sabato 3 dicembre 2011
Gli azzurri sono capitati in sorte nel gruppo C con gli spagnoli campioni del mondo e d'Europa, con l'Irlanda guidata da Trapattoni e con la Croazia. Da Kiev a Varsavia stadi all’avanguardia, ma anche tanti affari loschi degli oligarchi padroni di società e gestori della kermesse.  Il 52% dei polacchi sfiduciano la propria Federcalcio accusata di una “Calciopoli” simile a quella italiana.
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Dalla Spagna campione del mondo e d’Europa in carica, all’Irlanda allenata da Giovanni Trapattoni: è un girone da brividi quello che il sorteggio Uefa ha riservato all’Italia di Cesare Prandelli nell’Europeo del prossimo giugno. Gli azzurri non hanno avuto fortuna, ma poteva andare peggio finendo nel Girone B, il più difficile, con Olanda, Danimarca, Germania e Portogallo. Per trovare avversarie “leggere” bisognava ritrovarsi nel gruppo A. L’Italia, invece, si ritrova nel girone C, con Spagna, Irlanda e Croazia. E contro le “furie rosse”, che li eliminarono ai rigori all’ultimo Europeo, gli azzurri esordiranno il 10 giugno a Danzica. Poi la Croazia a Poznan (14 giugno). Chiusura quattro giorni dopo proprio contro la squadra allenata da Trap, vecchio maestro di Prandelli alla Juventus: potrebbe essere la partita decisiva. Intanto Prandelli ha confermato il ritiro a Cracovia, per rimanere in Polonia lungo tutta la prima fase. Poi, se gli azzurri si qualificheranno, incroceranno la prima o la seconda del girone D, quello di Ucraina, Svezia, Francia e Inghilterra.«È molto difficile, dovremo arrivare preparati dal punto di vista mentale», è il primo commento di Cesare Prandelli. «Affrontiamo i campioni del mondo e non volevamo incontrare Trapattoni - continua il ct azzurro pensando a un eventuale spareggio -, lo conosco, so che l’Irlanda lotterà fino all’ultimo. Spero di recuperare Giuseppe Rossi e Cassano perchè avevamo grandi equilibri con loro». Non è soddisfatto nemmeno Giovanni Trapattoni, ct dell’Irlanda: «Volevo evitare questo confronto diretto con Prandelli. Spero che l’ultima partita non sia da dentro o fuori per entrambe». Le buone notizie arrivano dal versante delle infrastrutture. A sei mesi dalla partita inaugurale del torneo sono stati cancellati tutti i timori dei mesi scorsi sullo stato di avanzamento dei lavori. «In più di un’occasione ci siamo chiesti se tutto avrebbe funzionato, ma ora i preparativi stanno andando molto bene», afferma Gianni Infantino, segretario generale della Uefa. «Sette degli otto stadi sono già stati inaugurati e lo stadio Nazionale di Varsavia ospiterà la prima partita a gennaio», aggiunge Infantino. Novità, invece, per quanto riguarda i premi, la Uefa ha annunciato che ci sarà un maxi-premio anche per le Nazionali che chiuderanno al terzo posto nel proprio girone, quindi, escluse dai quarti: riceveranno un milione di euro. La decisione mira a motivare fino alla fine della prima fase anche le squadre che non accederanno al round successivo. L’ammontare dei premi del torneo è di 196 milioni di euro, 12 in più rispetto al 2008. La Nazionale campione d’Europa, riceverà 23,5 milioni.Nel segno del vintage il pallone di Euro 2012, si chiama Tango 12 e riprende le linee guida della sfera creata dall’Adidas negli anni ’80. È caratterizzato da un design classico nel quale spiccano i colori nazionali di Polonia e Ucraina. A Kiev Michel Platini, presidente della Uefa, ha parlato anche dei Mondiali in programma in Qatar nel 2022 sostenendo che «per l’organizzazione non sarebbe un problema giocare d’inverno». Quella di una collocazione “anomala” dei Mondiali è un’ipotesi che farà discutere molto. «Come potrebbe recarsi la gente in Qatar a giugno con temperature di 50 gradi? Se la gente non viene e non si diverte, non va bene», ha aggiunto Platini. Angelo Marchi

PRONTI PER L'EUROCAOSNon è ancora uscita la prima pallina dall’urna dei sorteggi di Polonia-Ucraina 2012 che già impazzano i dubbi, le polemiche e le paure intorno a questi Europei assolutamente inediti. Mancano sei mesi ai campionati di calcio continentali “scippati” all’Italia (magari è stata la nostra fortuna?) e assegnati alla strana ditta dell’Est, ma sono tante le incognite che rimbalzano come un pallone da Kiev e da Varsavia. La Polonia fa buon viso a cattivo gioco e dice che «è tutto a posto e pronto per la festa del calcio». L’Ucraina la imita, ma si percepisce anche a distanza che sta arrivando all’appuntamento storico con il fiatone. È l’affanno di chi ha dovuto fronteggiare il ciclone della crisi economica del 2008, quando Uefa e Fifa chiesero compassionevolmente a un’Ucraina in ginocchio, se avesse voluto passare la mano. L’Ucraina alla fine è riuscita a salvare la partita, con l’assist della Polonia, ma soprattutto potendo contare sul potere della sua “loschissima” oligarchia. Su tutti, spicca il patron dello Shakhtar Donetsk, Rinat Akhmetov, sodale del presidente Viktor Janukovic. Ma soprattutto capo supremo della System Capital Management Group, una holding con ramificazioni in mezzo mondo e investimenti importanti negli Stati Uniti. Nella mineraria Donetsk dove non ha resistito neppure il “compagno” livornese Cristiano Lucarelli, ha sede l’impero da memorie del sottosuolo di Akhmetov che oltre al giocattolo calcistico dello Shakhtar ha fatto costruire il Donbass Arena (51mila posti) antesignano dello Juventus Stadium. L’altro boss del fronte ucraino di Euro2012 è Olexandr Yaroslavskiy, politico e impresario spregiudicato con una rete d’affari di 5 miliardi di dollari eppure fuori dalla top ten dei 30 uomini più ricchi d’Ucraina. Yaroslavskiy è il deus ex machina della città di Kharkiv - una delle quattro sedi ucraine degli Europei - e il padre padrone della squadra del Metalist. La terza potenza dopo lo Shakhtar e la leggendaria Dinamo Kiev del colonnello Lobanovsky. Ed è proprio nella capitale ucraina che il 30 giugno si disputerà la finalissima nel nuovissimo stadio Olimpico di Kiev. Un cantiere in costante ritardo, dove hanno lavorato oltre 2mila operai, per un impianto da quasi 70mila spettatori - costato ufficialmente 585 milioni di euro - e che finalmente è pronto con tutti i suoi servizi per ospitare i tifosi di tutta Europa. Il problema ora è che la crisi dilagante che l’Ucraina ha solo temporaneamente tamponato con il gettito miliardario dei suoi potentissimi faccendieri, condiziona il turismo calcistico. Complice anche lo scarso appeal del Paese dell’ex Unione Sovietica, con i cocci ancora a terra di una “rivoluzione arancione” che ormai potrebbe essere solo quella che in campo metteranno in atto i calciatori della nazionale olandese vicecampione del mondo. Ucraina e Polonia unite dunque da zone d’ombra e impianti avanguardistici (autentici gioielli polivalenti anche l’Arena di Danzica e lo stadio di Breslavia che ha appena ospitato l’amichevole con gli azzurri), ma anche da problemi di viabilità stradale, progetti di metropolitane sfumati (a Leopoli). Poznan è pronta all’evento, ma a Kiev come a Varsavia intanto è allarme “corruzione”. Un malcostume dilagante e concentrato nelle mani di pochi che contamina la politica e perfino le federcalcio.Oltre la metà dei polacchi chiede lo scioglimento della propria, la Pzpn. È stato appena licenziato il suo segretario generale Zdzislaw, coinvolto in uno scandalo in cui è invischiato anche Gregor Lato - capocannoniere dei Mondiali del ’74 - ora presidente federale. Entrambi sospettati di essere i capi della cupola della Calciopoli polacca. Scandali e corruzione, spesso sono stati il viatico di successi epici nel calcio, e allora chissà che alla fine Polonia-Ucraina 2012 non sia un Europeo trionfale. Massimiliano Castellani

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