È una Carolina Kostner
stanca e felicissima per la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali
di pattinaggio tenuti alla Super Arena di Saitama, alle porte di
Tokyo, a stretto giro dal terzo posto delle Olimpiadi di Sochi.
"Spero con il mio pattinare di essere da esempio, di poter
dire alle giovani pattinatrici qualche volta di avere pazienza,
qualche volta si cade però poi ti rialzi, il mondo non finisce
lì e la vita non finisce lì", afferma. Il segreto, in fondo, è
"di crederci fino in fondo, di seguire il tuo cuore".
Il carattere e la determinazione della pattinatrice gardenese
emerge anche di fronte alla domanda sulla dedica della medaglia.
"Difficle dire - ribatte -. La dedico al
mio staff, al mio allenatore: grazie, grazie tanto, per avermi
accompagnato per tutti questi anni e aver avuto la pazienza di
sopportarmi ogni giorno".
Il successo "è un lavoro di squadra
fantastico. Non è la tipica relazione tra l'allenatore e
l'atleta. È un lavoro di squadra. Spesso - si schernisce - sono
rompiscatole, chiedo ma perché questo, ma perché quest'altro. Mi
metto a discutere non solo per essere preparata al massimo, ma
anche per poter riuscire a fare certe cose. Grazie alle persone
che mi stanno intorno siamo riusciti ad arrivare fino a qui. Ho
imparato da ogni gara e da ogni difficoltà".
Insomma, "una giornata storica per noi italiani" dice.
"Abbiamo vinto due medaglie, una d'oro e una di bronzo. Per me è
una grandissima gioia perché venendo qui non sapevo bene cosa mi
aspettassi, ma poter andare a casa con un'altra medaglia al
collo è una cosa fantastica". È notte ed è tempo di lasciare
l'avveniristica arena di Saitama. Ma sarà questa appena conclusa
l'ultima gara di Carolina Kostner? "Non lo so", risponde dopo un
lungo sospiro, prima di congedarsi sorridendo.