mercoledì 27 giugno 2012
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​Ci sono due polacchi (Klose e Podolski), un turco (Ozil), uno spagnolo (Gomez), un tunisino (Khedira) e un ghanese (Boateng). Non è una barzelletta, è la multietnica Nationalmannschaft di Joachim Loew. La nazionale più giovane di Euro 2012, visto che è di 24,6 anni la media dei 23 giocatori della rosa.Una rosa zeppa di campioni di provata affidabilità (a cominciare dall’eurocapocannoniere Mario Gomez, 91 gol nelle ultime due stagioni, il Mario azzurro prenda nota), con i due gemelli Bender (gli ultimi schierati dalla Germania erano stati i Kremers nel ’73) e un 18enne, Drexler, voluti a tutti i costi dal commissario tecnico, quasi fossero uno di quei maglioncini girocollo di cachemire che ama acquistare e indossare, anche in panchina.Il suo dream team crauti e cous cous incanta la Germania a cominciare dalla sua prima cittadina, la premier Angela Merkel. La “FANgela”, per la stampa berlinese che in questo caldissimo giugno calcistico la si vede più sulle tribune degli stadi polacchi che alle sedute della Bundestag. A Varsavia non ci sarà, ma superando il boicottaggio finora applicato ha già fatto trapelare che volerà di certo a Kiev domenica, se la Germania approdasse in finale.Frau Merkel da sovrana assoluta della Ue si è autoproclamata anche capa della tifoseria che dalla vicina Germania ha mosso truppe di supporters accampate per tre settimane a presidio del ritiro della nazionale di Loew, nella ex tedesca Danzica. Campionati Europei che i polacchi, con un pizzico di fastidio, definiscono "Eurogermanici", per via del passato delle "tedesche" Danzica appunto, Poznan e Breslavia e per una Varsavia, prossimo approdo per la semifinale con l’Italia, facilmente raggiungibile in massa.«Si sono portati anche il pallone da casa», dicono sempre i risentiti polacchi. Infatti la germanica Adidas, dopo un’assenza ventennale, si ripresenta a Euro 2012 con il restyling del caro, vecchio Tango. E loro è anche il tormentone canoro <+corsivo>Endless Summer<+tondo>: la Shakira di Polonia-Ucraina, l’esotica Oceana Mahimann, è una cantante tedesca di colore, originaria della Martinica. Un’altra creatura di questa nuova Germania global, che a partire dal calcio ha compiuto un’autentica rivoluzione multiculturale.Artefice di questa metamorfosi epocale è lui, l’elegante colletto bianco Loew che nell’ultimo sondaggio popolare ha scavalcato ampiamente frau Merkel: ora è il tedesco più amato in patria. Un riconoscimento che non lo lascia indifferente, ma non lo esalta neppure, perché, dice, «la politica non fa parte della mia filosofia dello sport, che riconosce altri valori». Joachim si è schierato anche contro il boicottaggio dell’Ucraina: «L’Europeo può aiutare la Tymoshenko a ottenere un trattamento civile, noi però non siamo la polizia del mondo, ma una squadra di calcio che vuole portare gioia e divertimento».Anche la Germania ha il suo Prandelli tutto “amore e stupore”. Loew, come il nostro Cesare, per arrivare a far conoscere il suo credo ha dovuto fare una lunga trafila. Alla nazionale è arrivato da vice di Klinsmann a Euro 2004 per seguirlo al Mondiale del 2006, «anche se la formazione e la tattica la faceva sempre Joachim», ricordano dalla <+corsivo>Bild<+tondo> in giù. Ma il Prandelli di Germania dissente: «Se Klinsmann non mi avesse chiamato, forse ora allenerei il Leoben (club austriaco di terza divisione)».Da quando Loew, nell’estate del 2006, ha preso in mano la nazionale l’ha resa simpatica e forte come non mai. Per arrivare a Euro 2012 ha vinto tutte e 10 le partite del suo girone di qualificazione: 34 gol segnati e 4 subiti. Ora è l’unica semifinalista a punteggio pieno (aveva Olanda e Portogallo nel girone), portando il suo record di vittorie a quota 15. L’ultima sconfitta è stata la semifinale con la Spagna ai Mondiali del 2010.Ora però c’è da superare l’Italia, storicamente la bestia nera. «Questa Germania è più concreta e molto più forte di quella del 2006», annuncia Oliver Bierhoff, uomo di finanza e manager della nazionale tedesca, che però non ha fatto i conti con l’imprevedibilità degli azzurri. Una variabile che il riflessivo Loew invece ha studiato a fondo. Così, per rilassarsi e in omaggio i nostri vignaioli, si beve ogni giorno un buon bicchiere di Chianti e sorseggiando amabilmente ammette: «I tempi sono maturi perché la Germania si tolga ogni complesso e batta l’Italia». Speriamo che il rosso gli tolga la sete, ma il complesso rimanga.
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