giovedì 8 luglio 2010
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In Duomo José Carreras si è fermato tante volte. «Qualche minuto in raccoglimento per avere pensieri meno materiali di quelli che fuori ci travolgono». Specie nei momenti della prova, quando la vita lo ha costretto a fare i conti con la malattia e con il dolore. Una tappa irrinunciabile, quella con la cattedrale, ogni volta che il tenore spagnolo passava da Milano. Magari impegnato in una Prima della Scala. E, dice con un sorriso, «non nascondo che uno sguardo a chi c’è lassù per chiedere un "appoggio" l’ho rivolto spesso». Carreras torna ancora una volta a Milano. E torna in Duomo. Questa volta non in ginocchio, davanti alle vetrate, ma sulla terrazza, proprio sotto la guglia della Madonnina. Ancora in preghiera, però. Che oggi si esprime attraverso la musica. Quella della Missa criolla di Ariel Ramirez, «un grande affresco spirituale, una pagina dove la fede viene raccontata con i ritmi del folklore argentino».Il musicista, da domani sera (appuntamento alle 21.30, repliche domenica 12 e martedì 14), sarà il protagonista del nuovo appuntamento con VivilDuomo, la rassegna di concerti in cima alla cattedrale organizzata dalla Veneranda fabbrica del Duomo per «raccogliere fondi, ma soprattutto per sensibilizzare la città sui restauri, non più rinviabili, della guglia maggiore» come spiega il presidente Angelo Caloia. Servono 9 milioni di euro (ma ne occorrono altri 10 per riaprire il Museo e 15 per la gestione ordinaria) specie ora che «da un anno e mezzo lo Stato non versa più il finanziamento di 5 milioni di euro previsto da una legge che deve essere rinnovata» spiega Caloia. I biglietti costano 150 euro, ma l’intento è quello di «ricordare ai milanesi che il Duomo è sempre stato un fatto di popolo e deve tornare ad esserlo».Carreras, dicono gli organizzatori, «si è messo generosamente a disposizione dimostrando il suo affetto per il Duomo e la città» perché, spiega il tenore, «per un artista è sempre un motivo di soddisfazione e di orgoglio mettersi in gioco per iniziative che uniscono aspetti spirituali, culturali e sociali. Ma soprattutto è un grande dono poter cantare pagine che sanno arrivare al cuore delle persone, che rinfrancano lo spirito, quello che ci fa vincere tutte le nostre battaglie e che dobbiamo sempre alimentare con la speranza».La voce di Carreras intonerà il Pie Jesu dal Requiem di Faurè e l’Ave Maria di Schubert prima di innalzare la preghiera che Ramirez ha messo nella Missa criolla. «Quando faccio risuonare le tradizionali parti della messa, il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus e l’Agnus Dei, messe in musica con i ritmi delle Ande e nella mia lingua, lo spagnolo, mi commuovo perché avverto in quelle pagine il grido di dolore dell’uomo» spiega il tenore che ha vinto la battaglia contro la leucemia.Un destino che lo accomuna ai colleghi che proprio vent’anni fa si scatenavano a Caracalla nel concerto dei Tre tenori: «Un abbraccio a Placido e un ricordo affettuoso a Luciano» ha detto Carreras ricordando la vittoria di Domingo, proprio di recente sulla malattia, e la prematura scomparsa di Pavarotti. Il tenore, che il 25 luglio canterà con Andrea Bocelli e Zucchero a Lajatico, tornerà a Milano il 10 ottobre per un concerto benefico alla Scala. «La crisi economica impone tagli, ma penalizzare la cultura e la ricerca è un grande sbaglio» ha concluso Carreras augurandosi che «la Scala non sia costretta a chiudere».
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