sabato 29 giugno 2019
La ct Milena Bertolini ribadisce l’urgenza di fare dei passi avanti nel riconoscimento del calcio femminile: «Le olandesi sono professioniste, è stata una partita non alla pari»
Azzurre ko con l'Olanda. Ma l'aria è cambiata
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«Il calcio femminile da ora sarà diverso in Italia. Per chi ha compiti decisionali è arrivato il momento di prendere decisioni: queste ragazze si meritano il professionismo e opportunità diverse». Nonostante il perentorio ko con l’Olanda, nulla cambia per la ct della azzurre Milena Bertolini che ribadisce l’urgenza di fare dei passi avanti nel riconoscimento del calcio femminile.

«Le azzurre hanno giocato contro colleghe che hanno opportunità diverse – sottolinea Bertolini –. Le olandesi sono professioniste, è stata una partita non alla pari da questo punto di vista». È altrettanto abile che in panchina la selezionatrice azzurra ad andare all’incasso, proprio perché si possa trasformare la prossima volta in vittoria ciò che oggi è stata una sconfitta. Il 2-0 con le campionesse d’Europa non ha dunque alibi.

Al di là dell’afa, il semaforo rosso da arancione potrebbe diventare in futuro verde, per superare la barriera dei quarti di finale. Con la sconfitta targata Olanda restiamo infatti soltanto tra le prime otto nazionali del mondo, ma l’aver fatto incollare al televisore un’altra cospicua manciata di milioni di telespettatori catapulta il calcio femminile tra le nuove prepotenti realtà sportive del nostro Paese.

La rivincita con le olandesi, che ci avevano eliminati ai playoff per la qualificazione ai precedenti Mondiali femminili, è dunque rimandata. Schiacciante la prevalenza dell’arancione sugli spalti dello stadio di Valenciennes e schiacciante anche quella in campo nel secondo dei due tempi. E pensare che erano state soprattutto le bionde nordiche a lamentarsi dell’impervio orario delle 15 sotto il sole e i 33 gradi di temperatura.

Eppure nel primo tempo le azzurre avevano retto bene l’urto con le più atletiche e percussive olandesi campioni d’Europa. I primi 45 minuti avevano fatto persino ben sperare, la tenuta fisica era sembrata rassicurante anche se non tutte brillavano in freschezza ed efficacia. Soprattutto Barbara Bonansea, la prima infatti a essere sostituita da ct Milena Bertolini all’inizio della ripresa. Un secondo tempo via via sempre più arrembante da parte dell’Olanda che dopo aver confezionato tre nitide palle gol è infatti passata in vantaggio al 25’ della ripresa con un perentorio colpo di testa di Miedema. Il raddoppio dieci minuti dopo con van der Gragt.

Svanisce così il sogno azzurro e rosa di queste ragazze che hanno colorato ciò che era stato invece stinto e sbiadito dagli omologhi maschili guidati alla sventura da Ventura. Un sogno rotolato via ma capace di resuscitare sopiti entusiasmi, vincendo anche la naturale e comprensibile diffidenza maschile verso il calcio declinato al femminile. Mentre si parla comunque di professionismo anche per le nostre calciatrici. Come ha fatto anche ieri il presidente dell’Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi che è tornato a chiedere questo riconoscimento, visto che questo status il movimento calcistico femminile è l’unico a non verlo tra le otto migliori squadre di questo Mondiale francese. Torneo per la cui conquista vedremo ora sfidarsi in semifinale l’Olanda con la vincente di Germania-Spagna e, nel derby anglofono, Stati Uniti e Inghilterra.

È stato anche bello rivedere in campo, grazie al calcio delle donne non ancora così ricco da essere comandato da sponsor e marketing, i veri colori delle nazionali. Azzurro e arancione stavano bene insieme. Come i biondi capelli delle olandesi con la capigliatura afro della nostra Sara Gama. Mix perfetto di un futuro che è già incominciato.

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