venerdì 16 settembre 2016
Crema, il campanone del Duomo torna a casa restaurato
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Dal 1753 ha salutato 19 vescovi, e accompagnato centinaia di migliaia di cremaschi nella quotidianità del centro storico. Poi, nel 2014, la scoperta: il campanone del Duomo – quindici quintali di bronzo, senza contare meccanismi e ingranaggi vari - è crepato tra la calotta superiore e le maniglie, bisogna rimuoverlo e aggiustarlo a dovere. Detto, fatto. Il capolavoro di Domenico Crespi – l’artigiano locale che lo fuse – è stato affidato alla ditta che da anni lo cura insieme alle altre 6 campane lì presenti, la Sabbadini di Fontanella. E questa, data l’importanza del manufatto unita alla delicatezza delle lesioni, ha chiesto l’assistenza di un’azienda specializzata che è leader in Europa: la Grassmayr di Innsbruck (Austria). Così, attraverso una spettacolare operazione organizzata dalla Sabbadini, a inizio maggio il campanone è risceso a terra dopo 263 anni. Poi ha viaggiato oltreconfine, per essere “medicato” dalla Grassmayr. E, questa mattina, la collega bergamasca lo ha riportato a Crema. Nel cortile della curia, dove il vescovo Oscar Cantoni lo benedirà domani al termine della Messa delle 18. In torre, la campana salirà poi nei prossimi giorni. E lì – al netto di imprevisti - vi rimarrà di nuovo per secoli: battendo le ore, scandendo il carillon di mezzogiorno, e annunciando con le altre campane le Messe festive.

XKqBNFO1sx4;430;242l "Concerto solenne" delle 6 campane, la suonata più particolare riservata alle grandi festel "Concerto solenne" delle 6 campane, la suonata più particolare riservata alle grandi feste Si è rivelato particolarmente impegnativo l’intervento d’Oltralpe: riscaldata a 1200 gradi, la zona di rottura è stata risarcita con barre di rame e stagno. Così, fondendosi, questi due metalli hanno ripristinato la lega bronzea. Volendo, l’intervento si sarebbe potuto risolvere in una semplice saldatura. Ma avrebbe dato molte meno garanzie di tenuta nel tempo. Ipotesi scartata: il concerto della cattedrale, formato da sei campane tutte originali del 1753 (cui se ne aggiunge un’altra piccola, fusa nell’Ottocento, usata da sola come specifico richiamo per il capitolo della Cattedrale), è conosciuto a livello nazionale. Vuoi per la purezza del suono, vuoi per l’intonazione “a salto” praticamente unica nell’ambito delle campane a sistema ambrosiano (come lo sono praticamente tutte quelle della Lombardia e non solo, con qualche eccezione soprattutto in Valtellina). E sempre nell’ottica di allungare il più possibile la “vita” dello strumento, Grassmayr ha chiuso l’avvallamento creato sul bronzo dall’impatto del batacchio. Un’altra operazione di grande tecnica, che ha riportato il campanone - come per magia - all’integrità del 1753. 

 

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