martedì 3 aprile 2012
​L’ex barese: «Con il Lecce ho fatto un autogol per soldi». In manette anche due amici del calciatore: presero parte alle combine da 300mila euro.
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​Era nell’aria, da giorni si preannunciavano (Enrico Mentana dal Tg de La7 grida “al lupo al lupo” da settimane) nuovi arresti nel gotha del calcio italiano. Il bubbone del Calcioscommesse è, così, puntualmente riesploso e a finire in manette questa volta è stato l’ex difensore del Bari, ora all’Atalanta, Andrea Masiello, assieme a due suoi amici-scommettitori, Fabio Giacobbe e Giovanni Carella. Sono 18 le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Bari e fra queste altri nomi di spicco di Serie A e B: Daniele Portanova (difensore del Bologna), Alessandro Parisi (difensore del Torino), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Marco Rossi (Cesena), Abdelkader Ghezzal (Cesena), Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte (Siena).La procura pugliese ha prove su 5 partite del Bari, fra cui il derby sentitissimo col Lecce della scorsa stagione. Un match a quanto pare truccato ma senza giro di scommesse. «Per Bari-Lecce, giocata il 15 maggio del 2011, finita 0-2 per il Lecce, abbiamo accertato che sono stati dati in garanzia assegni poi tramutati in denaro contante a fine partita», spiega il procuratore di Bari, Antonio Laudati, presentando alla stampa le prime risultanze dell’indagine. Su questa partita Laudati ha precisato: «Non ci sono state scommesse, ma il passaggio di denaro riguardava le società di calcio interessate».I provvedimenti restrittivi, ancora in corso, dovrebbero però riguardare un numero ridotto di indagati tra i quali Masiello, arrestato a Bergamo e portato nella notte di domenica a Bari. I suoi amici Carella e Giacobbe, sono ritenuti complici delle combine di alcune partite del Bari, nello scorso campionato. Per tutti loro il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizioni sportive. Oltre a Bari-Lecce, sotto la lente degli inquirenti sono Bari-Genoa 3-0 (2 maggio 2010), Udinese-Bari 3-3 (9 maggio 2010), Cesena-Bari 1-0 (17 aprile 2011) e Bologna-Bari 0-4 (22 maggio 2011). Dai risultati dell’inchiesta gli inquirenti hanno accertato che una volta conseguita la matematica retrocessione in B del Bari, «alcune frange degli stessi ultrà baresi avvicinarono i calciatori ed imposero loro di perdere le successive partite di campionato in modo da consentire ai tifosi di lucrare anch’essi vincite in denaro, puntando sulla sconfitta dei propri ex beniamini». È quanto scrive il gip di Bari nel provvedimento di arresto notificato a Masiello. «Tanto accadeva – annota il giudice – in un clima di intuibile tensione che sarebbe degenerato in aperta contestazione dei calciatori da parte della tifoseria organizzata in prossimità del successivo derby Bari-Lecce». Di questo parla nell’interrogatorio del 27 dicembre 2012 l’ex centrocampista barese Marco Rossi, ora al Cesena. Rossi ha detto agli investigatori che «poco prima della partita Cesena-Bari, alcuni capi ultrà avevano intimato ai rappresentanti dei giocatori, tra cui il portiere Gillet e lo stesso Andrea Masiello, di perdere le successive due partite di campionato, ovvero Cesena-Bari e Bari-Sampdoria, in quanto avevano essi stessi scommesso sulla sconfitta del Bari».Dopo aver negato più volte, durante gli interrogatori, la combine del derby Bari-Lecce, Masiello ha finito con l’ammettere al pm di «aver fatto l’autogol che permise ai giallorossi di vincere la partita e di restare in A». Per la combine Masiello avrebbe intascato 50mila euro mentre i suoi amici-scommettitori, Carella e Giacobbe, avrebbero ricevuto 180mila euro da un faccendiere che i carabinieri stanno per identificare. La triade Masiello, Carella e Giacobbe, compare anche nella combine di Bologna-Bari del 22 maggio 2011, finita 0-4. Giacobbe e Carella andarono in auto a Bologna per incontrare probabilmente il difensore della squadra emiliana, Daniele Portanova, per tentare un accordo al fine di truccare la partita. Questa circostanza sarebbe stata riferita da Masiello agli inquirenti baresi nell’interrogatorio del 24 febbraio scorso. Ma secondo Masiello Portanova oppose un netto rifiuto. Secondo gli inquirenti sospetti ci sono anche su Palermo-Bari (2-1), di cui però si sta occupando la procura di Cremona e su Bari-Genoa (3-0), sulla quale però il Gip ha ritenuto che non vi siano gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Masiello e dei suoi due soci arrestati.
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