mercoledì 8 agosto 2012

Durante la conferenza stampa a Bolzano racconta la sua verità: «Con le Olimpiadi davanti io non sono più stato lucido. La pressione che mi sono datto da solo e le aspettative che avevo di tornare più forte di prima. Non sono stato più capace di dire no al doping». Il presidente del Coni, Petrucci: «Provo pietà, ma quello che ha fatto è contro le regole».
Mano tesa a Schwazer, il campione fragile di Massimiliano Castellani
«Alex adesso rialzati, i giovani ti guardano di Marco Pozza
Il fuoco olimpico spegne i Riot di Paolo Lambruschi
L'Italvolley schiaccia gli Stati Uniti
Si spezza l'asta durante il salto

COMMENTA E CONDIVIDI

"Per me non è facile essere qui". Sguardo basso e voce rotta dal pianto Alex Schwazer racconta ai giornalisti la sua verità."Gli ultimi tre anni per me sono stati molto difficili. Non sentivo più nessuna emozione e volevo smettere -spiega-.Dalla fine del 2011  non ero più lucido. Dovevo prendere delle decisioni. Con le Olimpiadi davanti io non sono più stato lucido. La pressione che mi sono datto da solo e le aspettative che avevo di tornare più forte di prima. Non sono stato più capace di dire no al doping. Dire che questo grande errore mi dispiace molto sarebbe troppo poco".Alex ammette più volte lo sbaglio. "Dire che mi spiace è dire poco". Poi ripercorre le varie tappe della sua tragica vicenda. "Ho fatto tutto da solo, mi sono informato su internet, ho fatto le ricerche. Sono andato in Turchia e ho comprato l'epo in farmacia. L'ho chiesto al farmacista e lui me l'ha data".​ Mille e 500 euro il prezzo del farmaco maledetto. Che si è iniettato da solo, di nascostod a tutti, nel bagno.Poi scoppia in lacrime: "Sono contento che sia tutto finito". Le ultime parole di Alex sono per la fidanzata Carolina Kostner: «Per me non è stato facile dirle che in frigo non c'erano vitamine B12, ma epo. Mi vergogno tanto. Carolina non sapeva niente"."Ero stufo e non ce la facevo più, il mio sogno è fare un lavoro che mi dà soddisfazione. Voi non avete idea quanto sacrificio c'è per una gara, e quando va male, sei un grande co...". Parole amare quelle dell'atleta altoatesino che ammette: "Non ho piacere ad allenarmi 35 ore a settimana facendo sempre la stessa cosa. Ho fatto giornate intere di fatica, mi veniva la nausea. Quando fai una cosa che oltre qualsiasi ambizione e risultato ti piace, allora ok, sta qui la differenza con Carolina, a lei pattinare piace". "Chiedo scusa all'Arma dei Carabinieri. Domani consegnerò la pistola e il tesserino."Voglio dire che se non ci fosse stata l'Arma - ha aggiunto - non avrei potuto fare questo sport a livello nazionale. Se non ci fossero loro, (i Carabinieri), in Italia il professionismo negli sport minori non esisterebbe". In conclusione della conferenza stampa il marciatore ha lanciato un appello: "Posso dire solo agli altri di nondoparsi. La vita è tutt'altro. Volevo tutto e ora ho perso tutto. Io a questo punto spero di essere un esempio per chi non dovrà compiere il mio stesso errore". Nel corso della conferenza stampa ha chiesto scusa più volte, ma non ha ribadito di non volere nessuna riduzione di pena. "La sola cosa importante per me adesso è liberarmi di tutto questo peso".PETRUCCI: «PROVO PIETA' MA QUELLO CHE HA FATTO E' CONTRO LE REGOLE». "Sotto l'aspetto umano non posso che trarre sentimenti di pietà e tenerezza, è chiaro che essendo io un dirigente sportivo dico che ha fatto una cosa contro ogni regola". Il presidente del Coni, Gianni Petrucci si è detto colpito dal pianto a dirotto di Schwazer nel corso della conferenza stampa a Bolzano. "Oggi è crollato, anche io sono un padre di famiglia - aggiunge Petrucci - e posso capire. È chiaro però che poi uno deve fare delle distinzioni". Alla domanda sui sospetti per l'oro di Pechino sorti dopo la positività di Schwazer, Petrucci ha sottolineato: "Non mi sento sicuro di niente, la mano sul fuoco è meglio non metterla per nessuno, ma non significa che ho dei dubbi. Uno è positivo quando viene trovato positivo".E sulla positività di Schwazer anche la procura di Bolzano ha aperto formalmente una indagine sul marciatore: l'ipotesi di reato è di frode sportiva. Lo ha confermato il procuratore Guido Rispoli. Gli inquirenti ipotizzano infatti che l'assunzione delle sostanze dopanti sia avvenuta in parte in Italia, ma in parte anche all'estero. Per questo la competenza sull'inchiesta è della procura di Bolzano, visto che Schwazer è residente in Alto Adige.  Il procuratore Rispoli ha creato un gruppo di lavoro che effettuerà gli accertamenti preliminari per vedere se ci sono gli estremi per procedere con l'inchiesta. Questa dovrà anche stabilire l'eventuale responsabilità di terzi, che potrebbero aver indotto Schwazer al doping.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: