domenica 5 gennaio 2020
In tre anni hanno partecipato al concorso promosso dal Centro 50&Più oltre 200 cortometraggi, soprattutto di giovanissimi, per raccontare la terza età al di là degli stereotipi
Il concorso "Corti di lunga vita", dedicato al tema dell'anzianità, è giunto alla terza edizione

Il concorso "Corti di lunga vita", dedicato al tema dell'anzianità, è giunto alla terza edizione

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Raccontare la complessità e il fascino della vecchiaia al di là degli stereotipi attraverso il cinema. E se a farlo sono i giovani, ancora meglio. Questa è a sfida vinta da Corti di lunga vita, il concorso, giunto alla sua terza edizione, che ha raccolto 64 opere provenienti non solo dall’Italia, ma anche da Polonia, Ungheria, Spagna e Colombia. Tutta la vita, il tema di quest’anno, ha ispirato registi e videomaker di tutte le età: dai 17 agli 84 anni. Sono 10 i cortometraggi che hanno superato la selezione del Centro Studi 50&Più per essere sottoposti alla giuria tecnica presieduta da Paolo Virzì, da cui sono emersi i vincitori premiati a dicembre. ma già si sta pensando alla nuova edizione. L’idea del concorso è venuta ad Anna Maria Melloni, direttrice del Centro Studi 50&Più, centro di documentazione e informazione dell’Associazione 50&Più (nata per la valorizzazione del ruolo della persona anziana.e che conta oltre 300mila iscritti). «Io ho fatto molta formazione sull’anzianità a platee di volontari, familiari e operatori servizi – ci racconta –. Mi è capitato di utilizzare sequenze filmiche da incastonare nei percorsi e mi sono resa conto che tante declinazioni dell’invecchiamento non esistevano. Colpisce la polarizzazione molto forte nel cinema e dei media tra l’anziano fragile che ha bisogno di sostegno e l’ anziano molto vitale e con grande dedizione al consumismo. In mezzo, invece, c’è l’anziano reale, che c’è nelle nostre famiglie e che un giorno probabilmente diventeremo».

Per cercare, quindi, di stimolare una produzione di cinema che trattasse la normalità di chi ha più di 65 anni, è nato quindi questo concorso che in tre anni ha visto in gara oltre 200 cortometraggi. Perlopiù di registi giovanissimi, come la maggior parte dei vincitori dell’edizone 2019. Ad aggiudicarsi il primo posto è stata il commovente corto animato Dodici minuti di pioggia di Fabio Teriaca (vedi sopra): accompagnato dalle musiche di Sergio Cammariere in cui il protagonista della pellicola rivive con nostalgia i momenti della sua giovinezza. Al secondo posto Olivetti 82 di Gianmarco Santoro (23 anni di Roma) e Dario Lanciotti (26 anni di Latina). Un cortometraggio in bianco e nero che racconta la storia di un uomo al quale rimangono solo due anni di vita, in cui l’unica salvezza sembra arrivare da una macchina da scrivere. Infine, il terzo posto è andato a Letizia, opera del ventottenne Vincenzo De Nicola di Roma è il racconto di una vita che dimostra come la bellezza non sia un concetto legato alla sfera estetica. Una menzione speciale è stata poi assegnata all’opera di Riccardo Menicatti e Bruno Ugioli, classe 1986 e 1989, Tutto il tempo che vogliamo che apre le porte all’amore nella sua forma più forte, quella che resiste alla malattia, ancorandosi a ricordi sbiaditi e fugaci momenti di felicità. Il Premio 50&Più riservato agli iscritti all'Associazione è andato a Niente è come sembra di Vincenzo D’Amuri, classe 1935, il regista più anziano di questa edizione. Le dieci opere finaliste valutate della giuria tecnica sono visibili sul canale YouTube del Centro Studi 50&Più e su sito Corti di Lunga Vita.

«Sono tappe che riguardano ognuno di noi, e quello che non viene mai raccontato, e diventa problematico, è ciò che accade al momento del pensionamento, che sarà il primo tempo totalmente destrutturato della nostra vita. Il senso di spaesamento è molto frequente» aggiunge la Melloni. Interessante è la partecipazione massiccia dei giovani, che peraltro hanno la possibilità di vincere premi in denaro per proseguire il loro lavoro. «Sono tanti i giovani e sono cresciuti - aggiunge la direttrice - La cosa che ha colpito sono le tematiche: nelle prime due edizioni, presiedute da Pupi Avati, è stato molto raccontato il tema della sofferenza: morte, eutanasia, suicidio con una certa inclinazione alla drammatizzazione tipico dei giovani. Un altro tema è la conflittualità fra generazioni, una distanza tra giovani e anziani che poi viene risolta in chiusura di corto, con un evento che fa rivisitare le posizioni al giovane che capisce di aver sbagliato». «Quest'anno, si è raccontata la possibità di reinventarsi in tutte le età della vita con un buon tasso di speranza – prosegue la direttrice – Dobbiamo in modo irrinunciabile parlare di questo tema, se vogliamo promuovere una anzianità attiva fin da giovanissimi. Se parlo di vecchiaia, parlo di me».
Intorno a primavera/estate uscirà il bando dell’edizione 2020 di Corti di lunga vita, la cui premiazione avverrà in dicembre. Maggiori informazioni sul sito di Corti di lunga vita e dell'associazione 50&Più.

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