venerdì 3 giugno 2011
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Un contropiede classico, così la Mobile e la magistratura di Cremona sono andati a segno per primi. La loro è solo l’ultima delle inchieste sul Calcioscommesse, altre sono aperte da tempo a Napoli, Potenza, Bergamo e Ascoli. Indagini complicate dalla diffusa omertà - tipica nel mondo del pallone - , dalla volatilità dei reati, ma anche dal timore di creare guasti aggiuntivi, non solo nella Lega Pro e in serie B, ma anche in Serie A, che con le puntate su Inter-Lecce e Brescia-Bologna (e una gara sospetta del Chievo) comincia a tremare. Se gli organizzatori dell’associazione a delinquere  cominciano a scontare in  carcere o ai domiciliari , la base,  gli scommettitori sleali, non pagheranno un bel nulla: si tratta di migliaia di “clienti” sparsi  in  Italia, Svizzera, Albania e Repubblica Slovacca: le confidenze, le soffiate che ne garantivano le scommesse sono un insider che il codice non punisce. Ma disquisire di diritto,  aspettando i tempi inevitabilmente lunghi della giustizia penale, sarebbe in questo caso, più rischioso di sempre. Il gip Guido Salvini ha già fissato per oggi i primi interrogatori, quelli dei sette in carcere. I nove ai domiciliari saranno sentiti dai titolari dei rispettivi tribunali. Si vuole far presto per impedire che i clan che hanno tenuto in mano il gioco, possano, riorganizzandosi, eliminare prove, cucire la bocca di accusati e testimoni. Che abbiano la mano pesante, si è visto dalle minacce di morte a Marco Paoloni, “avvelenatore” degli ex compagni della Cremonese. Anche personaggi come Beppe Signori o Cristiano Doni (capitano dell’Atalanta) devono temere reazioni. A cominciare dalle tifoserie inferocite, per finire all’associazione a delinquere cui si sarebbero affiliati. Anche per questo è fondamentale l’intervento immediato delle giustizia sportiva. Gli inquirenti di Cremona chiaramente lo sollecitano. Oggi il pm Roberto di Martino invierà al procuratore federale Stefano Palazzi tutti i possibili atti dell’inchiesta. Lo stesso gip Salvini si preoccupa delle prove (già individuate) che potrebbero scomparire, come la ricetta per l’acquisto del Lormetazepan utilizzato per addormentare i calciatori della Cremonese, o gli assegni, le fideiussioni che i calciatori corrotti sono stati tante volte costretti a firmare per garantire «il rischio d’impresa» dell’associazione criminale. Teme altri colpi di coda anche per quel che resta del campionato di serie B. «L’attività dell’associazione (a delinquere) è ancora in corso - spiega - e sta incidendo sulle ultime fasi dei vari campionati, con gravi danni per le società, per gli scommettitori leali e per la regolarità delle competizioni sportive». Per ora di condanna autorevole è arrivata quella del ct della Nazionale Cesare Prandelli: «Basta omertà... Ce la mettiamo tutta per cercare di trasmettere i valori giusti, ma ci sono troppe tentazioni. A me hanno insegnato che quando vuoi arrivare a dei guadagni facili alla lunga paghi. Il messaggio che dobbiamo dare è che i soldi bisogna sudarseli, guadagnarseli e avere il rispetto di tutti». Tutte le Leghe calcio interessate si sono costituite parte civile, ma nel pallone italiano è scesa un’altra nube fosca che fa presagire il peggio.
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