giovedì 8 agosto 2013
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Le  macerie di una casa davanti al blu dell’Egeo. E, sui muri dei palazzi, la poesia del cemento: le scritte «Siamo come zombi» e «Sto soffrendo», denuncia collettiva e personale della crisi economica che ghermisce la Grecia. Così comincia il viaggio tra gli uomini delle taverne sulle tracce del rebetiko, musica struggente e parole taglienti, un sirtaki dai ritmi a volte scattanti a volte indolenti che da un secolo esprime la ribellione dei greci alla povertà, il loro lamento disperato verso chi li vuole spogliare anche della dignità, quel blues ellenico che canta l’amore per una donna o per la terra generatrice.

Il docu-film Indebito che ieri ha aperto il festival del Cinema di Locarno è stato girato dal giovane regista Andrea Segre (autore di Io sono lì e Dio era un musicista) con tre camere a mano: gli occhi che hanno seguito per 20 giorni il cantautore-viandante Vinicio Capossela nel ventre di Atene e nelle bettole di Salonicco, di Cipro e dell’isoletta di Ikaria, tutti luoghi dove, nottetempo, i rebetes continuano a pizzicare le corde di bouzouki e baglamas e a cantare “indebitamente” il loro dolore e la loro speranza, tenendo viva la tradizione e, con essa, l’identità del popolo di cui fanno parte. Nelle taverne la gente ascolta una musica che mescola Oriente e Occidente, beve ouzo e cerca nella propria rabbia una speranza che aiuti a vivere. Ecco la forza del rebetiko, la stessa che avevano i reduci dalla terra bruciata di Smirne, nel 1922.«A causa della crisi, la Grecia è portata spesso come esempio negativo - commenta Segre - ma a me interessava, attraverso questo film, capire la crisi di identità del cittadino europeo che non ha più soldi né per consumare né per comprarsi la felicità e, purtroppo, a differenza dei greci, nemmeno una tradizione a cui aggrapparsi per poter risorgere: basta guardare le nuove generazioni che, anche in Italia, non riescono a dare una forma alla ribellione e non sembrano avere risorse per uscire fuori da questa crisi». Un messaggio positivo, dunque, che arriva da chi, nel Vecchio Continente, appare più “in debito” degli altri. Il documentario è il frutto di una stretta collaborazione tra Segre e il musicista Capossela che, innamoratosi di questi luoghi e di questa gente, ha inciso nel 2012 l’album Rebetiko Gymnastas - nel quale rilegge con il suo personalissimo stile i brani più rappresentativi della tradizione ellenica - scrivendo anche un diario di viaggio, il tefteri (quadernetto sul quale i commercianti di alimentari registrano la spesa dei loro clienti), dove i personaggi incontrati e la cultura greca assorbita nei suoi soggiorni in questa terra di confine si intrecciano ai pensieri suscitati dalla musica e dalla crisi. «Vinicio mi ha mandato le sue lettere sulla Grecia: da lì sono partito per preparare il docu-film - conclude Segre - che ha per oggetto la memoria e la rabbia trasformati in arte nei concerti della taverna: l’unica vera opposizione all’omologazione del consumismo». Tra i rebetiko eseguiti da Capossela in presa diretta, la melanconica Abbandonato, che racconta di chi «non tiene più alla vita» ma vuole risorgere e Scivola vai via, poetico canto d’amore per una donna. La splendida fotografia di Indebito, film prodotto da Francesco Bonsembiante per Jolefilm e La Cupa in collaborazione con Rai Cinema, è stata curata da Luca Bigazzi. Il film sarà nelle sale italiane in autunno in data unica, un’uscita-evento distribuita da Nexo Digital.

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