sua visione di un buddhismo filosofico e razionale. Per lui il dharma (ovvero la sequela della via del Buddha) non si esaurisce nella ripetizione di formule e citazioni, ma comporta un percorso di interiorizzazione e di approfondimento che può sfociare, appunto, nel dialogo con la scienza. «Oggi la fisica quantistica offre una descrizione molto precisa dei fenomeni – ha osservato tra l’altro – ma ancora non prende in considerazione le conseguenze sulla mente. In questo il buddhismo può dare un contributo fondamentale». Considerazioni analoghe valgono per i rapporti con le altre religioni. Secondo il Dalai Lama, è possibile continuare a professare la propria fede anche quando si pratica la disciplina buddhista: «Al di là delle differenze concettuali – ha ripetuto – tutte le religioni insegnano l’amore per gli altri e la compassione. Anzi, si può avere una vita significativa anche senza abbracciare alcuna fede. L’armonia tra le religioni rimane comunque un traguardo irrinunciabile».


Filippo Scianna, presidente dell’Ubi: «Nel nostro Paese la collaborazione con la Chiesa è già estesa,
in particolare per quanto riguarda l’emergenze sociale scatenata nell’ultimo anno dalla pandemia»

«In questo periodo di pandemia – commenta il presidente Scianna – abbiamo avuto la dimostrazione di quanto il riconoscersi in una dimensione di senso possa rivelarsi decisivo nell’affrontare le difficoltà. Non si tratta di promuovere la meditazione come se fosse una tecnica, ma di perseguire un equilibrio interiore che permetta di prendersi cura di sé e degli altri. Per i buddhisti che vivono in un Paese di forte tradizione cattolica come l’Italia tutto questo si traduce in una volontà di collaborazione che, anche di recente, ha prodotto risultati tutt’altro che trascurabili». Oltre a destinare quattro milioni e mezzo di euro a interventi legati all’emergenza coronavirus, nei mesi scorsi l’Ubi ha stretto alleanze sul territorio con diverse realtà cattoliche, compresa la Comunità di Sant’Egidio. «A titolo personale – aggiunge Scianna – ho trovato pienamente condivisibili le suggestioni provenienti da Laudato si’ e Fratelli tutti, le ultime due encicliche di papa Francesco. In particolare, la questione dell’ambiente ha un ruolo molto rilevante anche nell’insegnamento del Dalai Lama, come abbiamo avuto modo di constatare nella stessa lezione sulle Quattro Nobili Verità».

In chiusura del collegamento con l’Italia, il Dalai Lama ha voluto condividere con chi era all’ascolto la meditazione per la «mente dell’illuminazione», dalla quale discende il sentimento di compassione universale. Ed è qui, con un accenno alla Cina, che per un istante il rumore del mondo ha fatto irruzione nella quiete della Piccola Lhasa.

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